Larry Kosilla è tornato a sporcarsi le mani in un nuovo episodio di epic car wash. Il meccanico dell’officina AMMO NYC ha riportato in vita una mitica Mitsubishi.
I più giovani identificheranno il marchio Mitsubishi nelle utilitarie o nei SUV che sono soliti vedere oggigiorno in strada. Il brand giapponese è storico, essendo stato fondato nel 1870 e ha elaborato auto sportive di tutto rispetto. Yataro Iwasaki fondò il gruppo Mitsubishi, inizialmente col nome Tsukumo, sempre con il logo con i tre diamanti in primo piano, mentre il nome attuale arrivò nel 1874. In Europa la prima auto importata fu la Lancer, fenomenale vettura che sfidò, in una eterna lotta sullo sterrato, la Subaru Impreza. Oggi nella gamma sono presenti modelli elettrici e macchine a trazione integrale, ma negli anni ’80 il listino proponeva una coupé da sballo, chiamata Starion.
Il nome della vettura derivava dall’abbreviazione di “Star of Orion”, ovvero l’unione di “Star” (stella) “of Orion” (di Arione). Si trattava di una sportiva a trazione posteriore e motore anteriore, prodotta dal 1982 al 1989. La Starion già usava le sospensioni MacPherson e la barra antirollio, sia davanti che dietro. Il telaio fu ripreso dalla Lambda, precedente coupé della Mitsubishi. Un concentrato di tecnologia per l’epoca, essendo una prime sportive del Sol Levante turbocompresse dotate di iniezione elettronica. L’auto arrivò nel 1982, in un periodo in cui il mercato giapponese pullulava di vetture meravigliose come la Mazda RX-7, la Toyota Supra, la Isuzu Piazza, la Subaru XT, l’Honda Prelude e la Nissan 300ZX. Una delle particolarità della Mitsubishi, giunta sul mercato Nord Americano nel boom degli anni ’80, è che fu commercializzata sotto altri marchi: Plymouth, Dodge, Chrysler.
Al lancio erano disponibili due versioni: narrowbody (parafanghi normali) e widebody (parafanghi allargati), ma a causa delle tasse aggiuntive del Paese del Sol Levante, la widebody, dopo il restyling del 1985, venne levata dal commercio e venne proposta solo la narrowbody, che, nel 1988 venne portata da 1685 mm a 1735 mm. Le differenze non erano solo estetiche, ma le widebody presentavano l’intercooler e una potenza maggiore. Negli Stati Uniti la risposta del pubblico fu subito positiva. La copertina della brochure di vendita della Starion recitava: “Il nome STARION – derivato dalla combinazione di stella e di arione, il cavallo di Ercole nella mitologia greca, simboleggia il senso dell’universo, il potere e le alte prestazioni“.
In effetti l’auto non scherzava e sotto il cofano presentava dei motori briosi. In Europa fu lanciato un motore G63B da 2.0 L con turbocompressore MHI TC06-11A e G54B da 2.6l con turbocompressore TD05-12A per la versione GSR-VR. La Starion prese parte a competizioni in varie discipline, tra cui il Gruppo A e il Gruppo N, dove fece registrare numerosi successi. La vettura nelle gare endurance ottenne ottimi risultati. In UK la RallyArt si occupò della preparazione delle vetture da corsa per il mondiale rally. I tecnici elaborarono la Starion 4WD, che sarebbe poi stata protagonista nell’off-road nel Gruppo B. La vettura presentava sempre il 2.0 L turbo con intercooler con sistema di iniezione controllato elettronicamente.
Nel 1983, al Salone di Tokyo nel 1983, fu presentato un nuovo motore in grado di raggiungere i 350 CV. Il Sirius aveva una testa con 3 valvole per cilindro, due per l’ingresso, di cui una sempre operativa e l’altra controllata elettronicamente per avviarsi dai 2500 giri in avanti. La grande differenza? L’iniezione era controllata da un sistema Bosch EFI. La potenza era trasferita alla stessa unità a 5 rapporti con doppio piatto della versione a trazione posteriore, ma elaborata con componenti dalla Pajero. Nacque così l’idea di un secondo albero che inviasse nuovamente la trazione anche alle ruote anteriori. L’auto, concettualmente, era una rivoluzione, ma all’epoca non esistevano aiuti alla guida, ed era molto difficile da guidare. La versione pepata della Mitsubishi partecipò al Milles Piste Rally nel 1984 e il rally Hong Kong – Pechino del 1986.
Mitsubishi, il lavaggio epico di Kosilla
La Starion consegnata a Larry Kosilla si trovava in condizioni pessime. L’auto non veniva lavata da ben 26 anni ed era rimasta a prendere polvere in un garage. Come potrete vedere dal video postato in basso, la sporcizia era talmente tanta che nonostante diversi lavaggi, l’auto continuava a cacciare porcherie. Non è la prima volta che nell’officina di AMMO NYC si effettuano dei veri miracoli.
Date una occhiata a come vengono riportate in vita vetture ridotte a rottami, come questa vecchia Volkswagen Golf Cabrio. Un altro caso clamoroso è stato quello relativo al car wash di una mitica Porsche, recuperata alla grande da Kosilla. La Mitsubishi Starion è tornata al suo vecchio splendore, grazie ad un lavoro perfetto degli esperti del settore, sempre disponibili a car wash epici. Vi ricordiamo che i tecnici che si occupano sul web di pulizie di auto di questo valore utilizzano sempre prodotti specifici. Ora vi lasciamo al primo e dopo che vi farà impazzire.