In una intervista, un “pezzo grosso” in Mercedes ha spiegato anche la sua passione per una delle corse più leggendarie al mondo.
Se c’è un particolare che la Ferrari deve migliorare in futuro è quello della strategia di gara. Troppe volte infatti si è presa la decisione sbagliata, soprattutto nei momenti più concitati della corsa. E’ qui che è emersa la maggior capacità di lottare ad alti livelli di team da anni sulla cresta dell’onda come Red Bull e Mercedes. Soprattutto il team anglo-tedesco lo ha dimostrato nella seconda parte dell’anno, quando è riuscita a trovare il bandolo della matassa e recuperare terreno sulle avversarie, chiudendo poi con una vittoria a Interlagos, obiettivo minimo di una stagione comunque deludente.
Era evidente infatti che la Mercedes ambisse a ben altro a inizio 2022, ma la W13 purtroppo si è dimostrata una vettura difficile da guidare. Un progetto sbagliato può capitare ma il team principal Toto Wolff, tra le tante cose dette durante la stagione e nel finale, ha ammesso che quanto accaduto quest’anno debba essere da lezione alla squadra per migliorare e non commettere mai più lo stesso errore.
Tra i protagonisti al box della scuderia Mercedes c’è un certo James Vowles, che è in sostanza la mente nel dipartimento di strategia. E uno che appare in pubblico solo quando c’è bisogno di chiarimenti sulla tattica di gara scelta. Ad esempio, quando i suoi piloti mettono in dubbio la strategia alla radio, ecco apparire Vowles con il suo “Lewis, è James …“. Da tutti è considerato una delle menti più brillanti nel paddock della Formula 1.
È un ingegnere, ma sa anche entrare in empatia con i suoi piloti. Anche perché non molti lo sanno ma anche lui corre eccome con le auto in pista. Lo scorso anno ha preso parte a tre delle quattro gare dell’Asian Le Mans Series. Le squadre che vi vincono nella loro categoria acquistano un biglietto per la 24 Ore di Le Mans. Una gara ambita da molti, anche da Vowles, che però sfrutta queste occasioni soprattutto per comprendere ancora meglio i suoi piloti quando si comportano in una certa maniera o cercano qualcosa di specifico nella loro vettura.
Vowles e la passione per le corse (grazie a Mercedes)
Ogni volta però che scende dall’auto, l’ingegnere capisce quanto siano forti i piloti di F1. E non solo in confronto a lui: “Lo sai già come ingegnere – ha ammesso in una intervista ad Auto Motor Und Sport -. C’è però chi al mondo non si rende conto di quanto siano bravi questi ragazzi. Se riesci a mentire loro entro dieci secondi, faresti un buon lavoro con la macchina di Formula 1“.
Le esperienze che ha fatto lo aiutano a comunicare ancora meglio con i piloti. E la passata stagione gli ha chiarito ancora una volta cosa stanno facendo Lewis Hamilton e George Russell: “La nostra macchina era difficile da guidare. Dicono di non sapere se stanno entrando in curva o se stanno volando via. Tuttavia, ottengono gli ultimi millisecondi da un’auto di cui non si fidano completamente. Ho girato in pista con Lewis ad Austin su una AMG GT R. Ha bisogno di uno, forse due giri per conoscere il limite. Io a volte dei giorni“.
Vowles è entrato nel mondo del motorsport testando auto di Formula 4, Formula 3 e Formula 2. Ha gareggiato nel British Touring Car Championship, poi nel 2021 ha provato una vettura Mercedes GT4. E, cosa incredibile, era a soli otto decimi dal pilota più veloce, quello di riferimento. Ed è così che sta alimentando le sue chance di correre, parallelamente alla sua carriera nei box di Formula 1. “Chiamatela crisi di mezza età“, ha detto scherzosamente il 43enne. Che poi ha spiegato come ha cercato un volante per la Asian Le Mans Series, che si è tenuta nel febbraio 2022: “Non sapevo se sarei stato abbastanza bravo. Ogni grande produttore si presenta in questa serie. E poi ci sono io. Di certo non volevo mettermi in imbarazzo. Per citare Toto Wolff: io non ero male“.
Ma alla fine ce l’ha fatta. Anche grazie proprio alla Mercedes, che ha capito che questa passione va alimentata, perché gli permette di capire meglio i piloti in pista la domenica: “Voglio anche capire le cose dal punto di vista del guidatore. Quali sfide devono affrontare in macchina. C’è un’enorme differenza tra ciò che sente il pilota e ciò che vede l’ingegnere“.
L’aneddoto e il sogno
I corridori si lasciano guidare dal loro istinto. Senti cose in macchina che vanno oltre l’immaginazione dei comuni mortali. Gli ingegneri invece ragionano in modo diverso. Non vivi nel mondo delle emozioni, ma nel mondo dei dati. E Vowles lo ha capito sulla propria pelle, tanto che ha raccontato un aneddoto di un test GT3 a Valencia che descrive in modo appropriato come piloti e ingegneri a volte vadano su un piano diverso: “Ho guidato in un test di pneumatici Pirelli su un’auto Mercedes GT3. Il mio ingegnere mi ha avvertito prima dell’uscita che il pedale del freno era un po’ lungo. Ho pensato: ok, posso farcela. La prima curva lì gira a sinistra. È veloce e si prende in quinta marcia. Freno, il pedale cade a terra. Al momento sono preoccupato per la mia salute. La risposta alla radio non è stata che io non stavo entrando come dovuto ma ‘Va tutto bene, ora 20 giri’. Quello è il momento in cui il pilota e l’ingegnere vanno in direzioni opposte“.
E per questo ha ammesso: “Dovremmo prestare maggiore attenzione ai piloti. Si mettono a rischio ogni volta“. Intanto lui pensa alla Mercedes di F1 ma anche alle corse. E continua ad alimentare un sogno, chiamato 24 Ore di Le Mans: “È lì che dovrebbe portarmi questo viaggio. Non voglio andare lì con l’intenzione di vincere. Voglio andare lì con l’obiettivo di finire la gara. È strano in quanto la mia vita in Formula 1 alla Mercedes è tutta su incentrata sul vincere. Ecco perché ci alziamo la mattina. Ecco perché lavoriamo così duramente“. E chissà che magari non ci vada, anche con qualche suo pilota, metti Hamilton o Russell…