Ci sarebbe un retroscena importante dietro alla cacciata di Schumacher dalla F1, che però non riguarda le sue prestazioni in pista.
E’ durata il tempo di due stagioni la parentesi di Mick Schumacher nel Circus. E pensare che un po’ tutti avevamo creduto che quello alla Haas, sarebbe stato soltanto il primo passo verso la Ferrari per ridare vita ad un binomio glorioso. Ed invece la favola si è già conclusa e neppure nel migliore dei modi.
Mal considerato da patron Gene, disperato soprattutto per i tanti danni accumulati, e sopportato a malapena dal team principal Gunther Steiner, perlomeno contento dei due arrivi a punti in Inghilterra e in Austria, il figlio d’arte è stato messo alla porta senza troppi complimenti o timori di pentimento.
A pesare sul suo allontanamento della scuderia a stelle e strisce e dalla F1 in generale, nelle vesti di pilota titolare, non sarebbero state solamente le sue scarse performance, ma anche altro.
Lo ha svelato l’inviato di Sky Sports Uk Martin Brundle. Per l’ex driver britannico ci sarebbe stata troppa ingerenza da parte della famiglia del tedeschino.
Provando ad analizzare cosa possa aver spinto gli americani a rinunciare ai servigi di un ragazzo che, bene o male, porta pubblicità per via del cognome, il 63enne avrebbe individuato nel suo entourage le cause dello strappo.
“I vertici dell’equipe si erano stufati di tutte le loro pressioni”, ha dichiarato ai microfoni della sua emittente. “E’ stato scaricato pure dal Cavallino, quindi è sicuramente un momento difficile per lui“.
Stando all’inglese, comunque, ci sarà ancora un futuro per Schumi Jr. all’interno della massima serie. Ultimamente si sta parlando di un avvicinamento con Mercedes (il boss Toto Wolff lo ha definito “parte della famiglia“) per occupare probabilmente il posto di riserva, fino a quest’anno nelle mani di Nyck De Vries, diventato uno dei due portacolori dell’Alpha Tauri.
“Sono certo che troverà un altra soluzione, anche se avrebbe meritato di restare in griglia“, ha considerato. “Per non allontanarsi dall’ambiente andrà bene anche un posto da terzo driver“.
Come noto il campione di F2 2020 è stato messo da parte a favore del navigato Nico Hulkenberg, uno che la F1 l’ha masticata per diverso tempo, ma che più per sfortuna che per incapacità, non ha raccolto abbastanza.
“La squadra statunitense è a caccia di esperienza e fiducia, anziché di carne fresca che finora non ha pagato“, ha aggiunto spostando il focus su una revisione totale della strategia del marchio. Passato dall’investire sui debuttanti, a privilegiare chi è più maturo.
Intanto, su come è stato gestito Mick dalla Haas, è intervenuto pure il dirigente della Stella. Il quale, indirizzandosi all’omologo meranese lo ha accusato di mancare di sensibilità e acume.
Per il manager viennese, infatti, aver tolto il sedile al figlio di Michael è stato un sacrilegio. “Il suo modo di gestire i corridori è sbagliato. Viene dalle montagne, dove l’aria è rarefatta e si fatica a pensare”, la stoccata a dir poco tranchant verso Steiner, prima di tranquillizzare a distanza il 24enne facendo l’esempio di Alex Albon, rimasto fermo e poi rientrato alla grande anche se con la piccola Williams.
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