Dopo aver vinto il suo secondo titolo iridato Verstappen riflette su ciò e chi che gli ha consentito di farcela. L’omaggio è incredibile.
A Suzuka, a casa della Honda, lo scorso ottobre Max Verstappen ha potuto celebrare il suo secondo sigillo consecutivo. Un risultato clamoroso se si pensa che fino al 2020 la Mercedes sembrava imbattibile e inavvicinabile. Ma proprio grazie alla sua capacità di minare le certezze del mattatore Hamilton, prima gli ha portato via la coppa piloti. Poi, quest’anno, trascinato da una RB18 piuttosto competitiva, ha fatto bottino pieno, aiutando la Red Bull a porre fine alla supremazia Mercedes che proseguiva imperterrita dal 2014, campionato d’esordio della motorizzazione ibrida.
Ma come è stato possibile un simile passo avanti nello spazio di poco tempo da parte della scuderia austriaca? Ma soprattutto, come ha fatto l’olandese ha trasformare il suo carattere e a diventare un pilota maturo e accorto, lontano da errori e incidenti, ovvero l’esatto opposto a cui ci aveva abituato?
Ebbene, dietro a questa sua rinascita ci sarebbe il suo ingegnere di pista Gianpiero Lambiase.
Verstappen, da genio e sregolatezza a ragioniere
Dal suo esordio nel Circus avvenuto nel 2015, il 25enne è cambiato parecchio. Dopo una stagione e un pezzettino di apprendistato in Toro Rosso, venne promosso in fretta e furia nel main team in corrispondenza del GP di Spagna 2016. Gara che vinse lascando tutti a bocca aperta per la sua abilità di adattarsi rapidamente ad una nuova vettura.
Certo, da lì in avanti non tutto è stato perfetto. Al contrario, il figlio d’arte ha continuato ad essere considerato dai colleghi come un corridore borderline, sempre sul filo della scorrettezza. Ma la collaborazione fraterna con il suo tecnico personale, gli ha consentito di non presentare tropp attenzione alle critiche, focalizzarsi sul proprio lavoro e crescere.
Parlando della sua relazione con il tecnico italo-inglese, Mad Max ha dichiarato a RacingNews365.com. “Il nostro è come un matrimonio. A volte di facciamo di certi urli a vicenda. Ma va bene così. resta solo da decidere chi è il marito e chi è la moglie“, ha scherzato il #1.
Dopo aver mosso i primi passi nel Circus con la Jordan nel 2005, ed essere rimasto nella squadra lungo tutta la sua evoluzione da Midland, a Spyker fino a Force India, nel 2014 il britannico lavorerà con Sergio Perez, attuale vicino di box del campione in carica, prima del passaggio in Red Bull. Qui in teoria, avrebbe dovuto seguire Sebastian Vettel, ma il passaggio del tedesco in Ferrari lo porterà ad occuparsi di Daniil Kvyat, mandato via prima del tempo per scarso rendimento prima dell’inizio della stagione europea del 2015.
Ed ecco la ragione della nascita di quella che ormai è una coppia di fatto. “Il nostro rapporto è sempre stato ottimo“, ha tenuto a sottolineare il fidanzato di Kelly Piquet, che assolutamente non vuole modifiche di qualsiasi sorta. “Quando si comincia un percorso è importante la continuità. Avere un ingegnere diverso ogni volta non è positivo. Poi comunque io voglio restare con lui, e viceversa“, ha terminato la sua riflessione, convinto del detto “squadra che vince non si cambia”.