Il talent scout della Red Bull Marko ha già le idee ben chiare su come andrà il campionato 2023. E soprattutto cosa ne sarà di Perez.
Sergio Perez ha già il destino segnato. Questo almeno, nella mente di Helmut Marko. E di solito, quando il cacciatore di talenti di Graz parla non lo fa mai per caso. Troppe volte nel corso della stagione conclusa il 20 novembre ad Abu Dhabi, il messicano ha alzato la testa, dichiarando di aver dato una mano al capitano Verstappen.
Ad aggravare la sua posizione quell’incidente nelle qualifiche di Monaco tornato alla ribalta mesi dopo in Brasile, quando Max si è rifiutato di dargli una mano per la lotta per la seconda piazza piloti. Nel Principato Checo, grazie alla pole position conquistata con quel botto, riuscì a portarsi a casa la vittoria di gara, dichiarando poi alla fine di essere in lizza per il Mondiale.
In soldoni, ufficialmente rifiutava l’idea di essere il secondo dell’olandese. E di conseguenza di assolvere il compito per cui era stato assoldato e pagato.
Malgrado in Red Bull si siano sempre prodigati di mostrare come la loro line-up fosse coesa e collaborativa, alla fine i nodi sono arrivati al pettine, facendo deflagare una bomba in quel di Interlagos che ha messo in piazza tutti i panni sporchi, fino a quel momento ben coperti.
Marko avvisa Perez: cosa succederà nel 2023
Per evitare che il driver di Guadalajara si faccia troppi castelli in aria e si immagini un campionato venturo in cui potrà dire la sua, il consulente degli energetici ha dettato una previsione, che praticamente suona come il copia-incolla di quest’anno. A suo avviso il 32enne potrà sì fare buone prestazioni, magari lasciare qualche segno, ma nulla di più.
“Al momento non lo vedo in grado di dare fastidio al suo vicino di box nella battaglia per la coppa più prestigiosa. Al massimo lo vedremo aggiudicarsi una o due prove”, ha asserito secco come suo solito alla Bild. “A dirla tutta, nessuno è in grado di fare più di questo”.
Per l’austriaco, quindi, non solo il centroamericano potrà fare solamente la comparsa o poco più, ma pure tutti gli altri. Né Hamilton con la Mercedes, né Leclerc con la Ferrari, potranno dare del filo da torcere al figlio d’arte.
Siamo all’inizio di un’era Verstappen dunque? Per il 79enne la risposta è affermativa, anche se molto dipenderà dal valore della monoposto che saprà fornirgli la squadra. Rispetto alla già buona RB18, la speranza di Milton Keynes è di fare qualche passo avanti ulteriore. “Ci piacerebbe dominare come abbiamo fatto nel 2022“, si è sbilanciato consapevole delle 17 vittorie in 22 appuntamenti. “Non sarà comunque una passeggiata. In più dobbiamo ancora migliorare. In particolare nell’area dell’affidabilità“.
A bruciare è ancora in ricordo dei primi tre round di questa stagione e delle défaillance tecniche che hanno colpito il due volte iridato in Bahrain e in Australia, e l’ex Racing Point a Sakhir.
“A San Paolo, invece, abbiamo mancato sul fronte assetto. Nonostante l’ottima performance complessiva, non sempre siamo stati perfetti“, ha concluso ribadendo la necessità di alzare l’asticella del team per continuare a tenersi dietro la Stella e la Rossa.