La Ducati si è affermata anche nel campionato SBK con Alvaro Bautista. Dopo il trionfo di Pecco Bagnaia in MotoGP è un risultato storico.
Il pilota spagnolo, Alvaro Bautista, ha riportato la Ducati sul tetto del mondo a distanza di undici anni dall’ultima volta. Nel campionato delle derivate di serie il centauro di Talavera de la Reina ha fatto una annata strepitosa nel team Aruba Racing. Lo spagnolo, nell’ultimo atto è riuscito a chiudere i giochi con Jonathan Rea e Toprak Razgatlioglu, che ci riproveranno nel 2023. Il turco ha firmato la tripletta a Mandalika, ma non è bastato. Lo spagnolo ha costruito un ampio margine per il finale di stagione, facendo scoppiare la festa a Borgo Panigale, dopo il trionfo di Pecco Bagnaia nello scorso weekend valenciano.
Per la Rossa è un’annata storica. Il titolo, in casa Ducati, in Superbike mancava dal 2011, anno in cui si impose il mitico Carlos Checa. Un altro spagnolo, 11 anni più tardi, ha fatto la storia. In MotoGP, invece, il digiuno era ancora più ampio. Pecco Bagnaia, infatti, è riuscito a sfatare un tabù che andava avanti dal 2007. In quel caso a festeggiare fu Casey Stoner, in una mitica sfida a Valentino Rossi. Il torinese è riuscito a recuperare un gap di 91 punti da Fabio Quartararo, laureandosi per la prima volta campione del mondo in MotoGP. Il prodotto dell’Academy del Dottore è il successore, nell’albo d’oro nazionale, del suo maestro di Tavullia e di un certo Giacomo Agostini. Il vincitore di 15 mondiali aveva vinto l’ultimo titolo su una moto italiana nel 1972.
Pecco Bagnaia, 50 anni dopo, è entrato nella storia, conquistando il riconoscimento iridato con merito. Il piemontese conquistò 4 delle ultime 6 gare nel finale della stagione 2021, ma si è superato nel 2022, riuscendo a portare a casa 7 trionfi che gli sono valsi il primo titolo mondiale in top class. L’italiano aveva già vinto in Moto2 nel 2018. La Ducati ha strameritato di vincere il titolo costruttori e quello piloti. Pecco Bagnaia è stato irrefrenabile, compiendo una delle rimonte più epiche nella storia del Motomondiale.
Ducati, la gioia incontenibile di Alvaro Bautista
Il percorso in questa lunghissima annata dello spagnolo è stato più lineare rispetto a quello avuto da Pecco in MotoGP. Alvaro è stato molto costante e ha blindato il trionfo nel round finale. Nei box è scoppiata la festa del popolo rosso. Presenti anche i tecnici Luigi Dall’Igna, Paolo Ciabatti e Stefano Cecconi, proprietario di Aruba, che ha sempre creduto nella possibilità di riportare in alto la Rossa. A quasi 38 anni Bautista si è tolto una soddisfazione enorme il campione della classe 125 nel 2006. Dopo aver sconfitto due grandi campioni come Rea e Razgatlioglu, Alvaro a Speedweek ha dichiarato: “Sono felice di essere riuscito a sconfiggere un sei volte campione del mondo come Jonathan e il campione Toprak. Il fatto che i record siano stati stabiliti su ogni circuito dimostra che il nostro livello è molto alto in questa stagione. Ora possiamo goderci il momento e pensare alla stagione“.
Il vincitore di 14 gare stagionali ha assicurato di non aver avvertito alcuna pressione nel corso del 2022 e ha gareggiato in Indonesia con la stessa mentalità. Rispetto agli anni scorsi, in Ducati è avvenuto un vero stravolgimento. Il cambio di mentalità è il vero segreto della casa di Borgo Panigale. La squadra non ha più paura di fare proclami sulla conquista di mondiali. C’è una consapevolezza diversa, figlia di una evoluzione tecnica dei mezzi enorme. Le moto di Borgo Panigale ad oggi sono le migliori al mondo, avendo rotto il dominio delle case costruttrici giapponesi. Nei box si respira un’aria meravigliosa. Jack Miller ha salutato la Ducati: la dedica ha fatto piangere il box.
Dopo il grande trionfo, Bautista ha raccontato di aver avuto un solo momento di panico. “Nella seconda gara è stata la prima volta che ho sentito la pressione. Stava a me prendere la decisione. Avevo le idee chiare nella battaglia per le posizioni, ma quando ero in testa alla gara ho iniziato a pensarci e ho commesso degli errori. Poi Toprak mi ha superato e sono riuscito a tenere a distanza Jonathan. Sono felicissimo e vorrei ringraziare tutti nel team, coloro che mi circondano e la mia famiglia, che amo più di ogni altra cosa”.
“Sono molto orgoglioso di questo titolo, anche se il Mondiale Superbike in Spagna non è il più importante. Quando Carlos vinse il titolo nel 2011, ricordo ancora bene che molte persone pensavano che il Mondiale Superbike fosse la seconda categoria. Poi quando sono entrato in questo Paddock, ho capito che non era né meglio né peggio, ma una categoria diversa. Penso che ora più persone in Spagna seguiranno il Campionato Mondiale Superbike. Jonathan e Toprak sono due piloti incredibilmente forti che potrebbero anche essere in prima linea in MotoGP con le loro capacità”, ha concluso il centauro della Ducati.