In attesa dell’uscita della nuova Alfa Romeo Giulia Sportwagon, il designer D’Amico prova ad azzardare una previsione sul suo look.
Mito, stile e personalità, si uniscono nel rendering dell’Alfa Romeo Giulia Sportwagon disegnata dall’architetto Tommaso D’Amico. Come sempre lo spunto è stato preso dai modelli precedenti di questa amatissima vettura e poi arricchito con materiali e tecnologia all’avanguardia.
Ma ora guardiamo ai dettagli. All’interno dell’abitacolo abbiamo una plancia strumenti impreziosita da una vasta serie di optional di ultima generazione. Notevole il progresso sul fronte della motorizzazione, con un 2.0 TURBO benzina da 280 cv at Q4.
Il cambio è rigorosamente automatico, l’idea soprattutto per chi si sposta nei centri urbani, e vive un continuo stop&go, e la trazione è posteriore. In termini di dotazione il veicolo aggiunge, a quanto già riportato, i classici cerchi da 19”.
All’esterno la carrozzeria avrà un’estetica contemporanea con tinte metallizzate, in questo caso preciso è stato scelto un bel blu, che andranno a implementare ulteriormente la linea e la sua sinuosità dell’autovettura rendendola decisamente seducente.
Concepita per fare concorrenza alle varie Audi, Mercedes e BMW, l’Alfa Romeo Sportwagon non è mai diventata tale. Troppo ingenti gli investimenti richiesti per le previsioni di vendita, motivo per cui il progetto non si è concretizzato. Un vero peccato, che ha scontentato parecchi amanti del Biscione, viste le premesse e promesse emerse in occasione della presentazione della nuova Giulia, segmento D, già posticipata a causa della crisi economica globale.
Per il 2010 FIAT aveva reso noto un piano quadriennale che stabiliva il rilascio di un’auto di media taglia, per il 2012. Il suo compito sarebbe stato quello di prendere il posto dell’Alfa 159, sulla base del pianale FGA Compact, ammodernato e allungato. Dopo un primo stop, si decise di farla uscire nel 2014, ma appunto il crollo finanziario che colpì il mondo scompaginò di nuovo i piani del marchio. Facendo procrastinare la data di diffusione al 2015.
La domanda lecita che un po’ tutti si pongono e se effettivamente questo modello vedrà mai la luce in tempi brevi, o rimarrà solo un sogno per coloro che amano l’eleganza e la sportività. Nel disegno di D’Amico, il propulsore è ancora a benzina, ma se la Casa costruttrice dovesse decidere di mandare in pensione il progetto, quello nuovo potrebbe rivelarsi totalmente diverso, magari creato in chiave al 100% come l’automotive del futuro vuole.
Di recente il responsabile del brand Jean-Philippe Imparato ha affermato di essere particolare attratto dall’idea di una conversione full-electric, questo perché, al di là della questione ambientalistica, consente agli ingegneri e al gruppo tecnico di sbizzarrirsi sul fronte del bodywork. Vedremo se nei prossimi mesi ci saranno delle novità sotto questo profilo.
Sicuramente da parte dell’azienda c’è l’intenzione di sperimentare sul campo del prodotto. Non a caso, i vertici hanno deciso di rinunciare al costoso impegno in F1, che verrà concluso a fine 2023. Questo per virare verso discipline meno impegnative sotto il profilo delle casse, e per concentrarsi maggiormente sul mercato che, non sempre, coincide con le esigenze della competizione e dello spettacolo.
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