Il geniale progettista della Red Bull Newey ammette che non tutto è stato perfetto per il team. Uno sbaglio lo ha molto infastidito.
Non tutte le ciambelle riescono con il buco, ma non è azzardato sostenere che per la RB18 il buco sia venuto decisamente bene. Salvo gli intoppi iniziali dovuti all’affidabilità, l’ultima nata di produzione Adrian Newey si è dimostrata un’ottima alleata di Verstappen e Perez. Ed infatti i due assieme hanno conquistato 17 delle 22 gare in programma. Quindici l’olandese e due il messicano. Numeri che fanno impallidire i rivali e fanno sostenere che quella del 2022 sia stata un’annata trionfale per Red Bull, tanto quanto quelle di epoca Vettel.
Eppure, il progettista inglese, da perfezionista quale è, ha ravvisato delle pecche, messe sul tavolo senza troppi patemi. A suo avviso il peccato originale sarebbe legato ad una data. Il 2021.
Newey rivela lo sbaglio della Red Bull
Per quale ragione? Semplicemente perché la squadra, anziché interrompere lo sviluppo su una RB16B senza futuro, avrebbe continuato ad aggiornarla per reggere il passo della Mercedes.
Se la classifica costruttori aveva delineato con anticipo una discreta superiorità della Stella, tra i driver la lotta tra Max e Lewis Hamilton si è decisa all’ultimo giro dell’ultimo corsa. Al di là di tutte le polemiche scatenate dalla condotta dell’ex direttore di gara della FIA Michael Masi, il duello tra i due contendenti è stato vivo fino al miglio finale. Questo anche grazie all’aggressività dei due box che hanno voluto continuare a lavorare sulle vetture, invece di pensare alla rivoluzione regolamentare che, al contrario, nel frattempo era diventata la priorità di altre realtà come la Ferrari.
“Sulla macchina di quest’anno abbiamo potuto lavorare poco, poiché ci siamo focalizzati su quella vecchia più di quanto avremmo dovuto“, ha confidato a Motorsport.com nel contesto degli Autosport Awards. “Ciò ci ha portato ad avere un surplus di cose da fare durante l’inverno. Per cui abbiamo optato per concentrarci sull’assetto, posticipando gli update. E fortunatamente è andata bene“.
Effettivamente se in avvio di campionato era di pari livello con la Rossa, nella seconda parte ha preso il volo, aggiudicandosi ben dieci delle ultime undici prove, infrangendo il primato di punti conquistati e incassando entrambe le coppe in anticipo.
Per il 63enne l’annata conclusa il 20 novembre è stata quindi da fiato sospeso. Vissuta nell’incertezza se gli sforzi posti nell’evoluzione sarebbero stati sufficienti. Questo almeno fino a quando il Cavallino è crollato da solo, rendendo la vita dell’equipe con base a Milton Keynes nettamente più agevole.
“La squadra italiana nel pre-stagionale era probabilmente più veloce“, ha analizzato l’ingegnere. “Poi noi abbiamo realizzato un notevole ed efficace upgrade per affrontare la prima gara. Al principio è stata davvero una battaglia serrata. Loro erano più in forma su alcune piste, noi su altre“.
Imparata la lezione circa l’importanza di procedere passo per passo, il team ha cercato di creare una vettura il più possibile completa per il post pausa estiva.
“Abbiamo voluto assicurarci che funzionasse su tutti i circuiti. Credo che nel complesso abbiamo fatto un buon lavoro“, ha infine gongolato.