Il campione 2016 di F1 Rosberg si è espresso sul recente terremoto che ha scosso i piani alti della Ferrari. Il suo parere allarma i tifosi.
Prima Stefano Domenicali, poi Marco Mattiacci, quindi Maurizio Arrivabene e ancora Mattia Binotto. Dal 2014 ad oggi al vertice della scuderia Ferrari si sono avvicendati ben quattro team principal e il quinto è in arrivo. Nulla di cui essere orgogliosi visto che a questi rimpasti si sono sommati quelli interni, relativi ai nomi meno noti, che in silenzio lavorano nel dietro alle quinte, e quelli al timone del brand, da Luca Cordero di Montezemolo, a Sergio Marchionne, per finire, suo malgrado e per cause di forza maggiore John Elkann.
Non bastasse anche l’amministratore delegato è cambiato. Da Louis Camilleri, l’incarico è passato nelle mani di Benedetto Vigna.
In poche parole Maranello è sempre in subbuglio. E la mancanza di continuità potrebbe essere la chiave, la spiegazione per la difficoltà a raccogliere risultati. Non essendoci mai una lettura univoca del da farsi, con tante persone che vogliono dire la loro, ogni proposito di avanzamento finisce in un caos.
E quanto avvenuto quest’anno, benché nascosto ne è la prova. Il fatto che da subito il muretto non abbia voluto sacrificare Sainz a favore di Leclerc, ha inasprito i rapporti tra i due piloti, in quanto Charles avrebbe desiderato essere l’ape regina e con lui buona parte del box, mentre Carlos, convinto di avere tutto il diritto di usufruire delle medesime chance, si è trovato solo o con pochi dalla sua parte.
L’esito della poca chiarezza è stato che entrambi spingevano oltremodo, commettendo errori e portando a casa meno di quanto avrebbero dovuto.
E’ vero, se si pensa che nel 2020 la Rossa aveva chiuso sesta tra i costruttori, il secondo posto del 2022 è una ventata di aria fresca. Tuttavia, anche per le ragioni di cui sopra, la sensazione è che la squadra sia reduce da una sconfitta.
Rosberg severo con la Ferrari: cosa pensa
Cercando di fare una previsione di ciò che sarà il 2023 del Cavallino, Nico Rosberg non ha nascosto una certa preoccupazione. L’ennesimo cambio di guardia porterà senz’altro degli squilibri. Non esattamente il massimo in un gruppo che già subisce parecchia pressione.
“Sarà dura per il team, anche perché non è che ci sia molta gente all’altezza sul mercato. Quel ruolo è complicato ovunque. E in quel contesto molto di più“, ha commentato il 37enne a La Gazzetta dello Sport.
A suo avviso la decisione di lasciar andare via l’ingegnere italo-svizzero non è comunque stata una gran mossa. “In F1 la continuità è un valore. In Mercedes e in Red Bull non sostituiscono la maggior parte delle persone chiave da dieci anni e più. Ed è proprio ciò che manca alla Rossa“, ha proseguito la sua riflessione con scetticismo verso il futuro degli italiani.
E rispetto al parare di molti, per l’iridato 2016 chi arriverà al posto del 53nne non dovrà fare lo sbaglio di dettare immediatamente una gerarchia. “I corridori vanno lasciati liberi“, ha detto, con in mente forse il modo di operare del suo ex boss Toto Wolff.
Se disquisendo sulle vicende della compagine modenese, il tedesco si è mostrato severo, ben diverso è ‘l’atteggiamento nei confronti di Max Verstappen.
“A 25 anni ha già vinto più di Alonso“, ha evidenziato. “Possiede un talento incredibile ed è completo. Ha uno spirito guerriero come Schumacher o Senna. E ormai difficilmente cade in fallo. Non per niente nessun compagno riesce a stargli dietro“.
Per concludere il figlio di Keke ha rivelato cosa di più lo ha stupito dell’olandese. “Era partito male, ma ha saputo tirare fuori una stagione storica con 15 centri. Resterà tra i cinque più grandi di sempre“, la chiosa con un attestato di stima.