Marc Marquez è pronto per tornare all’attacco, anche se la Honda non gli fornisce garanzie. Si studia una soluzione molto particolare.
Inverno di duro lavoro in casa Honda per permettere a Marc Marquez di tornare a giocarsi qualcosa di importante in chiave 2023. L’otto volte campione del mondo è tornato a tempo pieno in pista ad Aragon, e sin da subito ha fatto vedere ciò di cui è capace. La pole position di Motegi ed il secondo posto di Phillip Island sono risultati clamorosi per la moto giapponese, che ha sofferto per tutto l’anno chiudendo spesso fuori dai punti.
A Valencia, nell’ultimo appuntamento, il nativo di Cervera ha combattuto nel gruppo di testa per gran parte della gara, per poi scivolare a causa dei rischi eccessivi che si è dovuto prendere nel tentativo di restare con i primi della classe. Ai test della settimana successiva, la Honda ha continuato a remare nonostante le varie prove effettuate, anche con il prototipo del modello che verrà usato il prossimo anno.
Marquez ha usato parole inquietanti per i suoi tifosi e quelli della casa nipponica, dicendo che, alle condizioni attuali, è impossibile pensare di vincere o anche solo di lottare per il mondiale. Questa Honda è in netto ritardo rispetto alla Ducati, ma c’è da dire che se Atene piange, Sparta non ride.
La storica rivale Yamaha è infatti in grossa difficoltà, con Fabio Quartararo che si è lamentato di scarsi miglioramenti arrivati dal nuovo motore, una situazione molto preoccupante per l’ormai ex campione del mondo. Tuttavia, la Honda è sicuramente la moto peggiore del lotto, e ciò non può lasciar tranquilli neanche Joan Mir ed Alex Rins.
Il campione del mondo 2020 gareggerà al fianco di Marc sulla moto ufficiale, mentre il vincitore del GP di Valencia sarà sulla Honda del team di Lucio Cecchinello. Entrambi sono scesi dalla ritirata Suzuki, che nel finale di stagione aveva messo in mostra delle ottime performance, per poi alzare bandiera bianca per dei motivi ancora sconosciuti, ma voluti ovviamente non dal team che corre in MotoGP.
Marquez, ecco la soluzione per i problemi Honda
La MotoGP, così come la F1, sta cambiando verso il green, nel tentativo di ridurre le emissioni. In questo senso, nel 2024 sarà obbligatorio utilizzare dei carburanti per il 40% rinnovabili, e le squadre della top class stanno già facendo dei test in tal senso, con Marc Marquez e la Honda che hanno fatto da pionieri.
Lo spagnolo ha girato a Jarama con una moto stradale, spinta da un carburante Repsol di questa tipologia, venuta fuori grazie alla collaborazione tra questa azienda e la Formula 4 francese. Si tratta di una grande novità che potrebbe avere un grande impatto sulle due ruote, le quali hanno già un campionato dedicato all’elettrico, la Moto E, su cui la Dorna ha puntato moltissimo.
Questo il commento di Fabrice Catherine: “Con l’utilizzo del biocarburante Repsol non abbiamo riscontrato alcun calo prestazionale delle monoposto rispetto alle stagioni precedenti. Non abbiamo rilevato anomalie in altri componenti del motore, come il lubrificante, dove non è stato necessario alcun intervento in termini di la frequenza di svuotamento e cambio dell’olio“.
La formula del biocarburante utilizzata dalla francese F4 consente un risparmio di oltre il 70 per cento delle emissioni di gas serra rispetto ai combustibili fossili. È prodotto e sviluppato presso il Repsol Technology Lab di Madrid e nel prossimo futuro sarà accessibile anche ai comuni automobilisti, una grande novità che potrà essere sfruttata per il nostro pianeta.
Nel corso del campionato francese sono stati usati ben 35 mila litri di questa speciale miscela, e dai commenti dei piloti anche le prestazioni sono state molto buone: “In termini di nuove energie, questa alleanza con Repsol e i suoi biocarburanti è un vero successo. Non ci sono problemi tecnici o di affidabilità da menzionare e le prestazioni delle monoposto sono ancora migliori. I piloti non si sentono diversi“, ha detto Christophe Lollier , direttore tecnico nazionale della FFSA.
Che tutto ciò possa dare una mano a Marquez ed alla Honda non lo sapremo nei prossimi mesi, dal momento che tutto ciò diventerà attivo soltanto nel 2024, ma è chiaro che la casa giapponese potrà arrivare a quel punto contando sull’esperienza della Repsol, già molto esperta su questa tipologia di carburanti.
Come la F1 e le categorie sulle quattro ruote, anche la MotoGP sembra essere improntata su un futuro più green, ma è ovvio che ci sia un ritardo rispetto a chi ha iniziato ad investire da prima. Sulle auto è più facile condurre esperimenti e provare le tecnologie del futuro, ma nulla è scontato.