In tempi brevi anche il cambio gomme in F1 potrebbe cambiare volto. Ad Abu Dhabi è stata fatta una prima prova generale in Formula 2.
Per anni si è detto che il motorsport, specialmente quello di altissimo livello, era una sorta di laboratorio per ciò che poi avremmo visto sulle nostre strade. E in effetti per diverso tempo è stato così, anche se in realtà oggi il contributo delle competizioni sembra essere molto minore rispetto ai momenti di boom.
Spesso, la funzione di apripista, veniva data alla F1 che, come pinnacolo delle competizioni e come disciplina ricca, si poteva permettere il lusso di sperimentare. Ma questa volta le cose sono andate diversamente. Ad essere la battistrada di ciò che potrebbe riservarci il futuro, è stata la Formula 2.
Siamo comunque parlando di qualcosa che non vedremo sulle nostre strade, ma sempre nel contesto delle gare. Ovvero avvitatori elettrici per effettuare il cambio gomme.
Un primo esperimento era stato effettuato, sempre dalla serie cadetta sul circuito di Monza lo scorso settembre per volere della Federazione Internazionale. E questo weekend, ad Abu Dhabi farà in suo debutto in corsa.
C’è un po’ di Italia nella rivoluzione della F1
La verifica dal vero è stata resa possibile grazie al contributo tecnico della Dino Paoli, un’azienda di Reggio Emilia che ha il quasi monopolio di questo genere di produzioni nel mondo dell’automobilismo.
con l’ausilio del suo gruppo di tecnici ha dato vita ad una pistola elettrica da utilizzare nei pit stop che, sebbene ancora in fase relativamente embrionale, è già in grado di assicurare uno standard prestazionale non difforme da quello che conosciamo.
L’idea della FIA è di introdurre questa novità già a partire dalla prossima stagione, probabilmente solo nella categoria di supporto al Circus. E poi una volta rodato il sistema, farlo debuttare nella classe regina.
Ma perché mai, vi chiederete, adottare un escamotage del genere? La risposta è duplice. rimuovere le strutture adibite ala sostituzione delle coperture, montate e smontate ad hoc nei fine settimana in cui la top class gareggia, può non solo rappresentare un risparmio, dato che ormai il budget cap è imperante e influenza in maniera cruciale le azioni delle scuderie, ma altresì un ulteriore passo verso la sostenibilità. Vera bandiera della disciplina che punta alle zero emissioni e ad un approccio sempre più in linea con quanto richiesto dal mercato dell’auto.
Pit stop sempre sotto i riflettori
Non è la prima volta che vengono ritoccate le manovre relative alla sostituzione degli pneumatici. Era già avvenuto lo scorso anno per scongiurare problemi di sicurezza, agevolati da tempistiche di servizio sempre più rapide.
In quel frangente il collegio federale aveva decretato la fine delle pistole e delle attrezzature ultra tecnologicamente avanzate, per favorire il ritorno al gesto umano.
L’adozione di un numero minore di strumenti studiati ad hoc per rendere il periodo di sosta il più breve possibile, è stata dunque congelata, ottenendo come conseguenza un leggero rallentamento dell’operazione che, comunque, ad oggi, resta rapidissima. Basti pensare al recente GP del Brasile dove si è vista una sosta da 2″4 da parte della Red Bull.