Carlos Sainz ha appena concluso la seconda stagione in Ferrari, uno dei top team della F1. Secondo lo spagnolo, c’è un livello molto alto.
Uno degli obiettivi dichiarati del nuovo ciclo tecnico basato sulle F1 ad effetto suolo era quello di diminuire i gap tra le varie squadre. Lo scorso anno, tra Red Bull e Mercedes e la concorrenza c’era un’eternità, come se fossero dei campionati totalmente differenti, e la FIA si era imposta l’obbligo di cambiare qualcosa.
A sostegno di ciò, il Budget Cap venne abbassato a 140 milioni a stagione, ma sin dai test invernali si era capito che quello che i grandi capi si erano prefissati non era stato raggiunto. Impossibile pensare di poter far andare una Ferrari come una Haas e viceversa, ma anche credere che ci potesse essere un maggior equilibrio.
La dimensione di tutto ciò, oltre che i distacchi a fine gara, ce la danno le rimonte fatte da Max Verstappen a Budapest, Spa-Francorchamps e Monza. In quelle occasioni, il campione del mondo partiva rispettivamente decimo, quattordicesimo e settimo, ma in tutti i casi ha vinto la gara portandosi in testa con largo anticipo rispetto alla bandiera a scacchi.
L’unica che era realmente andata in difficoltà a causa dei nuovi regolamenti era la Mercedes, che almeno sino a Monte-Carlo faticava a recitare il ruolo della terza forza. Le problematiche più evidenti erano fuori ad Imola, con Lewis Hamilton addirittura fuori dai punti.
Tuttavia, il team di Brackley ha poi risolto le proprie difficoltà, tornando nel gruppo di testa con George Russell addirittura vincente in Brasile. Tutti gli altri sono rimasti indietro di anni luce, e le uniche soddisfazioni sono state frutto del caso e della bravura dei piloti, non certo per via di una monoposto competitiva.
Stiamo facendo riferimento al terzo posto conquistato da Lando Norris sulla McLaren ad Imola, ovvero l’unico pilota non appartenente ai tre top team della F1 che sia riuscito ad assaggiare lo champagne in questa stagione. Kevin Magnussen, invece, ha conquistato la pole position in Brasile, conducendo poi la Sprint Race del sabato per soli due giri.
In seguito, il danese non ha potuto nulla per pensare di giocarsela, chiudendo ottavo a quasi mezzo minuto dal vincitore. Traendo un bilancio definitivo, si può dire che le regole non hanno fatto altro che peggiorare la situazione, e questa nostra idea è confermata da un altro dato.
Nel 2021, oltre a Red Bull e Mercedes, anche l’Alpine con Esteban Ocon in Ungheria e la McLaren con Daniel Ricciardo a Monza riuscirono a vincere, così come l’AlphaTauri di Pierre Gasly e la Racing Point di Sergio Perez nel 2020, ovvero outsider che furono in grado di salire sul gradino più alto del podio.
Nella stagione appena conclusa, nonostante la presenza di alcune gare pazze, i top team non hanno avuto rivali, e la sensazione è che la forbice si sia allargata durante l’anno. Nel corso dei primi appuntamenti, a volte la McLaren, altre l’Alfa Romeo Racing o l’Alpine erano state superiore alla Mercedes, che ora sarebbe in grado di doppiare tutte queste concorrenti. Uno scenario allarmante in chiave futura.
F1, Carlos Sainz esalta il valore dei piloti di oggi
La F1 odierna ci offre diversi spunti di interesse, con tantissimi piloti molto forti e giovanissimi. Oltre al re Max Verstappen, che a 25 anni ha già vinto due titoli mondiali e portato a casa 35 affermazioni di tappa, non possiamo non citare anche Charles Leclerc, George Russell, Lando Norris, ma il prossimo anno arriverà anche un giovane fenomeno come Oscar Piastri.
Intervistato dal “Corriere della Sera“, Carlos Sainz ha parlato dei grandi talenti che sono presenti oggi nella griglia della F1, affermando: “La differenza, al giorno d’oggi, la fanno soltanto i minimi dettagli, dal momento che il livello è altissimo in pista. Se avessero la macchina giusta, penso che almeno 6-7 piloti potrebbero pensare di portare a casa il titolo mondiale. Il mio rapporto con Leclerc? Abbiamo un ottimo rapporto, ma essendo avversari è ovvio che tra di noi a volte ci sia distanza“.
Sainz ha detto ciò che tutti pensano, ovvero che il nuovo regolamento ha assolutamente fallito, appesantendo ulteriormente le vetture e peggiorando le prestazioni. Su questo fronte, come accade sempre con i vari cicli tecnici, le cose miglioreranno già dall’anno prossimo con le evoluzioni, ma sull’equilibrio in pista si potrà fare ben poco. Le squadre migliori continueranno a dominare, mentre le altre dovranno giocarsi le posizioni di rincalzo. Da questo punto di vista, non cambierà mai nulla in futuro.