A partire dal GP del Belgio, in F1 è stata introdotta una normativa che più di qualche team avrebbe infranto. La conferma arriva dalla FIA.
Tutto era partito dalle lamentele della Mercedes. Per giustificare la carenza di prestazioni della W13, la scuderia di Stoccarda, nelle prime fasi della stagione aveva dato la colpa alle vetture ad effetto suolo e ai sobbalzi da esse creati. Ed effettivamente a fronte di un design tanto estremo come quello adottato dai tedeschi, il cosiddetto porpoising ha finito per essere amplificato. Tanto che ad un certo punto i due piloti Hamilton e Russell avrebbero cominciato a soffrire di mal di schiena.
Siccome con la salute non si scherza, la Federazione Internazionale ha preso in considerazione i reclami dell’equipe dominatrice dell’era ibrida. Così, dopo aver già messo mano al regolamento in corrispondenza del round del Canada, a Spa ha introdotto la direttiva TD39.
FIA in allerta, cosa è successo in F1
La normativa prevedeva l’innalzamento delle altezze da terra e l’immediata risoluzione in caso di non conformità in sede di controllo federale. Da fine agosto, però, nulla si è saputo in merito ad eventuali violazioni. E adesso che la stagione è stata ultimata, il responsabile tecnico Nikolas Tombazis ha rivelato ad Auto Motor und Sport dei particolari.
“Ci sono stati alcuni casi di irregolarità, motivo per cui i team hanno dovuto riparare subito dopo le libere 1“, ha affermato senza entrare nel dettaglio dell’entità dell’infrazione e dei nomi di chi è stato beccato in castagna.
Come confermato dal direttore tecnico della F1 Pat Symonds la regola resterà in vigore anche il prossimo anno. Non solo per un fatto di sicurezza. “Con un fondo troppo vicino al suolo, si rischiano danni che fanno lievitare i costi“, ha commentato. Non a caso nel 2023 il “floor” verrà sollevato di 15 mm, come verrà rialzato il diffusore.
La speranza è che questa soluzione compensi il carico aerodinamico trovato dalle scuderie, che ovviamente fa aumentare i sobbalzi. Stando alle analisi operate negli uffici dell’ente governativo, questo ritocco alle norme porterà ad una diminuzione del downforce tra il 5 e il 7%. Ovvero mezzo secondo sul giro.
“Lo sviluppo in corso di annata, però porterà ad un azzeramento di questa percentuale“, ha infine considerato l’ex Ferrari.
Il propoising è diventato secondario
E’ interessante notare come questa problematica che ad inizio campionato ha occupato le preoccupazioni della scuderie e le cronache di siti, giornali e tv dedicate ai motori, sia pian piano scemata. Di pari passo con l’evoluzione delle vetture, è diventata meno rilevante un po’ per tutti, tranne che per la Stella, aiutata, come detto dalla FIA.
Sebbene ancora presente, il fastidioso sobbalzo in rettilineo si è fatto più sopportabile ed difatti negli ultimi appuntamenti, nessuno più lo ha nominato.
Sicuramente ha colpito maggiormente la macchina progettata a Brackley a causa di quelle sue pace estreme. Ma non è detto che non si ripresenti in maniera estesa. Dopotutto, i team sono sempre alla ricerca di quel pizzico in più di carico aerodinamico. E ciò potrebbe rivelarsi controproducente sotto il profilo del traumatico effetto delfino.