La Ferrari vive un momento complesso, e l’ex numero uno del Cavallino ha messo il dito nella piaga. Sono arrivate parole molto forti.
In casa Ferrari occorre darsi una mossa e nominare, al più presto, il nuovo team principal. La settimana che sta andando verso la conclusione entrerà nella storia dell’azienda, dal momento che l’annuncio dell’addio di Mattia Binotto è stato finalmente ufficializzato. Ancora una volta, la Scuderia modenese ha gestito in maniera pessima ciò che è emerso dalla stampa, viste le smentite prive di senso logico arrivate dopo il GP del Brasile.
Leo Turrini, noto insider da sempre vicinissimo alla Rossa, aveva detto testuali parole: “L’era di Binotto è finita“, ed anche “La Gazzetta dello Sport” aveva dato per certo l’addio dell’ingegnere di Losanna. Tuttavia, il Cavallino ci ha tenuto ad uscire con un comunicato ufficiale che descriveva come speculazioni prive di fondamento le indiscrezioni arrivate prima di Abu Dhabi, ma il tutto si è poi concretizzato.
Sui social c’è molta tristezza per la fine del rapporto con Binotto, ma dopo quattro anni di gestione fallimentare, è chiaro che le cose non potessero andare in modo diverso. Il tecnico, divenuto team principal dopo la cacciata di Maurizio Arrivabene, non ha mai dato prova di essere un manager all’altezza della situazione, in un mondo dominato da squali come Christian Horner e Toto Wolff.
La sua prima, grande sconfitta fu quella dell’accordo segreto con la FIA, che condannò la Ferrari a due stagioni terribili, vale a dire quelle del biennio 2020-2021. Negli ultimi tempi, si sono levate tantissime critiche contro la Red Bull, rea di aver superato il Budget Cap della passata stagione, ma in questo caso urge effettuare una piccola riflessione.
Di quell’accordo tra il Cavallino e la Federazione Internazionale si è parlato molto poco, forse proprio perché a Maranello, qualche magheggio sulla power unit del 2019, era stato fatto. Una squadra che sa di avere ragione non avrebbe mai accettato di perdere due anni in quel modo e di farsi umiliare per così tanto tempo, ma avrebbe sbattuto i pugni portando la vicenda in tribunale, a qualunque costo.
L’accordo segreto è stato una vergogna per la storia della squadra più vincente della F1, ed in seguito le cose non sono migliorate. L’obiettivo del 2022 era quello di lottare per il mondiale, ma Binotto ed i suoi uomini non sono andati oltre la seconda posizione in entrambe le classifiche, esattamente ciò che fece Arrivabene prima di essere allontanato.
L’ormai ex amministratore delegato della Juventus portò la Rossa a giocarsi due titoli a lungo, cosa che con Binotto non è mai accaduta. A questo punto, urge annunciare in fretta il nuovo team principal, ma soprattutto anche altri cambiamenti all’interno del team. Red Bull e Mercedes non aspettano, e potrebbero approfittare in maniera importante di questo caos aziendale che vige a Maranello.
Ferrari, Montezemolo è durissimo contro la gestione
La Ferrari non è più stata la stessa dopo l’addio di Luca Cordero di Montezemolo, che abbandonò la carica di presidente al termine del 2014. A lui subentrò Sergio Marchionne, che i suoi errori li fece eccome, anche se nei primi tempi riuscì a dar respiro alla Scuderia modenese ridandole un buon potere politico e portandola a lottare con la Mercedes per lunghi periodi.
La sua morte, avvenuta nel luglio del 2018, ha spianato la strada alla presidenza di John Elkann, senza dubbio il peggior presidente della storia, almeno sino ad oggi. Lo stesso Montezemolo, ha detto due parole sull’addio di Mattia Binotto al Cavallino, non risparmiandosi una frecciata proprio all’attuale chairman ed all’azienda che ha diretto per oltre due decenni.
Ecco le sue parole: “Quello che sta succedendo in Ferrari mi addolora, non nascondo che è una situazione di cui sono molto preoccupato. Al momento, non posso far altro che dire che mi pare un’azienda senza un leader e senza una leadership, ma oltre a questo non voglio dire altro. Io sono anche un tifoso di questa azienda, preferisco non infierire su una situazione molto difficile“.
Pur non nominando direttamente Elkann, le parole di Montezemolo sono molto chiare, e sarà interessante vedere se il presidente deciderà di rispondere. Ciò che è certo è che la gestione del figliol prodigo, di Binotto e di tutti gli altri grandi capi ha prodotto risultati davvero tremendi, con sole 7 vittorie arrivate in oltre quattro anni.
La strada per ripartire sarà molto dura, dal momento che i rivali sono fortissimi e, soprattutto, molto più organizzati. Con queste premesse, batterli diventa un’impresa impossibile, e per ricostruire un team vincente ci vorrà ancora molto tempo. La soluzione, al contrario di ciò che credono in molti, non era di certo la conferma di Binotto, ma al suo posto ci vorrà un manager che sappia fare alla grande il proprio lavoro.