In casa Ferrari c’è l’obbligo di pensare al futuro dopo un 2022 molto difficile, e la tanto attesa rivoluzione pare congelata. Ecco perché.
Mancano tre mesi esatti ai test del Bahrain che precederanno l’avvio del mondiale di F1 targato 2023. Nell’aria c’è già grande attesa per una stagione che si preannuncia scoppiettante, e nella quale la Ferrari si giocherà tantissimo. Per quanto riguarda il Cavallino, occorrerà capire, prima di tutto, chi ne sarà alla guida.
Il nome del team principal potrebbe anche determinare gli obiettivi stagionali, dal momento che per Mattia Binotto, in caso di una conferma, si tratterebbe dell’ultima occasione. L’ingegnere di Losanna non potrebbe permettersi un’altra annata di studio e di errori clamorosi, mentre un discorso differente andrebbe fatto se si cambiasse del tutto.
L’arrivo di Frederic Vasseur porterebbe diverse persone a lasciare Maranello e, viceversa, delle nuove ad entrare. Uno dei primi di cui si è parlato è Simone Resta, nel passato capo progettista, che dalla primavera del 2018 venne allontanato dalla Scuderia modenese, pare proprio per alcune divergenze con Binotto, all’epoca direttore tecnico nel team diretto da Maurizio Arrivabene.
Parlando proprio di quest’ultimo, è bene per un attimo fare un passo indietro e tornare alle due stagioni in cui Sebastian Vettel restò a lungo in testa al campionato. Nel 2017, il tedesco rimase davanti alla Mercedes di Lewis Hamilton sino al Gran Premio d’Italia, per poi iniziare a dire addio al mondiale a causa del crash di Singapore.
In quel mondiale, Seb dovette arrendersi con due gare d’anticipo, chiudendo staccato di 46 punti, tutti perduti proprio per via del botto al via con Kimi Raikkonen e Max Verstappen nella notte di Yas Marina, ma anche per gli inspiegabili guasti tecnici occorsi tra Malesia e Giappone.
Per il resto, quella Ferrari rimase estremamente competitiva per tutto il campionato, mentre il 2018 rappresenta un altro incredibile rimpianto. La monoposto di quella stagione migliorò sul fronte motoristico, anche se perse il suo dominio totale sulle piste più guidate come Monte-Carlo, Budapest e Singapore, dove l’anno prima era stata inarrivabile.
Nel 2018, a fare la differenza, ci pensarono i clamorosi errori di Vettel, anche se la macchina stessa perse prestazione tra Monza e Suzuka, incappando in alcune gare molto complicate. A fine anno, il gap tra Hamilton e Seb fu di 80 punti, ma calcolando tutti quelli persi per i suoi errori tra Baku, Le Castellet, Hockenheim, Monza, Suzuka ed Austin, c’era quantomeno la possibilità di giocarsela fino in fondo.
Nonostante questo, Arrivabene fu comunque messo alla porta alla fine del suo quarto anno come team principal, costretto a cedere il passo a Binotto. Anche l’attuale boss del Cavallino ha appena concluso il suo quarto anno sul ponte di comando, ma per il momento il suo posto sembra essere salvo, nonostante le voci incombenti che lo vedevano pronto a cedere a Vasseur. In queste ultime ore, sono arrivati altri indizi sulla sua permanenza.
Ferrari, anche Inaki Rueda è pronto a restare a Maranello
Uno degli uomini più discussi di questo 2022 in casa Ferrari è stato sicuramente Inaki Rueda, il capo delle strategie che è a Maranello dal lontano 2015. In ben otto stagioni, lo spagnolo ha commesso una marea di errori, ma nessuno ha mai pensato di rimuoverlo dalla sua seggiola al muretto della Scuderia modenese, e qualcosa sarebbe potuto cambiare in questi mesi.
Da quanto si è appreso, pare che un eventuale arrivo di Frederic Vasseur avrebbe prodotto una piazza pulita, con Mattia Binotto, il direttore sportivo Laurent Mekies e Rueda stesso che sarebbero stati allontanati dalla Gestione Sportiva. In caso di permanenza dell’ingegnere di Losanna invece, lo spagnolo manterrà il proprio posto, e nelle sue ultime dichiarazioni c’è la convinzione di poter restare.
Rueda ha analizzato ai canali Ferrari la gara di Abu Dhabi, parlando anche di futuro: “La corsa è stata davvero molto tirata in termini di strategia. Charles ha eseguito alla perfezione la tattica ad una sosta, mentre Carlos aveva il passo per superare Hamilton, e secondo me ce l’avrebbe fatta anche senza il problema sulla Mercedes. Stiamo cercando di migliorare sotto tutti i punti di vista, queste ultime corse sono state un grande allenamento verso il 2023. Noi siamo impazienti per la nuova stagione, vogliamo giocarci il titolo il più presto possibile“.
Lo spagnolo, dunque, ha fatto capire che con ogni probabilità il gruppo di lavoro sarà lo stesso, una bella tegola per chi sperava in un cambiamento generale. Per pensare di dar fastidio a Red Bull e Mercedes, errori come quelli visti nel 2022 saranno intollerabili, e la speranza è che chi ha sbagliato sia stato ripreso per bene.