La Red Bull Racing, dopo la morte di Dietrich Mateschitz, stravolgerà alcune gerarchie interne. Si è aperta una nuova era.
Il team campione del mondo sta cambiando pelle, a seguito della scomparsa del fondatore della bevanda energetica. La Red Bull Racing subirà delle trasformazioni interne che potrebbero rompere degli equilibri perfetti. Del resto anche in Ferrari, l’addio di Mattia Binotto, porterà ad una nuova organizzazione interna. Se la Scuderia modenese non ha conseguito i risultati sperati, arrivando ad oltre 200 punti proprio dalla RB, e l’esigenza di una svolta è stata decisiva, in casa Red Bull Racing la realtà ha superato la fantasia.
Il drink team ha conseguito 17 vittorie su 22 Gran Premi, dominando dal quarto appuntamento sino al termine della stagione. Max Verstappen si è laureato per la seconda volta consecutiva campione del mondo, riuscendo a dominare in lungo e in largo. Solo nella primissima parte di stagione, con 3 ritiri in 3 gare, la RB ha palesato degli affanni. Risolti i problemi di affidabilità la squadra con sede a Milton Keynes è riuscita ad ottenere una quantità impressionante di punti, anche grazie ad un team ben collaudato. Al di là di qualche scaramuccia finale, Sergio Perez ha svolto con costanza e dignità il suo ruolo di secondo.
Max Verstappen ha continuato la sua ascesa, non trovandosi, come nel 2021, un avversario in grado di metterlo in difficoltà e il titolo costruttori, il quinto della storia della Red Bull Racing, è arrivato con molte gare d’anticipo. Tutto lasciava presupporre una stabilità per l’apertura di un ciclo vincente, ma la scomparsa di Dietrich Mateschitz ha stravolto l’azienda. Sono stati selezionati i migliori elementi dell’universo RB per sopperire al fondatore ed un riassetto ha incluso anche i reparti sportivi. In F1 la Red Bull Racing è diventata la squadra da battere. Il rapporto d’amicizia tra Helmut Marko e Mateschitz ha prodotto risultati stupefacenti. Al di là delle enormi dimensioni aziendali, la RB è costruita sull’impronta di una famiglia con gerarchie chiare ed autonomie indispensabili.
F1, ecco come cambia la Red Bull
I risultati ottenuti nel corso degli anni hanno rafforzato il modello, esaltando grandi professionisti come Horner e Newey. Quest’ultimo ha sempre dichiarato di trovarsi benissimo a Milton Keynes per l’indipendenza di cui dispone. Helmut Marko, del resto, ha fatto scelte importanti sull’Academy, ma i fatti gli hanno dato ragione. Quando i suoi piloti hanno avuto auto vincenti hanno sempre ottenuto risultati di primissimo piano.
Vettel prima, in coppia con l’esperto Webber, e Verstappen oggi con Perez hanno scritto pagine importanti della categoria regina del Motorsport. Tutto è funzionato alla grande per oltre 15 anni. Tutto il team è sembrato distrutto dalla morte del fondatore della RB, ma non si è disunito. Verstappen ha voluto, fortemente, dedicare la vittoria in Texas a Mateschitz. Quest’ultimo, prima della sua morte, ha pensato di suddividere le responsabilità del suo impero in tre aree. L’ambito sportivo oggi è gestito da Oliver Mintzlaff, figura cardine della società austriaca ed ex numero uno del Lipsia calcio.
Dopo una lunga carriera nello sport, anche in qualità di atleta, Oliver Mintzlaff avrebbe voluto concretizzare la partnership Red Bull-Porsche. Quando sembrava tutto fatto per l’ingresso del gruppo tedesco in vista della produzione dei propulsori della next gen, l’accordo è saltato per una decisione della premiata ditta Horner – Marko. Nessuno dei due voleva lasciare il controllo nelle mani di Porsche. Per conservare una totale autonomia della Red Bull Racing è sfumata una occasione d’oro. Il marchio tedesco, facente parte del gruppo Volkswagen, avrebbe voluto anche inserire dei propri uomini, acquisendo un ruolo anche nelle scelte del team.
I colloqui si sono, definitivamente, arrestati lo scorso settembre. Non vi saranno ripensamenti, nonostante l’idea del nuovo boss Mintzlaff. Ad oggi, però risulta chiaro che la RB dovrà muoversi per non farsi trovare impreparata tra 4 anni. Si sono iscritti come motoristi per il 2026, come Red Bull Powertrains. Si tratta di un momento decisivo per l’azienda, una nuova sfida che potrebbe nascondere anche molti rischi. Appare, in ottica futura, improbabile una autonomia totale con l’arrivo di Mintzlaff.
Christian Horner e Helmut Marko sembrano intenzionati a conservare la loro indipendenza decisionale, almeno finché i risultati saranno eccellenti. La questione relativa al Budget Cap ha sollevato un polverone mediatico sulla squadra austriaca. Il nuovo corso non ha accolto con il sorriso le voci di irregolarità per lo sforamento del tetto di spesa dell’annata 2021. Le scelte future non saranno più un affare interno, ma saranno discusse con le nuove figure dirigenziali. Se in qualche modo le sparate del dott. Helmut Marko e le prese di posizione del team principal inglese, un tempo, sarebbero state perdonate da Mateschitz, d’ora in avanti la musica cambierà.