Nel 2022 la Red Bull è tornata a vincere il doppio titolo. Qualcosa che secondo il boss Horner non va giù ai diretti avversari.
Il 2022 lo aveva aperto con qualche preoccupazione a livello di affidabilità, poi però, in men che non si dice era riuscita a riparare. Che la RB18 fosse un progetto ben riuscito lo si era capito dai test invernali. E la grande reattività mostrata dal designer Adrian Newey e dal suo gruppo tecnico non appena sono emerse delle falle ha fatto il resto.
In “versione diesel” la Red Bull è riuscita a ingranare la giusta marcia e da lì nessuno è più riuscita a prenderla. Non certo la Ferrari che, al contrario, dopo un avvio esaltante si è progressivamente lasciata andare. Né, tantomeno, la Mercedes, alle prese con una W13 azzardata e un porpoising da mettere in crisi la schiena dei due piloti.
Possiamo dirlo fuori dai denti. Quella degli energetici è stata una strada in discesa, almeno per quest’anno. Prova ne sono i numeri, che, notoriamente, mentono poco. Guardando la classifica generale, notiamo un divario lampante e bruciante. 759 punti per gli austriaci, 554 per gli italiani e 515 per i tedeschi.
In pratica, la scuderia fondata da Dietrich Mateschitz ha corso in una liga a parte. Un po’ come eravamo abituati a vedere con la Stella in piena era ibrida. L’unica differenza è che in questo caso sono mancate le doppiette a man bassa.
Horner non risparmia frecciate
Leggera, veloce e solida, la vettura creata a Milton Keynes ha saputo primeggiare non solo con Max Verstappen, autore del record di 15 successi stagionali, ma anche con Sergio Perez, al top a Monaco e a Singapore.
Praticamente un dominio che secondo il team principal Christian Horner ha infastidito la concorrenza. “Quando ti porti a casa ben 17 gran premi, percepisci quanto male hai fatto agli altri“, ha dichiarato pungente, ben contento di aver umiliato due grossi costruttori come il colosso di Stoccarda, e un mito come il Cavallino.
“Anche per questo sono convinto che saranno ancora più motivati a batterci nel 2023. In fin dei conti stiamo parlando di due squadre di altissima qualità. E nulla dovrà essere dato per scontato”, ha aggiunto accorto a proposito di un futuro che sarà già inizio marzo.
Malgrado dal punto di vista meramente prestazionale le problematiche siano state poche, non lo stesso si può sostenere del contorno. In particolare dopo l’estate è scoppiato il caos per la violazione del budget cap del 2021. E successivamente si sono verificate delle tensioni tra i due portacolori, rese ancora più aspre da sfoghi pubblici da parte di entrambi.
“E’ normale avere qualche grattacapo“, ha considerato con filosofia il manager inglese. “Più sale la posta in palio, più i coltelli sono affilati. Nel campionato da poco concluso abbiamo avuto diverse esperienze sotto questo profilo. Il modo più rapido per diventare impopolare in questo paddock è vincere e farlo con costanza“.
Ma per quale motivo i loro successi avrebbero dato fastidio? Il marito di Ginger Spice ha pronta una risposta neppure tanto sorprendente. “Siamo la filiale di una bevanda energetica che gareggia contro brand storici dell’automobilismo. E naturalmente questo non piace ad alcuni“, ha chiosato pragmatico.
Ovviamente Horner ha una propria lettura. Ma essere messi in fila da chi produce bevande può essere effettivamente considerata una sorta di smacco. Un colpo all’orgoglio e al blasone del marchio.