F1, Ferrari delusa da Mattia Binotto: già pronto il sostituto

Il tempo di Mattia Binotto potrebbe essere giunto al termine. Dopo anni di delusioni e promesse la Ferrari potrebbe cambiare team principal nel 2023.

L’edizione odierna del Resto del Carlino si è aperta con una vera bomba. Il team principal della Scuderia Ferrari è tra i principali indiziati ad essere rimosso dal suo incarico al termine della stagione 2022. La Rossa è finita in un vero e proprio circolo vizioso senza uscita. Anno dopo anno, tra proclami e disillusioni, Leclerc si è ritrovato da “predestinato” al successo a “procrastinato”. Mattia Binotto ha voluto fortemente il ruolo di team principal, nonostante non fosse un manager.

Ferrari Mattia Binotto (ANSA)
Ferrari Mattia Binotto (ANSA)

L’ingegnere elvetico ha cominciato il suo percorso professionale a Maranello nel 1995, dopo essersi laureato al politecnico di Losanna ed aver svolto un master all’Università dell’Autoveicolo di Modena. Giovanissimo, a soli 26 anni, fu scelto per l’area motori. Dopo aver contribuito ai successi dell’era Schumacher, nella squadra test del Cavallino, l’ingegnere nato in Svizzera, dal 1997 al 2003, svolse il ruolo di motorista anche nella squadra corse, diventando uno degli uomini chiave dei 6 titoli costruttori consecutivi. Naturalmente erano ben altri i personaggi conosciuti a quei tempi e che finivano, stabilmente, sotto i riflettori. Il dream team di Maranello poteva contare su uomini come Jean Todt, Rory Byrne, Ross Brawn e il Presidentissimo Luca Cordero di Montezemolo.

Anno dopo anno, Mattia Binotto ha raggiunto l’apice della piramide. Nel 2004 divenne capo ingegnere, mentre nel 2009 fu nominato responsabile di operazioni motori e KERS (il sistema del recupero dell’energia cinetica adottato in F1 sino al 2013). Dal 2014, infatti, fu selezionato per occuparsi del reparto Power Unit dal 2014. La squadra modenese non riuscì a tenere il passo dei competitor nell’era ibrida della F1, ma la responsabilità non può essere certo attribuita al tecnico elvetico. L’arrivo di Sergio Marchionne determinò un momento chiave per la ristrutturazione della squadra. Gli anni di anzianità passavano e le pretese di arrivare a sostituire Arrivabene non tardarono.

Mattia Binotto divenne direttore tecnico dal luglio del 2016. Sergio Marchionne considerava l’ingegnere di Losanna uno dei migliori dell’intera squadra corse. L’improvviso dramma nell’estate del 2018 che colpì il Presidente di origini canadese della Rossa catapultò John Elkann a capo della Scuderia. Il nuovo Presidente selezionò Binotto, per volere del defunto Marchionne. Nel 2019 Binotto divenne il nuovo team principal, ritrovandosi in squadra un astro nascente come Charles Leclerc. Sembrava un nuovo inizio promettente, dopo due stagioni di alto profilo, ma l’accordo segreto con la FIA, post summer break 2019, diede una mazzata ai ferraristi.

La presunta irregolarità tecnica ai motore della SF90 ha macchiato l’immagine della Rossa. I due anni successivi sono stati un calvario. La SF1000 verrà ricordata come una delle peggiori monoposto nella storia del Cavallino. Tra l’ultima vittoria di Singapore di Vettel nel 2019 e quella di Leclerc in Bahrain nel 2022 sono trascorsi due anni e mezzo. La grande chance sarebbe dovuta essere il 2022 con le nuove auto ad effetto suolo. Partendo da un foglio bianco i tecnici di Maranello hanno elaborato una buona auto sul piano telaistico, ma ricca di problemi tecnici. Il motore Superfast non ha tenuto il confronto con la concorrenza, perdendo sia lato affidabilità che performance.

Ferrari, Binotto out? Ecco i possibili sostituti

Maurizio Arrivabene, inserito nell’organigramma della Juventus, è stato costretto a farsi da parte al termine del 2018, lasciando strada a Binotto. Quest’ultimo non ha ottenuto risultati migliori del suo predecessore. Con Arrivabene la Ferrari aveva lottato con una Mercedes spaziale, ma Leclerc e Sainz (fortemente voluto da Binotto) non hanno mai avuto concrete possibilità di giocarsi un titolo. Le vittorie iniziali nel 2022 sono state una illusione. Problemi tecnici, errori strategici e gestionali hanno limitato la cavalcata del monegasco. In molti vorrebbero Binotto fuori, come recita il noto #, ma dovrebbero cambiare diversi elementi del muretto per ritrovare una credibilità generale.

Leo Turrini, giornalista ed insider a Maranello, ha annunciato sull’edizione odierna del Resto del Carlino l’intenzione dei vertici di cambiare in vista del 2023. Mattia Binotto sarebbe “in bilico e si starebbe, seriamente, parlando di una possibile sostituzione al termine del 2023. L’ingegnere dovrà spiegare i “limiti di affidabilità, errori di gestione strategica” che hanno condotto la squadra, nella seconda parte di stagione, ad “brusco tracollo” e adun rapporto non sempre fluidissimo con Leclerc”. Quest’ultimo è sembrato molto nervoso nel corso del weekend brasiliano e non ha gradito i pesanti errori del muretto.

In caso di sostituzione potrebbe esserci una occasione per Antonio Coletta “l’uomo che gestisce i successi della Ferrari nel settore GT” o per Frederic Vasseur, team principal della Sauber Alfa Romeo in F1. Più defilato, a quanto parte, Steiner della Haas. Qualcosa bolle in pentola, stando alle indiscrezioni di Turrini. Ne sapremo di più al termine del campionato. Ecco gli orari dell’ultimo GP di Abu Dhabi. La Mercedes incombe e la Rossa potrebbe addirittura chiudere “l’annata della svolta” al terzo posto nei costruttori, proprio come nel 2021.

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