F1, specchietti retrovisori: cosa cambierà a partire dal 2023

Nel contesto del weekend di Abu Dhabi sono state definite diverse modifiche alle auto di F1. Uno dei punti riguarda gli specchietti.

Durante la stagione appena conclusa a Yas Marina, la Federazione Internazionale ha potuto osservare diversi problemi di visibilità da parte dei corridori. Motivo per cui si è deciso di agire immediatamente ampliando la grandezza degli specchietti retrovisori che dal prossimo anno passeranno da 150 a 200 mm.

Al vaglio c’è stata anche una soluzione più tecnologica e moderna, ma alla fine si è optato per la strada più classica.

Questo elemento della monoposto, apparentemente insignificante, gioca invece un ruolo molto importante anche sotto il profilo dell’aerodinamica, motivo per cui i designer li vorrebbero piccolissimi così da evitare turbolenze. Allo stesso tempo, sono stati sfruttati proprio per questa caratteristica per ottenere dei benefici.

Carlos Sainz (LaPresse Foto)
Carlos Sainz, Ferrari F1 (LaPresse Foto)

E qui è subentrata la normativa, in modo da placcare qualunque tentativo di imbroglio. Lo specchietto deve servire al pilota per vedere cosa succede alle sue spalle. Di conseguenza la FIA ha posto delle regole stringenti su quale debba essere la sua posizione.

Ciò nonostante le soluzioni trovate non sembrano aver dato i risultati sperati. Per cui l’ente governativo si è sentito di dover intervenire ulteriormente, ingrandendo un po’ la misura dei vetri.

Specchietti retrovisori in F1: la FIA spiega cosa cambia

Parlando a Motorsport.com il responsabile tecnico del collegio Nicholas Tombazis ha illustrato la natura della modifica e le ragioni.

Abbiamo ritenuto opportuno passare dagli attuali 150 a 200 millimetri di lunghezza, con 60 mm in altezza. Dopo aver effettuato qualche esperimento nelle prove libere abbiamo notato un miglioramento nell’angolo di visione posteriore”, ha confidato l’ingegnere greco.

Alcuni piloti non hanno trovato grandi differenze, in quanto alcune vetture dispongono già di un design abbastanza curvo. Altri, invece, non hanno dato feedback positivo, poiché lo specchietto piegato distorce troppo la visuale. Sono reazioni soggettive, tuttavia, crediamo che ingrandendo i vetri potremo accontentare le esigenze di tutti“, ha proseguito nell’analisi di una problematica presente da parecchio tempo e che forse potrebbe aver trovato una risoluzione definitiva.

Il quesito che poi ci si è posti è come mai uno sport così all’avanguardia, attento sempre allo sviluppo di escamotage innovativi, non abbia puntato sulle micro-camere, anziché su un sistema che potremmo definire analogico.

A tale domanda il 54enne di Atene ha replicato sostenendo che effettivamente si era pensato a quel tipo di strada, salvo poi lasciar perdere a causa di alcune lacune ancora presenti.

Per prima cosa, non c’è molto spazio nell’abitacolo per inserire uno schermo“, ha puntualizzato. “In secondo luogo i diversi colpi di luce possono rendere poco visibili le immagini. Basti pensare a ciò che accade con lo smartphone. Al sole si devono strizzano gli occhi per essere in grado di vedere qualcosa. E infine, abbiamo notato che vi è un tempo di adattamento della messa a fuoco dell’occhio del conduttore sul display. Quando si è ad alta velocità non si può perdere mezzo decimo di secondo per questa operazione. Di conseguenza stiamo esaminando le problematiche e studiando un’alternativa valida, magari con impulsi audio”, ha infine rivelato.

Gestione cookie