Jonathan Rea è forse il più grande campione della storia della SBK, senza dubbio il più vincente, e in Australia dimentica un duro 2022.
Se la Superbike attualmente è considerato come uno dei più importanti avvenimenti del Motorsport è senza ombra di dubbio anche merito del fenomenale Jonathan Rea, con il nordirlandese che ha avuto modo di vincere ben sei titoli Mondiali della categoria e in Australia ha interrotto una striscia nera.
Questo 2022 è sicuramente la stagione delle grandi sorprese e degli addii dalla lotta al vertice per coloro che sono stati in grado di scrivere la storia della loro disciplina.
Lewis Hamilton ha guardato con il binocolo per tutta la stagione Max Verstappen, senza mai essere un serio contendente al titolo, e lo stesso dicasi per Marc Marquez che è stato bloccato dai soliti problemi alla spalla e da una Honda poco affidabile.
Da un lato un sette volte campione del mondo in F1 e dall’altra un sei volte campione della MotoGP e a questa lista è giusto aggiungere Jonathan Rea in Superbike, con il nordirlandese che è anche lui un sei volte campione del mondo.
Nessuno nella storia è mai stato in grado di vincere quanto lui, ma quest’anno la sua Kawasaki non è praticamente mai stata della lotta al titolo che è stata a due tra la Ducati di Alvaro Bautista e la Yamaha di Toprak Razgatlioglu.
Certo, rispetto ai suoi colleghi leggendari nelle altre due categorie è decisamente andata meglio la stagione di Rea, ma vedere Jonathan come il numero tre del Mondiale ha fatto davvero molto strano.
L’inizio di stagione non era stato comunque negativo, dato che nelle prime tre tappe aveva vinto in ben cinque occasioni, in Gara 1 ad Aragon, in Gara 1 e SuperPole Race in Olanda e in SuperPole Race e Gara 2 in Portogallo.
In molti pensavano che potesse tornare al titolo dopo aver abdicato nel 2021 in favore di Razgatlioglu, ma dall’appuntamento lusitano per lui è iniziato un vero e proprio calvario.
Quasi sempre sul podio da terzo dietro allo spagnolo e al turco che si davano battaglia, con qualche piccolo sogno di gloria con la piazza d’onore e anche qualche crollo fuori dal podio e il 24esimo posto in Francia.
Insomma, dopo il successo in Gara 2 a Estoril per Jonathan Rea è iniziato un incubo che nessuno avrebbe mai potuto immaginare, con il nordirlandese che non riusciva più a vincere e vedeva il suo distacco nei confronti dei rivali crescere sempre di più.
Il weekend australiano è iniziato con il 6 volte campione del mondo che aveva una striscia negativa senza vittorie di ben 24 gare, un risultato che solamente a inizio carriera aveva emulato e che non gli era mai successo nei suoi anni in Kawasaki.
La Gara 1 dell’Australia ha visto però la casa giapponese rialzarsi dalle proprie ceneri e ottenere uno splendido doppio podio, con la terza piazza ottenuta dal compagno Lowes, ma davanti a Razgatlioglu si è seduto il leggendario Jonathan Rea.
Il precedente record negativo di Jonathan Rea è addirittura da attribuire alla sua precedente esperienza in Superbike, ovvero quando correva con la Honda, una moto che non lottavo di certo per vincere.
Nonostante non fosse una moto di altissimo livello, il nordirlandese è stato in grado di vincere sempre almeno una gara in tutta la sua straordinaria carriera in Superbike, dimostrando così il suo immenso talento.
Il suo periodo peggiore era però iniziato nel 2012, anno in cui vinse due gare in tutta la stagione, con l’ultima che avvenne nel suo Regno Unito, a Donington con il successo in Gara 2 davanti a Max Biaggi.
Da allora iniziò però un digiuno che sembrava essere infinito e che terminò soltanto nella seconda parte del Mondiale 2013, con la Gran Bretagna che venne ancora in suo soccorso.
Questa volta ci si trovava a Silverstone e Rea vinse Gara 1 davanti all’Aprilia di Eugene Laverty e alla Suzuki di Leon Camier, rompendo così la striscia negativa che perdurava da un totale di 33 gare.
Questo rimane dunque il suo record negativo in carriera, anche se comunque questa striscia resta la sua peggiore di sempre da quando corre con la Kawasaki dal 2015 a oggi.
Per trovare una striscia che si “avvicinasse” a quella attuale dobbiamo tornare al 2019, anno in cui Rea vinse il suo quinto Mondiale, ma a inizio anno tutto faceva pensare a un trionfo di Alvaro Bautista.
Nelle prime undici uscite stagioni il nordirlandese dovette chiudere in ben dieci circostanze al secondo posto, mentre una sola volta arrivò terzo, ma da lì in poi iniziò la rimonta.
Dunque Rea ha più che doppiato il suo precedente record negativo in Kawasaki, ma ora è tempo di tornare sul gradino più alto del podio e in Australia è tornato a essere implacabile.
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