Dopo aver ritirato il premio per il campionato costruttori Red Bull, il boss Horner ha omaggiato Binotto, in uscita dalla Ferrari.
Dopo essersi definito, a notizia ancora calda, poco sorpreso dello scossone al vertice della Ferrari, sceso dal palco delle premiazioni FIA, quest’anno in scena a Bologna, Christian Horner ha reso omaggio a Mattia Binotto.
A fine novembre il team principal della Rossa aveva reso nota la sua volontà di lasciare l’impegno al muretto, per cederlo a qualcuno di più adatto nono essendo stato in grado di riportare la squadra italiana sul tetto del mondo come avrebbe dovuto e voluto.
“Credo sinceramente che abbia fatto un ottimo lavoro, producendo una vettura e un motore molto validi“, ha affermato il capo della Red Bull. “Sicuramente è stato così in questa stagione anche se hanno avuto delle difficoltà a livello operativo“.
E’ dunque patrimonio condiviso che ciò che è mancato al Cavallino nel 2022 non sia stata la performance, quanto una visione d’insieme. La capacità di adottare le strategie ottimali per massimizzare i risultati. Ed evitare, così, rischi eccessivi da parte dei due piloti i quali, costretti a spingere, si sono spesso resi protagonisti di errori.
Horner esalta la figura di Binotto
Per il manager degli energetici, il tecnico italo-svizzero è stato un esempio di dedizione e amore per il marchio modenese. “Dopo tanto tempo credo sia stato difficile per lui andare via”, ha proseguito indicando nell’enorme pressione a cui chi dirige una scuderia a carattere nazionale come quella di Maranello è sottoposto, la ragione dell’uscita di scena.
“Nel 2023 mi siederò di fronte probabilmente al sesto boss Ferrari. Chi ricopre quel ruolo deve sopportare un peso enorme“, ha riconosciuto.
Effettivamente, sebbene i britannici siano molto sportivi e buona parte delle equipe che vediamo sullo schieramento abbia base nel Regno Unito, né stampa, né tifosi sono tanto attenti alle prestazioni di chi corre nel Circus.
Per noi la Rossa è simbolo del Tricolore. Qualcosa di cui andare fieri, e che merita di essere rappresentata al meglio possibile. Ecco spiegata parzialmente la ragione della diversità.
Sempre collegando il discorso all’avversaria italiana, ma dipingendo un quadro di ciò che è stata l’annata del proprio gruppo, il marito di Ginger Spice ha identificato nel GP di Imola il momento spartiacque. Quello in cui le bevande si sono definitivamente imposte come le migliori malgrado un avvio zoppicante caratterizzato da alcuni intoppi sul fronte dell’affidabilità-
“Penso che la Scuderia fosse più forte di noi in avvio di campionato e che globalmente avesse una vettura più competitiva. Tuttavia siamo riusciti a restare in contatto e questo si è rivelato cruciale per noi“, ha analizzato svelando come il doppio ritiro del Bahrain abbia influenzato il loro approccio alle corse restanti. “Sapevamo di dover restare agganciati al Cavallino. La Sprint Race e il successo domenicale al Santerno sono stati due momenti importantissimi“.
Per il 49enne, quell’episodio si rivelerà un boost per loro e una mazzata psicologica per Leclerc, Sainz e l’intero pit wall emiliano.
La cura dimagrante alla già buona RB18 farà il resto. “Pian piano abbiamo alleggerito la monoposto ed è arrivata la velocità“, ha infine rivelato.