E’ tempo di clamorosi stravolgimenti in MotoGP dopo una stabilità che ha generato non poche sorprese negli ultimi anni. Ecco cosa hanno deciso i vertici.
Nei tempi moderni c’è una straordinaria voglia di trasformazione. In tutti gli ambiti è come se si sentisse l’esigenza, a volte ingiustificata, di mettere in mostra un rinnovamento. Non sempre si tratta di una evoluzione positiva, anzi potrebbe tradursi in una involuzione. La MotoGP non avrebbe avuto bisogno di cambiare, radicalmente, lo schema che da sempre ha reso attrattiva la categoria. Il calo di ascolti, nel 2022, è stato dettato dall’addio di Valentino Rossi e dall’impiego part-time di Marc Marquez.
Se i giovanissimi non ritengono appassionante una rimonta da -91 da parte di un centauro italiano su una moto italiana, forse, vorrà dire che non sono così interessati alla categoria. Non è detto, inoltre, che lo diventeranno con gare sprint o stravolgimenti tecnici e relativi alla sicurezza. Il Motorsport è sempre stato molto meno popolare rispetto, ad esempio, al calcio. Il discorso è semplice ed è ruotato intorno all’impossibilità per i più di mettersi alla prova nella disciplina. Due calci ad un pallone li possono dare tutti, anzi rappresenta per molti una via di fuga da una vita difficile, ma salire a bordo di un bolide non capita a tutti.
La MotoGP è la massima espressione di tecnologia legata al mondo delle due ruote. E’ una sfida tra campioni che hanno iniziato a gareggiare sin da bambini sulle minimoto. Lo spettacolo dovrebbe essere assicurato dalla presenza dei migliori centauri sul pianeta. Oltretutto, negli ultimi anni, complice anche l’assenza di Marc Marquez, lo spettacolo è diventato imprevedibile. La top class, proprio come la F1, ha sempre funzionato a cicli. Ci sono stati, in era recente, quelli targati Honda con Marquez, Yamaha con Rossi e Lorenzo, ancora prima Doohan e il suo erede di Tavullia sulla moto dell’ala dorata.
Ora la MotoGP sta vivendo l’epoca dei trionfi della Ducati, campione nei costruttori da 3 anni di fila, ma nelle ultime quattro stagioni si sono alternati quattro campioni diversi. Dopo l’ottavo titolo di Marc Marquez nel 2019, Joan Mir ha proseguito il trend vincente degli spagnoli, prima di lasciar spazio al francese Quartararo e all’italiano Bagnaia. Le gare, nonostante lo strapotere tecnico della Ducati, non sono mai risultate noiose o scontate. Vi sono stati colpi di scena e tanti vincitori diversi. E’ emersa l’Aprilia e la KTM, mentre Suzuki è uscita di scena e Honda è crollata all’ultimo posto della classifica. La classe regina è tornata a celebrare un campione in occasione dell’ultima tappa, facendo salire la suspense.
MotoGP, le grandi novità del 2023
I vertici della MotoGP hanno deciso, però, di cambiare molti aspetti nel 2023. Il calendario è stato ampliato a 21 Gran Premi e sono state introdotte le Sprint Race in ciascun weekend. Un aspetto positivo è che si inizierà a correre in Europa, più precisamente dal Portogallo, a causa dei lavori in Qatar. Il primo weekend della stagione sarà il 24 / 26 marzo. Tante novità, come il Kazakistan (7 / 9 luglio) e dall’India (22 / 24 settembre). I rider dovranno percorrere quasi 1300 chilometri in più rispetto al 2022 e ciò avrà un impatto sulla preparazione fisica. Se un Gran Premio presenterà 30 giri, la Sprint Race si svolgerà, ogni sabato, sulla distanza di 15 tornate. Ecco come funzionano le altre sessioni.
E’ stato annunciato che si svolgeranno alle ore 15:00, mentre le qualifiche si disputeranno al sabato mattina per stabilire la griglia di partenza della SR. Nelle gare veloci, il vincitore otterrà 12 punti, mentre le altre otto posizioni fino alla nona riceveranno 9, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1 punti. In sostanza cambierà tutto anche in termini di strategie. In F1, per ora, le SR sono solo sei. Il boss della MotoGP, Carmelo Ezpeleta, in una intervista a MARCA, ha dichiarato: “Sono cose che si stanno sviluppando in base a quello che vogliamo vedere in F1, ma non solo in Formula 1, anche in altri posti. Ci sono cose che consideriamo e ci sono cose su cui abbiamo idee e che, sicuramente, faremo anche in seguito. La sincronizzazione tra noi è molto grande, parliamo di tante cose e io non copio tutto perché ci sono aspetti che non posso copiare perché non mi interessano”.
Vi saranno anche importanti novità in merito alla sicurezza. Ezpeleta ha assicurato: “Teniamo sott’occhio tutto. Ora faremo uno studio che abbiamo intrapreso con l’Università di Padova che ci fornirà alcuni strumenti per l’omologazione dei circuiti dove sapremo esattamente quanto, in quali condizioni, un pilota che cade dove arriva e come sono le traiettorie. Questo è un tema su cui, sostanzialmente, stiamo lavorando e avremo i primi risultati all’inizio dell’anno”. La previsioni degli incidenti, di sicuro, è un tema importantissimo e che merita di essere sviluppato ogni anno.