Archiviato il 2022, la Ferrari è nei giorni chiave per deliberare il progetto della nuova monoposto. Ma è chiara la direzione da prendere?
Secondo posto nel Mondiale piloti con Charles Leclerc e secondo posto nel Mondiale Costruttori. Il 2022 della Ferrari, a leggerlo così, è stato il migliore da tanto tempo. Ma i semplici dati nascondono in parte la verità, quella di una scuderia sì tornata a vincere ma che era partita (nonostante le smentite in corso d’opera) con altre ambizioni ben più grandi ma che poi si è persa per tanti motivi. Dagli errori al muretto a quelli di affidabilità, con un motore che spesso ha lasciato sul più bello i due piloti, passando per un progetto che ha faticato a esprimere tutto il potenziale, colpa anche di un budget cap che ha costretto la Rossa a stringere già a metà anno la cinghia, per poi dedicarsi completamente già alla nuova stagione.
Budget cap che potrebbe incidere nel 2023 sulle sorti di una Red Bull che ha dominato l’annata appena conclusasi, che quindi a maggior ragione deve essere un motivo in più per la Ferrari per spingere sul proprio progetto e finalmente partire con i favori del pronostico. Perché migliorare stavolta vuol dire solo una cosa: dare l’assalto finalmente al Mondiale e riportare quel titolo a Maranello che manca dal 2007 con Kimi Raikkonen e dal 2008 quello Costruttori.
Gli avversari, dopo l’ultima tappa di Abu Dhabi, hanno già scelto di puntare sulla Rossa come favorita per il prossimo anno, ma è in Italia che devono crederci veramente. Perché solo così si può davvero andare lontano. E per farlo il punto di partenza è capire cosa è andato e cosa no in questo 2022, per cercare di migliorare ancor di più i propri pregi e tentare ci cancellare o quantomeno di mitigare gli effetti negativi che hanno inciso sulla performance della monoposto di quest’anno, la F1-75.
Ferrari, da che parte andrà lo sviluppo?
Dopo l’ultimo appuntamenti iridato, Mattia Binotto ha tracciato la strada che la Rossa dovrà seguire per la nuova vettura, ma anche per il team stesso. Stabilità ed evoluzione sono le linee guida da perseguire anche per l’anno che verrà. Stabilità che riguarda non solo i tecnici ma anche il management, ma a dire il vero proprio quest’ultimo sembra essere più un augurio che un vero mantra, visto che le voci di possibili avvicendamenti continuano a circolare, nonostante le smentite da parte di Maranello.
“L’obiettivo era quello di tornare competitivi e penso che sia stato centrato. Ma è chiaro che vogliamo un salto di qualità“, ha ribadito il team principal. Ma è proprio l’ultimo passo quello più difficile da compiere. Una evoluzione che passa da una migliore gestione del weekend di gara, a partire dalle tattiche, ma anche da una monoposto che dovrà per forza trovare la chiave di volta e garantire maggiore affidabilità e velocità. La prima la si è persa di strada ed è stata la causa principale dell’uscita prematura dalla lotta Mondiale quest’anno, con un motore “limitato” nei cavalli da metà stagione almeno per evitare nuovi problemi. Ed è qui che gli ingegneri stanno lavorando sodo, per risolvere i difetti e presentare di nuovo un “cuore” capace di pompare potenza massima e contrastare gli avversari.
Poi c’è da mettere mano a una vettura che, dal punto di vista aerodinamico, ha pagato dazio alla Red Bull, soprattutto nelle scie. La soluzione delle pance molto larghe e sinuose della Ferrari non hanno fatto proseliti se non nella “gemella” Haas e un parte in Alfa Romeo. Voci da diverse settimane parlano di un cambio di filosofia proprio in questo settore nevralgico così come sulle sospensioni. Il tutto prendendo ad esempio la Red Bull. Ma a quanto pare Binotto ha subito smentito: “La Ferrari del 2023 non assomiglierà né a una Red Bull né a una Mercedes, questo è certo. Sarà un’evoluzione dell’auto attuale“.
Una frase decisa, che ha voluto mettere a tacere voci incontrollate, ma che per qualcuno sono solo un modo per eludere l’argomento. Di sicuro c’è che qualcosa nell’evoluzione di questa F1-75 si è bloccato: colpa solo del budget cap che ne ha limitato l’estrazione dell’ulteriore potenziale che aveva? O c’è dell’altro? Se la risposta esatta è la prima, allora è giusto che si continui su quella strada, ma tirando davvero fuori il massimo. Ma qualche correttivo dovrà essere trovato, perché il confronto con Red Bull si è deciso anche per una questione di aerodinamica che non ha funzionato.
Tra i settori da rivedere anche il fondo vettura, che dopo l’introduzione della direttiva tecnica anti-porpoising in Belgio ha creato diversi problemi alla F1-75, che è sembrata più nervosa, in particolare sui cordoli, e mangia-pneumatici. Ad Abu-Dhabi si è vista già una soluzione sul retrotreno in chiave 2023, che dovrebbe cambiare i flussi in quell’area così delicata, ma c’è da scommettere che i tecnici Ferrari stanno studiando un modo per ritrovare quella stabilità che aveva reso la Rossa così efficace fino a metà anno.
Quindi vettura più veloce, facile da guidare e soprattutto affidabile. Carlos Sainz, papà del pilota della Ferrari, ha anche svelato: “La vettura del prossimo anno ha alcune buone modifiche rispetto a quella che lo ha messo a disagio nel 2022“. Segno che qualcosa in chiave 2023 ha già saputo. Intanto Binotto ha rassicurato tutti dicendo: “Ci è ben chiaro cosa va fatto“. E i tifosi della Rossa lo sperano per davvero stavolta.