Il rifiuto di Verstappen di aiutare Perez in Brasile, ha sollevato un vespaio specialmente sui social. E ora la Red Bull replica in difesa del pilota.
Tralasciando i problemi di affidabilità patiti al principio del campionato, quello commesso della scuderia energetica ad Interlagos è stato forse il suo primo e unico vero passo falso del 2022. Non tanto dal punto di vista meramente sportivo, visto che comunque al Carlos Pace la RB18 ha mancato di performance, quanto sotto il profilo umano. Sarà forse per il livello di attenzione più basso avendo ormai portato a casa entrambi i titoli, la dirigenza ha lasciato che i due piloti lavassero in pubblico i panni sporchi, mostrando evidenti dissapori che fino a quel momento erano rimasti abbastanza ben nascosti.
Il casus belli è, come noto, il diniego espresso da Verstappen nelle fasi finali del GP domenicale, alla richiesta via radio del muretto, di lasciare a Perez la sesta piazza, così da consentirgli di guadagnare qualche punto in più in ottica classifica generale.
A tale domanda, l’olandese rispose che aveva i suoi motivi per non farlo. Ed infatti, sotto la bandiera a scacchi è sfilato prima del compagno. Come normale che fosse, questo suo atto di presunto egoismo ha acceso il paddock.
Per la maggioranza quello del bi-campione è stato un atteggiamento incomprensibile e probabilmente nocivo per il futuro. Per il pubblico del web ancora peggio. Tanto che il driver di Hasselt è stato raggiunto da numerosi insulti. Non bastasse, ad alimentare il fuoco anziché spegnerlo, si è aggiunta pure la madre del 25enne dei Paesi Bassi, che avrebbe accusato il messicano di scorrettezza. Evidentemente riferendosi al passato.
Il team protegge Verstappen
In ogni caso, non appena arrivata ad Abu Dhabi, la dirigenza Red Bull si è prodigata di giustificare il suo pupillo, sebbene certi commenti suonino un po’ buttati lì a casaccio. In sintesi, un’arrampicata sugli specchi in piena regola.
In maniera coesa, la squadra ha sostenuto che l’ex #33 sarebbe stato informato all’ultima curva dell’ultimo giro. Insomma, troppo in ritardo per agire in maniera corretta.
In realtà le cose non sono andate affatto così. Mad Max la posizione non ha voluto cederla scientemente.
Non è neppure credibile, come invece il garage austriaco sostiene, che non fosse informato dei fatti. Il figlio d’arte sapeva perfettamente che Sergio era ed è tutt’ora in lotta per la piazza d’onore con Leclerc, E che questo è un obiettivo ambito dall’equipe stessa, in quanto le consentirebbe di fare bottino pieno.
Da Yas Marina, per evitare ulteriori chiacchiere il team ha fatto sapere che tutto si è risolto internamente e che nulla verrà ancora divulgato sulla vicenda.
Nella nota, poi si condannano fermamente gli abusi, definiti “inaccettabili” nei confronti del gruppo con base a Milton Keynes, famiglie comprese.
“Non c’è posto per questo nelle corse o nella società in generale“, si legge. “Di conseguenza dobbiamo fare qualcosa per migliorare le cose. In fin dei conti questo è uno sport. Le minacce di morte e le lettere d’odio verso lo staff sono deplorevoli. Noi desideriamo solo l’inclusione“, termina il documento, l’ennesimo a firma Red Bull dopo quello relativo al “Cashgate”.