Nel bilancio stagionale della Ferrari, meritano un encomio i piloti per le loro prestazioni. Ma anche da loro servirà uno step di crescita nel 2023.
Venti podi totali con 4 vittorie. E’ questo il bottino portato a casa dalla Ferrari in questo 2022, chiuso da vicecampione del mondo tra i Costruttori e anche tra i piloti con Charles Leclerc. Una stagione che era partita sotto i migliori auspici, dopo test praticamente dominati e le prime tre gare chiuse in pratica con un grande vantaggio in termini di punti sulla concorrenza. Da Imola però, all’improvviso, l’aria è cambiata, e oltre agli errori ci si sono messi i problemi di affidabilità ad affondare le speranze della Rossa, che prima ha subìto il sorpasso e poi già dalla Francia è arrivato l’allungo decisivo in chiave iridata di Red Bull e Max Verstappen.
Quello che più preoccupa è la seconda parte di stagione, dove a causa di uno sviluppo della monoposto praticamente ridotto al minimo e il ritorno della Mercedes, oltre agli effetti della direttiva tecnica 39 (quella anti-porpoising che ha costretto la Ferrari ad aumentare la distanza da terra e così cominciare a soffrire di un degrado delle gomme anomalo) il calo di prestazioni è stato evidente. Solo all’ultimo respiro a Maranello sono riusciti a contenere il ritorno delle Frecce d’Argento, mentre la Red Bull ha praticamente lasciato la compagnia, dimostrandosi nettamente superiore.
Per il 2023 la Ferrari sarà obbligata a lottare per il Mondiale. Lo dicono i numeri, ma anche i tifosi, che da anni chiedono una vettura che possa inserirsi per la lotta al vertice. Quest’anno ha conteso almeno per metà stagione il titolo a Max, ma serve il cambio di passo. Che non deve essere solo tecnico, ma anche mentale da parte di tutto il gruppo, a partire dal team principal Mattia Binotto e dagli strateghi nel box, che in più di una occasione hanno dimostrato di essere poco rapidi nelle scelte, soprattutto nei momenti più stressanti delle gare.
Ferrari, i piloti una certezza: ma serve ancora uno step
Se c’è un punto da cui ripartire per la Rossa, quello è il duo dei piloti. Leclerc insieme a Carlos Sainz Jr. si è dimostrato un binomio che può dire il fatto suo ad alti livelli, ma non basta. Infatti se è vero che la Ferrari deve crescere, dando in mano ai due una vettura all’altezza in ogni condizione e mettergli a disposizione il meglio degli uomini al box in termini di strategia, è anche vero che i piloti stessi devono compiere un ulteriore step in avanti se vogliono davvero essere da titolo insieme alla Ferrari.
A partire da Leclerc, che ha dimostrato una grande maturità per quanto riguarda i corpo a corpo con Verstappen e ha portato a casa meno di quello che avrebbe meritato, proprio per colpa delle noie che hanno spesso bloccato la sua F1-75 sul più bello. Ma anche lui deve crescere. Innanzitutto nel dialogo con i box, dando maggiori feedback sul comportamento della vettura e lasciandosi andare all’istinto nei momenti chiave, magari in condizioni meteo più difficili. Serve un pilota deciso che sappia cosa vuole e imponga qualche volta la sua volontà, indirizzando il team verso una scelta migliore.
E poi nella comunicazione. Perché sarà anche stato un signore in molte circostanze, celando il suo vero pensiero, risparmiato ai vertici della Rossa all’interno del proprio garage, ma soprattutto a caldo in gara, ma anche una volta sceso dalla vettura, in più di una occasione si è lasciato andare a esternazioni che hanno detto tutto del suo stato d’animo. E forse in un box così importante come quello Ferrari, che sta ricostruendo una propria immagine dopo anni di buio, non è stato il massimo. Si capisce perfettamente la sua grande voglia di cominciare a vincere veramente qualcosa d’importante, ma servirà un Leclerc più maturo per arrivare a dama.
Dal canto suo, Sainz invece ha sempre mostrato di essere ad alti livelli, ma spesso è mancato in gara in qualche spunto. Per buona parte della stagione ha lottato con una vettura non propriamente adatta al suo stile di guida, ma una volta fatto questo ha ritrovato una certa costanza di rendimento. Anche lo spagnolo dovrà cercare di ridurre al massimo questo “periodo” di presa di confidenza con la vettura, per dare una mano maggiore al team nei momenti chiave. Ma soprattutto dovrà cercare di non mettere in difficoltà il proprio box nelle domeniche più complicate, vedi ad esempio Monaco, quando la sua decisione di rimanere fuori ha poi danneggiato anche la rincorsa di Leclerc che in quel momento si giocava il Mondiale.
Insomma servirà più gioco di squadra e poi, a metà stagione, si dovrà decidere su chi puntare per l’obiettivo grosso, stabilendo una gerarchia chiara. E non come successo quest’anno. Ma per il bene della Ferrari, servirà l’aiuto in primis dei piloti. Perché solo così il sogno Mondiale sarà veramente possibile.