La Ferrari punta in alto nel 2023 nonostante la rivoluzione attualmente in corso. Ecco cosa ha detto Binotto prima di dimettersi.
In casa Ferrari prosegue la costruzione della nuova monoposto, che verosimilmente sarà svelata ai primi di febbraio. Il mondiale, nel 2023, inizierà con due settimane di anticipo rispetto a quest’anno, precisamente il 5 marzo in Bahrain. Tuttavia, non servirà presentare le nuove auto troppo presto, dal momento che non sono previsti i test a Barcellona, ma solo una sessione proprio a Sakhir una settimana prima della gara inaugurale.
Purtroppo, le prove su pista sono un qualcosa che è sempre più raro da trovare, e per i team non è una buona notizia, considerando che per chi sbaglia progetto non c’è troppo tempo e modo per recuperare. La speranza della Scuderia modenese è quella di aver fatto tutto bene, ma come ci ha insegnato il 2022, farlo ad inizio anno non basta.
Contro dei colossi come Red Bull e Mercedes, occorre essere perfetti anche e soprattutto sul fronte degli sviluppi, aspetto in cui le rivali sono da sempre superiori. La Ferrari ha alcune criticità da risolvere in fretta, e tra quelle più importanti c’è sicuramente la power unit e la sua estrema fragilità.
Charles Leclerc e Carlos Sainz hanno subito dei cedimenti clamorosi nel corso dello scorso campionato, destino che è capitato anche alle Haas ed alle Alfa Romeo Racing, ovvero i team clienti del Cavallino. Per pensare di poter combattere per il titolo non si può partire con un deficit così importante, che non si riflette soltanto sul rischio di ritiro o quant’altro.
Infatti, i due piloti sono stati costretti per troppe volte a partire dalle retrovie, con Leclerc che è andato in penalità già dal Canada, una delle prime tappe della stagione. Stando a quanto si vocifera, pare che dopo l’incendio sviluppatosi sulla monoposto di Sainz in Austria siano stati tolti circa 30 cavalli al motore Superfast, per cercare di limitare al massimo il rischio di rotture.
Di questa power unit si parlava un gran bene l’anno scorso, ma già dall’inverno che precedeva la prima stagione della nuova era della F1 erano trapelate indiscrezioni non confortanti. Il motore aveva chiuso il gap con i rivali sul fronte della potenza, ma pagava troppo in termini di affidabilità, ed infatti i problemi non sono mancati già dai test.
Secondo quanto è emerso nelle ultime ore, sembra che le cose stiano migliorando e che in chiave 2023 non dovrebbero esserci problemi, ricordando che, da regolamento, si può intervenire sulle unità propulsive solo e soltanto per migliorarne l’affidabilità, senza poter toccare gli aspetti prestazionali. L’importante sarà finire le gare, perché la potenza non era stata un problema quando usata nella sua totalità.
La Ferrari fornisce le power unit anche ad altre due squadre, vale a dire Haas ed Alfa Romeo Racing. Così come la Scuderia modenese, anche il team svizzero e quello statunitense hanno sofferto e non poco di problemi tecnici, con Gunther Steiner che era stato il primo, nel corso dei test invernali, a lanciare l’allarme sulla fragilità della nuova unità propulsiva prodotta a Maranello.
Lo stesso Steiner, parlando alla stampa, ha però rassicurato i tifosi per quanto riguarda il 2023 e la nuova power unit: “In questi giorni ho avuto modo di incontrare Mattia Binotto, mi ha detto che il motore che useremo il prossimo anno è una vera e propria bomba. In Emilia-Romagna c’è tantissimo sostegno per la Rossa, ed anche noi dobbiamo sperare che il prossimo anno siano forti, perché significherebbe che avremo un buon motore da sfruttare“.
Steiner ha sicuramente dato una notizia positiva a chi tifa Ferrari, ma è chiaro che occorrerà anche seguire il lavoro degli altri. Red Bull partirà con un vantaggio tecnico notevole visti i passi da gigante fatti dalla RB18 nella parte finale di stagione, ed anche la Mercedes era migliorata tanto rispetto ai primi appuntamenti.
Occorre sperare in una battaglia accesa, visto che il 2022, per il risultato maturato, è stato un buco nell’acqua considerando gli obiettivi dichiarati dei nuovi regolamenti. A Maranello devono accelerare i tempi ed annunciare il nuovo team principal, per evitare che il caos regni ancora per tanto tempo e che si dia adito a speculazioni varie.
Al giorno d’oggi, è impossibile darvi un favorito per sostituire Mattia Binotto, il quale ha lasciato la Rossa dopo quattro anni da capo della Gestione Sportiva e 27 di lavoro in fabbrica. Un periodo così lungo non si dimentica facilmente, ma era chiaro che entrambe le parti erano arrivate al capolinea e che non si sarebbe potuto proseguire in quella maniera.
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