Quinto alla bandiera a scacchi di Abu Dhabi, Russell chiude la sua prima stagione in Mercedes davanti al suo compagno di squadra.
E’ quasi scontato che il giorno della firma con la Stella George Russell pensasse ad altro. Non nel senso che era distratto, ma che era convinto che sarebbe andata diversamente. Alla luce di un dominio cominciato nel 2014 con l’ingresso della motorizzazione ibrida, è facile che l’inglese si fosse illuso di poter saltare su un missile e vincere a tutta manetta.
La storia del 2022 però, ha raccontato, un’altra storia. Sin dai test invernali del Bahrain la Mercedes è apparsa zoppicante. In un primo momento si credeva per “sandbagging”. Ovvero per una strategia della scuderia volta a non far capire le sue vere condizioni. Ed invece, una volta scattato il campionato è diventato patrimonio comune che era tutto vero.
La W13 dal look aggressivo ed estremo, non era adatta all’effetto suolo. Motivo per cui, fino al Canada, con il primo provvedimento della FIA, e più ancora fino al Belgio, con l’introduzione della direttiva TD039, ha faticato. Capace di fare risultati più per guai altrui, che per meriti propri, ha dunque dovuto attendere il post pausa estiva per riprendere fiato e ridarlo ai suoi piloti, a lungo alle prese con il fastidioso porpoising. Il saltellamento, corretto parzialmente aumentando l’altezza da terra dell’auto, che non solo ha messo a dura prova la schiena dei corridori. Ma ha altresì compromesso la performance nuda e cruda.
Russell fa l’impresa, anche se in piccolo
Quasi un perfetto riassunto dell’annata delle Frecce d’Argento, Yas Marina ha visto Lewis Hamilton ritirarsi nelle battute finali per noie al cambio, e il #63 tagliare il traguardo in quinta posizione, nonostante venerdì il rendimento nelle prove libere avesse dato altre speranze.
A mettere in crisi il talento di King’s Lynn, una sosta a rallentatore, a cui si è agganciato un “unsafe realese” in uscita con la McLaren di Norris.
“Sono partito bene, ma poi ho subito perso una posizione su Lando. E dopo il pit stop la mia corsa è praticamente finita“, ha analizzato i 58 giri che hanno caratterizzato l’appuntamento di chiusura della stagione. “E’ stata una gara lunga e sono stato contento di aver visto la bandiera a scacchi“.
Allargando lo sguardo all’intero campionato, rispetto a come aveva preso il via sono stati fatti dei passi avanti, che gli hanno dato il sorriso. “Sono orgoglioso dei progressi fatti e di come abbiamo affrontato lo sviluppo. C’è ancora tanta strada da compiere. tuttavia siamo cresciuti come squadra e personalmente mi porto a casa dei ricordi positivi, come la mia prima pole position in Ungheria e la prima vittoria in Brasile“, ha proseguito nella sua riflessione. “Considerato da dove siamo partiti sono dei grandi punti d’arrivo“.
Ovviamente il 24enne non ha firmato per Stoccarda per guardare gli altri celebrare. “Come collettivo abbiamo aspettative importanti. Ed io stesso ho grandi ambizioni. Per il 2023 dovremo alzare l’asticella e tornare a lottare con la Red Bull“, ha rilanciato determinato.
Per adesso l’ex Williams può già godersi un bel traguardo. Con 275 lunghezze ha concluso l’anno in quarta posizione assoluta tra i conduttori. Mentre Ham si è dovuto accontentare della sesta con 240 punti. Qualcosa tra il notevole e l’incredibile se si pensa al blasone del vicino di box, finora battuto dal solo Nico Rosberg nel 2016 per quanto concerne i colleghi di marca.