E’ arrivata la notizia dell’addio dell’intero CdA della Juventus, poche ore prima del Binotto out. Le società della famiglia Agnelli versano in uno stato confusionale.
E’ arrivata come un fulmine improvviso la notizia delle dimissioni di Andrea Agnelli in una fredda serata di novembre. Il rampollo della famiglia piemontese non è più il Presidente della Juventus. Il club era in acque agitate, ma è affondata l’intera barca composta da Pavel Nedved e da Maurizio Arrivabene. Quest’ultimo era stato integrato nell’organigramma del club bianconero dopo aver provato a riportare in alto la Scuderia Ferrari. Il manager non è riuscito a trovare una sua dimensione nemmeno nel mondo del calcio.
Da team principal si ricordano gli anni a sostegno delle cavalcate mondiali di Sebastian Vettel, concluse con un pugno di mosce. La Scuderia Ferrari, se non altro, aveva lottato sino ad inizio autunno per un riconoscimento iridato nel 2017 e nel 2018. Con l’arrivo di Mattia Binotto, al posto di Maurizio Arrivabene, le cose non sono migliorate, anzi. E’ iniziata la narrazione di una squadra giovane che avrebbe dovuto crescere ed imparare, gara dopo gara ed errore dopo errore. Il danno d’immagine più clamoroso nella storia della Rossa è avvenuto proprio nell’anno dell’avvento al muretto dell’ingegnere di Losanna.
Mattia Binotto, infatti, aveva puntato tutto su un super motore che consentì, dopo la pausa estiva nel 2019, a Leclerc di vincere le sue prime gare in F1. Il monegasco si impose a Spa e Monza, riuscendo a riaccendere l’entusiasmo sopito dei fan. Vettel, al volante della SF90, ha conquistato l’ultimo GP della sua carriera, nella notte di Singapore. Subito dopo iniziarono i veleni e i sospetti sulla Power Unit della monoposto modenese. L’indagine della FIA si concluse con un accordo segreto con la Scuderia. Tutto lasciò presumere un illecito, messo a tacere con un patto che ebbe effetti devastanti negli anni a venire. L’auto del 2020, infatti, avrebbe dovuto puntare su una incredibile velocità di punta, ma venendo a mancare la cavalleria annaspò nelle retrovie.
La SF1000 verrà ricordata come una delle peggiori monoposto della storia del Cavallino Rampante. La squadra non riuscì ad ottenere nemmeno un singolo successo e fu ufficializzata anche la separazione da Sebastian Vettel. Binotto confessò, anni dopo, che quella fu la decisione più difficile da TP della Ferrari. Intanto Arrivabene nel suo nuovo ruolo manageriale alla Juventus si ritrovò in una complicata situazione. L’investimento fatto, precedentemente, su Cristiano Ronaldo non diede i suoi frutti, anche sul piano commerciale, dato l’arrivo del Covid-19 che svuotò gli stadi. Nacquero delle criticità in merito agli ingaggi dei calciatori. Fu prevista la rinuncia di alcune mensilità da parte dei giocatori nelle stagioni 2019-20 e 2020-21 e la restituzione nelle stagioni successive. Una “manovra prudenziale” che avrebbe causato l’apertura di una indagine della magistratura sulla conti del club.
Binotto, che confusione in Ferrari
Una dei motivi per il quale il CdA della squadra torinese si è dimesso è legato all’inchiesta Prisma, oltre alla Consob. Sospetti e veleni che hanno intaccato, nuovamente, l’immagine del club, come avvenuto in F1 con la Scuderia Ferrari a seguito dell’accordo con la Federazione Internazionale dell’Automobile. Quasi come dovessero scontare una pena, gli alfieri della Rossa non hanno più vinto un singolo appuntamento nei due anni successivi. La Scuderia è tornata a fare la voce grossa nei primi round del 2022, a seguito del cambio regolamentare. Tutto è durato un battito di ciglia. Dopo le vittorie iniziali in Bahrain e Australia di Leclerc, a distanza di due anni e mezzo dall’ultimo trionfo, il team è tornato a rifare i soliti cronici errori gestionali e strategici. Si sono aggiunti anche nuovi problemi tecnici alle PU Superfast e i cronici ritardi sugli sviluppi.
Binotto ha dimostrato attaccamento, ma non ha centrato gli obiettivi. “Con il rammarico che ciò comporta, ho deciso di concludere la mia collaborazione con la Ferrari. Lascio un’azienda che amo, di cui faccio parte da 28 anni, con la serenità che deriva dalla convinzione di aver fatto ogni sforzo per raggiungere gli obiettivi prefissati. Lascio una squadra unita e in crescita. Una squadra forte, pronta, ne sono certo, a raggiungere gli obiettivi più alti, a cui auguro il meglio per il futuro. Credo sia giusto fare questo passo in questo momento per quanto difficile sia stata per me questa decisione. Ringrazio tutte le persone della Gestione Sportiva che hanno condiviso con me questo percorso, fatto di difficoltà ma anche di grandi soddisfazioni”, ha annunciato l’ingegnere di Losanna.
F1, Vasseur per salvare Leclerc? Ecco cosa accadrebbe in Ferrari. Date una occhiata anche alla carriera a Maranello di Mattia Binotto. Il consiglio della Juventus ha chiesto ad Arrivabene di mantenere la carica di amministratore delegato. Il suo destino appare già segnato, proprio come era accaduto ai tempi della Ferrari. Binotto, probabilmente, in futuro si legherà ad una nuovo team. È in corso il processo per individuare il nuovo Team Principal della Scuderia Ferrari e dovrebbe concludersi nel nuovo anno. Il Presidente Elkann per ora tace e l’unica cosa certa è il caos che regna sovrano nelle società della famiglia Agnelli.