Con l’ennesima rinuncia al GP di Cina, la F1 valuta le alternative. E ci sono diversi circuiti in ballo. Alcuni davvero storici per il Circus.
Siamo ancora lontani dal via del Mondiale 2023, ma per la F1 ci sono già problemi. Solo qualche settimana fa infatti è stato ufficializzato il calendario della prossima stagione, che sarà il più “ricco” di sempre. In totale 24 location, ovvero due Gran Premi F1 in più rispetto a quelli andati in scena nel 2022, ma anche sei gare Sprint rispetto alle tre viste quest’anno. Ma si è già dovuto mettere mano a questa composizione. Infatti, dopo una serie di voci che si rincorrevano già prima dell’ufficializzazione di tutti i GP, ecco che la Cina ha confermato che anche per il 2023 non si correrà nel suo Paese. Il problema è legato alle politiche anti-Covid applicate nel Paese, con i membri del Circus che non hanno ricevuto le esenzioni sui requisiti di quarantena in caso di contagio.
In caso di positività di un membro di un team, infatti, questi dovrebbe osservare un periodo di isolamento di cinque giorni in un centro anti-Covid, ma non è tutto: servirebbero altri tre giorni in albergo per il resto della squadra. E questo vorrebbe dire praticamente per una squadra dire addio al gran premio.
Adesso per la F1 si apre una fase di riflessione, che dovrebbe portare alla scelta di una location che sostituirà il GP di Cina. Le voci in realtà circolano ormai da un bel po’ di tempo e sono quelle di una quarta gara negli Stati Uniti, ma in realtà ci sono anche altri circuiti che potrebbero rientrare nella rosa dei possibili candidati.
F1, le aspiranti candidate più “adatte”
Nello stilare il calendario 2023, il criterio è stato quello di evitare dei giri enormi da parte di tutto il paddock esagerati. Un modo per rendere i collegamenti tra una tappa e l’altra più semplici e quindi meno problematici rispetto a quanto accaduto in passato.
Il GP di Cina si sarebbe dovuto tenere dal 14 al 16 aprile, tra il GP d’Australia (30 marzo-2 aprile) e il GP d’Azerbaijan (28-30 aprile). Rimanendo vicini come logistica, ecco che Sepang potrebbe essere un’opzione valida. per la F1. Per certi versi la pista del GP di Malesia è stata la risposta dell’Asia a Spa-Francorchamps, visto che il tracciato, impegnativo e ondulato, ha sempre messo a dura prova sia l’abilità del pilota che l’efficienza della vettura. Su questo circuito si sono sempre avute battaglie molti interessanti e visto che si è sempre corso a inizio stagione, lo slot lasciato libero dalla Cina potrebbe essere l’ideale per correre qui.
Tra Australia e Baku una interessante via di mezzo è poi Istanbul, tornato in calendario nel 2020 e che ha destato un piacevole interesse. Anche perché sul tracciato turco Lewis Hamilton ha centrato il suo settimo titolo iridato, raggiungendo così un altro mito come Michael Schumacher.
I circuiti in pole
Le altre opzioni sono tutte valide, ma non rientrano in realtà nel principio stabilito dalla F1 di “prossimità”. A partire da Portimao, tornato in auge durante il periodo pandemico e che sembrava poter tornare in calendario in maniera definitiva. Con ottime strutture, moderni standard di sicurezza e una pista impegnativa con un’elevazione mozzafiato, ha soddisfatto quasi tutte le aspettative come luogo moderno e appetibile per il Gran Premio. E secondo rumors, la pista dell’Algarve è ampiamente considerata come la principale candidata a prendere il posto di Shanghai. Tanto che si vocifera anche che il promotore del Gran Premio del Portogallo abbia i fondi necessari per organizzare l’evento.
Si è parlato anche del Paul Ricard, che nonostante il suo ritorno in calendario nel 2018 non abbia creato realmente così grande interesse, sarebbe l’ideale visto che per diversi team è spesso teatro di test. Il fatto è che il GP qui non ha mai creato gare emozionanti, anzi, piuttosto soporifere. Ma il fatto è che la Francia sarebbe in una buona posizione per organizzare un gran premio con un preavviso relativamente breve.
L’opzione più “esotica” e intrigante però è Kyalami, visto che da tempo si parla di un ritorno in Sudafrica della F1. Un ritorno di questa pista in sostituzione di Spa era stato discusso per gran parte di quest’anno, solo che il GP del Belgio ha ricevuto quella che molti hanno interpretato come una sospensione dell’esecuzione quando ad agosto è stata annunciata una proroga di un anno. L’abbandono della Cina però potrebbe aprire una possibilità interessante per tornare qui. Al momento del fallimento dei colloqui per il 2023, è stato riferito che al round sudafricano mancava un sostegno governativo sufficiente, con Kyalami che richiedeva anche una serie di aggiornamenti (almeno 15 milioni di dollari). E anche ora il problema si riproporrebbe.
Allora cosa accadrà? Per il momento tutto tace, ma con ogni probabilità la F1 non si farà sfuggire l’occasione per completare il suo calendario.