La F1 si sta distinguendo, negli ultimi anni, per una continua ed assurda ricerca dello show, in pieno stile Usa. L’ultima novità fa paura.
L’arrivo di Liberty Media in F1 è datato 2016, quando Bernie Ecclestone decise di fare un passo indietro cedendo il tutto a Chase Carey. Il “baffone” statunitense, dopo quattro anni di leadership, ha passato il testimone a Stefano Domenicali, personaggio nel quale tutti gli appassionati speravano per un ritorno al top del Circus anche da un punto di vista sentimentale nei confronti di questo sport.
Purtroppo, anche l’ex team principal della Ferrari ha deluso e non poco, portando la F1 in posti sempre più strani, sino a far disputare ben tre gare negli Stati Uniti, con l’aggiunta di piste a dir poco orrende come quella di Miami e di Las Vegas, la quale debutterà tra meno di un anno.
La massima serie automobilistica, pian piano, è stata trasformata in uno spettacolo forzato, che sta attirando le folle più giovani, ma che sembra essersi dimenticata degli appassionati veri. Il colpo di grazia l’ha dato Netflix con una serie TV che non è stata gradita dai tifosi di vecchio stampo, ma che dal punto di vista del business ha funzionato.
Tantissimi ragazzi si sono avvicinati alle monoposto più veloci del mondo, e dopo il Covid-19 le tribune sono tornate a riempirsi come mai era accaduto prima. Tanto per farvi un esempio, ad Imola e Monza sono state montate tribune ulteriori, altrimenti non sarebbe stato possibile accontentare tutti i tifosi che erano vogliosi di tornare a sostenere i propri beniamini.
Tutto ciò ci dice che questo sport, dal punto di vista dell’interesse e del business, è molto più che in salute, ed anche gli ascolti televisivi sono tornati a salire. Ciò non toglie che siano presenti delle criticità non gradite agli appassionati, ai “puristi” del racing, come la scelta dei circuiti ed anche il discorso pay tv.
Soffermandoci sulle piste, un certo Max Verstappen ha detto la sua su questa vicenda, sottolineando che ormai ci sono troppi circuiti cittadini nel calendario. L’aggiunta di piste come Jeddah e Miami, ovvero dei tracciati velocissimi in mezzo ai muri delle metropoli, ha solo l’obiettivo di portare soldi nelle casse di Liberty Media, ma lo spettacolo è di basso livello.
Questi nuovi tracciati sono tutti uguali, composti da lunghissimi rettilinei dove vengono poste ben tre zone DRS, dando vita a spettacoli fasulli. Ricordate quanto accaduto tra Charles Leclerc e lo stesso Verstappen proprio in quel di Jeddah a fine marzo? Siamo arrivati al punto di frenare prima del detection point e di non superare chi è davanti per avere l’ala mobile disponibile sull’allungo seguente, cose che con questo sport non hanno nulla a che vedere.
F1, pronta una nuova penalità sulle power unit
Uno dei temi principali della F1 moderna è quello legato alle power unit. Nel 2014 vennero introdotte le unità propulsive turbo-ibride, ma con un limite massimo da poterne utilizzare in stagione. Inizialmente, con meno di 20 gare in calendario, se ne potevano montare 5 prima di andare in penalità, ma ora sono soltanto 3 e con un programma di gare ben più vasto.
Pensate che nel 2023 verranno disputate 23 corse più 6 Sprint Race, ed il numero di motori utilizzabili non crescerà affatto. Ciò ha prodotto, negli ultimi anni, delle griglie di partenza spesso rivoluzionate, con i big costretti a partire dalle retrovie. Tuttavia, ciò ha creato soltanto delle rimonte fittizie, dal momento che Red Bull, Ferrari e Mercedes hanno un passo troppo superiore alla concorrenza, e pur partendo dal fondo possono ritrovarsi nelle prime posizioni già ben prima di metà gara.
L’esempio più evidente in questo senso è stato il GP del Belgio, con Max Verstappen che ha conquistato la prima posizione in 12 giri dopo essere partito 14esimo. L’ultima proposta della F1 Commission di cui si discuterà nei prossimi mesi pare essere ancor più assurda, dal momento che la penalità in griglia potrebbe essere sostituita con un altro tipo di sanzione.
Si tratterebbe dell’introduzione di alcune penalità da scontare in gara, con l’aggiunta di tempo al pit-stop. Una buona idea invece, stando a quanto riportato da “RacingNews365“, sarebbe quella di estromettere dal conteggio degli elementi danneggiati in incidenti dal conteggio delle power unit.
Per fare un esempio, se un pilota viene tamponato da un rivale e si ritrova con l’unità propulsiva danneggiata, potrebbe montarne un’altra nella gara seguente senza incorrere in una penalizzazione. Tutto ciò è ancora da discutere, ma è chiaro che qualche cambiamento importante dovrà essere fatto per il bene dello sport. Non è possibile pensare di creare spettacolo retrocedendo le monoposto più competitive, che vista la loro superiorità possono superare le avversarie con una facilità già vista in passato. Gli organizzatori avranno un compito difficile per riapparare la situazione.