Nell’ultima puntata di ultimo giro andata in onda su TV Play abbiamo intervistato Paolo Andreucci, leggenda dei rally italiani.
Paolo Andreucci è una stella del rally italiano, 13 volte campione, 11 assoluto e 2 su terra. Il suo nome evoca ricordi che ci riportano ad un motorsport romantico e spettacolare, considerando la sua brillante storia da corsa che lo ha visto dominare per anni ed anni in questa specialità così amata del motorsport.
Grande specialista di corse su sterrato, asfalto, neve, ghiaccio, tutto ciò che concerne il mondo dei rally, Andreucci ha un’esperienza incredibile in questa tipologia di gare, ed ha debuttato nel mondiale nel lontano 1989, a bordo di una Lancia Delta Integrale, chiudendo ottavo al Rally del Portogallo.
Paolo Andreucci, ecco la nostra intervista esclusiva
Paolo Andreucci è intervenuto ai microfoni di TMW, ed ha approfondito alcune tematiche molto interessanti, come la sua vettura preferita riguardante la carriera, un papabile sostituto di Mattia Binotto ed altro ancora. Parliamo di una leggenda del motorsport italiano, che negli ultimi due decenni ha vinto tutto ciò che c’era da vincere nel mondo dei rally.
Da quanto tempo sei diventato così competitivo anche sulla terra?
“Per diversi anni sono partito spesso per le gare con il numero 1, nel rally ci sono molte differenze tra terra ed asfalto. La Peugeot era una macchina eccezionale sull’asfalto, mentre sulla terra necessitava di alcuni sviluppi. Sia io che un altro giovane come Kalle Rovampera facevamo fatica ad essere competitivi su terra, ma è stata una gran bella soddisfazione. Ogni auto ha una sua caratteristica specifica. La macchina, le gomme, la squadra e tutti hanno fatto un grande lavoro“.
Sei il pilota nettamente più forte per quanto riguarda i rally tricolori, ed una curiosità è legata al tuo debutto nel mondiale, sulla Lancia Delta Integrale. Ci puoi parlare delle emozioni alla guida di quella vettura?
“Sono emozioni che non ti puoi dimenticare, ero in gara con lo junior team, il Jolly Club. Sino alla gara prima partecipavo al trofeo, poi sono arrivato in Portogallo, la mia nona gara in carriera, e quando arrivato a Caramulo, la sera prima della partenza, mi ritrovai ad un tavolino con Carlos Sainz sr. ed il grande Miki Biasion. Si trattò di una sensazione fantastica, non scorderò mai quei momenti. Era tutto diverso, le auto davano emozioni incredibili, dovevi gestirle e non solo andar forte“.
“Le gare duravano tanti giorni, in Portogallo si partiva al mercoledì e si correva sino alla domenica, con tappe massacranti da svolgere anche nel cuore della notte. Alle 3 di mattina c’erano delle prove di sterrato di 33 km su fango, acqua e nebbia, non si vedeva a 20 metri di distanza. Senza lo sospensioni di oggi, senza il differenziale e con macchine molto scorbutiche dovevi gestire il tutto, soprattutto con le Gruppo N. Erano 500 km di gara, una volta le prove speciali le facevi con l’assistenza al tuo seguito, ma ripeto che le emozioni erano differenti. Dovevi avere una visione molto importante, perché oggi le gare sono molto più sprint, è tutto diverso“.
Il rally oggi è cambiato del tutto, ed il mondiale 2022, il primo dell’era ibrida, è stato vinto da Kalle Rovampera, un classe 2000. Credi che le auto siano diventate troppo facili da domare?
“Ho approfondito questa cosa avendo vissuto per qualche tempo Kalle, che arrivò in Italia. Al Rally del Ciocco gli davo qualche consiglio sulle prove speciale che io conoscevo bene, sull’asfalto mi è capitato di insegnargli qualcosa, anche se non ne aveva troppo bisogno. Sull’asfalto guidava in maniera molto diversa. Lui ha iniziato a correre a 6 anni, ora ha 16 anni di guida“.
“Io iniziai a 22, ciò significa che in paragone avrei vinto il mondiale a 38. In Italia dobbiamo lavorare molto come Federazione ed ACI Sport, stiamo iniziando a farlo. Valentino Ledda, che ha iniziato da poco, sta andando molto forte, e sicuramente occorre proseguire su questa strada“.
“Negli altri paesi, soprattutto in Finlandia, questo processo è già partito, e noi stiamo iniziando in questi anni. Kalle ha un’officina con delle macchine bellissime al suo interno, ed abbiamo parlato con un amico di lui. A 22 anni vincere un mondiale significa essere un fenomeno, ne nasce uno ogni secolo. Questo mio amico, per tutta risposta, mi ha detto che ne nascerò uno ogni millennio, proprio per far capire quanto è ricco di talento“.
Quale auto ti è rimasta più nel cuore di tutte quelle che hai guidato in carriera?
“Mi è piaciuta molto la Renault Megane, ma anche la Peugeot 208 che ho sviluppato ed ho portato ad essere vincente con la mia squadra, queste sono quelle a cui sono più attaccato. In loro c’è qualcosa che sento essere mio in qualche modo, ed è per questo che le porto sempre con me, nella mia memoria“.
Se ho un nome dai rally da poter prestare alla Ferrari per sostituire Mattia Binotto?
“Ho riflettuto molte volte sulla situazione in Ferrari, ogni volta commettono qualche errore in varie zone. Mi sono posto una domanda, ovvero mi son detto che ci vorrebbero persone vincenti, con mentalità vincenti. Possono venire anche da altri settori, ma serve la mentalità in certe situazioni, quella che può fare la differenza.
“Secondo me è mancato questo alla Ferrari, perché quando si fanno errori strategici e di cambio gomme manca qualcuno che non vada troppo a guardare i computer e tutti i dati, ma che abbia esperienza e capacità di prendere le giuste decisioni. Occorre farlo in pochissimi secondi, deve essere una cosa che ti viene automatica, proveniente dall’esperienza“.
“Una cosa così avviene solo con persone pratiche e vincenti a livello di mentalità. Cambiare spesso persone non è ottimale secondo me. Ti devo dire un nome su cui punterei? Silvio Lazara, che è il proprietario del mio team, l’H Sport, è stato per quattro anni il capo macchina di Schumacher. Lui ha una mentalità vincente, io e lui abbiamo lavorato bene insieme ed abbiamo fatto qualcosa in più di quello che potevamo fare in altre squadre“.
“Lui ha una mentalità ancor migliore della mia, e credo che ci voglia della gente che già dai test abbia in mente l’obiettivo di una squadra vincente. Mi sono trovato bene anche con un ingegnere in Fiat, e se ti dovessi dire una persona idonea potrebbero essere loro. Andrea Adamo? Lo conosco molto bene, così come Gabriele Rizzo, hanno collaborato per tanti anni ed è stato con me in Fiat. Se ne devo scegliere uno tra tutti? Vado su Gabriele Rizzo, Andrea ha già avuto il suo bel risultato, quindi vado su Gabriele“.
Nel ringraziare Paolo Andreucci a nome di tutta la redazione di TMW, vi ricordiamo i nostri appuntamenti settimanali.
- Lunedì 14:30-15:30 live su TV Play su Twitch, canale di Calciomercatoweb.it;
- Lunedì 19:00-20:00 live sul canale Twitch di Tuttomotoriweb.it, sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale YouTube. Non mancate ai nostri prossimi appuntamenti, con tanti altri ospiti interessanti con cui discutere di motorsport.