Malgrado la sua volontà di restare a lungo in F1, per molti l’era Hamilton è terminata anche all’interno della Mercedes.
Domenica scorsa ad Interlagos potrebbe essersi consumata la fine di un’epoca. Quella di Lewis Hamilton leader indiscusso del garage della Stella. Certo, non è la prima volta che l’asso di Stevenage viene battuto da un compagno di squadra, ma quanto fatto da George Russell ha dato l’idea di essere qualcosa di più.
Primo nella Sprint Race e solido trionfatore nel GP vero e proprio, il giovane talento di King’s Lynn ha dato prova di non temere la tensione creata dalle attese, tentandosi ben lontano dal commettere facili errori. Il modo in cui ha condotto i 71 giri è stato da portacolori di un top team consumato. Ecco perché, più di qualcuno, all’indomani dall’impresa, ha parlato di passaggio di consegne.
E pazienza su di recente Ham ha dichiarato di voler rinnovare con Mercedes per ancora cinque campionati, è probabile che il suo tempo da prima guida sia terminato qua.
Tra i più convinti di questa tesi, l’ex pilota oggi commentatore per Sky Sports Johnny Herbert, il quale si è soffermato altresì sul fatto che la scuderia lo aveva rassicurato sul fatto che sì il #44 avrebbe potuto attaccarlo, ma senza rischiare.
Per Hamilton è game over?
Per evitare patatrac, la squadra ha poi provveduto in maniera elegante e discreta a far rientrare il 37enne al box per un veloce cambio gomme, così da garantirsi la doppietta, ma allo stesso modo evitare che i due fossero tanto vicini da entrare in battaglia.
In poche parole si potrebbe dire che in Brasile, i vertici dell’equipe di Stoccarda abbiano voluto veder trionfare il nuovo che avanza.
“Pare che stia avvenendo un cambio della guardia“, ha analizzato il 58enne, definendo poi questo piccolo passo come un momento determinante per il percorso del campione di F2 del 2018. “La maniera con cui ha vinto è stata grandiosa. Malgrado l’enorme pressione, come mai gli era capitato, ha portato a casa il risultato“.
E proprio lo stile con cui George ha messo dietro la concorrenza, ha fatto sbilanciare l’ex Benetton. A suo avviso, il prossimo campione del mondo sarà proprio lui. Questo, ovviamente, a patto che a Brackley siano in grado di sfornare una monoposto più valida di quella del 2022.
“Rispetto alla prima fetta del Mondiale, ora sono messi molto meglio. E come abbiamo visto, non appena è stato in condizione di potersi esprimere lo ha fatto“, ha proseguito nell’esaltazione della prodezza fatta da corridore del Norfolk. “Con un traguardo in tasca, arriverà ad Abu Dhabi con tutta un’altra fiducia. Questo non solo perché ha avuto la meglio sui rivali, ma soprattutto perché si è tenuto dietro il collega di marca“.
Dunque, per l’inglese dell’Essex, ora la palla passa a Stoccarda. Sarà lei a dover lavorare nella giusta direzione, seguendo la linea degli ultimi aggiornamenti che paiono aver dato buoni frutti. Se continuerà a comportarsi così, per l’ex Williams sarà una prateria, mentre a quel punto per il sette volte iridato diventerà tutto più complicato. In fin dei conti ci era già cascato nel 2016 con Nico Rosberg, un buon corridore, ma di sicuro non del medesimo livello del #63.