La Red Bull prepara il futuro e getta le basi per le nuove power unit del 2026. Dopo il no alla Porsche, si parla di una nuova partnership.
In casa Red Bull son terminati i festeggiamenti per un 2022 dominato, ma che si sta chiudendo sotto un clima non troppo gioviale. Quello che è successo in Brasile tra Max Verstappen e Sergio Perez potrebbe aver spaccato la squadra, ma va detto che il campione del mondo non aveva tutti i torti quando ha deciso di non cedere il sesto posto al messicano.
Dopo la gara infatti, i media olandesi hanno avanzato l’ipotesi di un clamoroso complotto, ordito da Checo contro il compagno di squadra nelle qualifiche del Gran Premio di Monte-Carlo. In pratica, la stampa orange ha detto che Perez sarebbe andato a sbattere di proposito nel Q3 sul tracciato cittadino per impedire a Verstappen di togliergli la terza posizione, risultata poi fondamentale per Checo nella vittoria in gara.
Inizialmente, pareva una voce senza fondamento, ma le analisi svolte dagli esperti nei giorni successivi hanno dato ragione all’olandese. Dall’on-board camera dotato della telemetria, si vede benissimo la differenza tra il primo tentativo di Checo e quello incriminato, nel quale va ad accelerare ancora in piena curva, frenando contemporaneamente.
Questo atteggiamento ha portato la RB18 a slittare, facendolo finire contro il muro del Portier e costringendo i commissari ad esporre le bandiere rosse. Tutto ciò non era mai venuto fuori prima d’ora, ma dopo quanto accaduto in Brasile si è scatenato il finimondo, e la Red Bull avrà una brutta situazione da gestire nel 2023, visto che i piloti saranno gli stessi.
A ciò va aggiunto l’inspiegabile crollo sul fronte delle performance visto ad Interlagos, che preoccupa in chiave prossimo anno. La Mercedes è tornata a dominare, con George Russell che ha vinto davanti a Lewis Hamilton, il quale punta a chiudere in bellezza sulla pista di Abu Dhabi, dove si corre domenica.
Proprio la tappa di Yas Marina risulterà essere molto importante anche per il team di Milton Keynes, che cercherà le dovute risposte dopo le difficoltà brasiliane. Un altro week-end difficile manderebbe gli uomini di Christian Horner in vacanza con qualche dubbio in più, anche se visto l’andazzo del mondiale sembra difficile pensare che gli anglo-austriaci abbiano perso la bussola così all’improvviso.
Nel frattempo, i “bibitari” stanno preparando anche il futuro sul tema power unit, con l’accordo che li lega alla Honda che andrà in scadenza al termine del 2025. In seguito, entrerà in vigore il nuovo regolamento che aumenterà l’importanza della parte elettrica, e che prevede anche l’eliminazione della MGU-H. Dopo il no alla Porsche, il team di Milton Keynes sta pensando ad altre soluzioni, e nelle ultime ore ne è apparsa una davvero clamorosa ed inattesa.
Red Bull, possibili contatti con Ford e Hyundai
L’accordo tra la Red Bull e la Porsche pareva fatto durante l’estate, ma in seguito i rapporti si sono incrinati sino a mandare del tutto a monte l’accordo. Il motivo? I tedeschi volevano comprare il 50% della squadra anglo-austriaca, e porre al comando i suoi uomini chiave, licenziando anche il team principal Christian Horner.
A quel punto, lo stesso Horner ed Helmut Marko hanno sbattuto la porta in faccia alla Porsche, che ora sta cercando altre squadre con le quali collaborare. In questi anni, a Milton Keynes si è lavorato molto per costruire un reparto power unit, per poter produrre un motore in proprio in futuro.
Secondo quanto riportato nelle ultime ore da Olav Mol di “Ziggo Sport Race Cafè“, dunque, una fonte olandese, la Red Bull potrebbe collaborare con la Hyundai o la Ford per la realizzazione di una power unit dal 2026 in avanti. Tuttavia, va detto che c’è anche l’opzione per continuare con la Honda, con la quale i rapporti si sono rafforzati negli ultimi mesi dopo l’iniziale addio della casa di Sakura.
Da Suzuka in avanti, sulle RB18 e sulle AlphaTauri è tornato a splendere proprio il logo Honda, rimpiazzando quello HRC che c’era stato per tutto l’anno. Tornando al possibile accordo con Hyundai e Ford, c’è da dire che per il marchio coreano si tratterebbe di un debutto assoluto in F1, mentre per la casa dell’ovale blu sarebbe un ritorno in grande stile.
Il motore Ford-Cosworth è stato uno dei più vincenti all’epoca della partnership con la McLaren, portando al mondiale i vari James Hunt ed Emerson Fittipaldi negli anni Settanta, ma anche altri team. L’ultimo successo iridato risale al 1994 con la Benetton di Michael Schumacher, che poi passò ai motori Renault dal 1995. La Ford ha fornito i motori per l’ultima volta nel 2004 alla Jordan, per poi uscire di scena in maniera definitiva.