Motorsport ai raggi X, quanto vale il giro d’affari italiano? Cifra pazzesca

Secondo un report di Anfia il business delle aziende italiane operanti nel settore del Motorsport raggiunge una somma da capogiro.

Il Motorsport ha tante luci, ma anche ombre insospettabili. Dall’esterno appare un modo fatato dove tutti gli attori protagonisti hanno una la fortuna di poter guadagnare cifre considerevoli. In realtà, semplicisticamente, si fa riferimento ai massimi livelli, ovvero F1 nell’automobilismo e MotoGP nel motociclismo, dimenticando tutte le piccole realtà che fanno parte dell’universo dei motori.

Motorsport Italia F1 (LaPresse)
Motorsport Italia F1 (LaPresse)

In Italia vi sono ben 171 imprese che operano nell’industria. Nel ramo produzione e progettazione il territorio italiano offre un 68% di piccole imprese, il 20% è rappresentato da medie imprese, mentre solo il 12% è costituito da grandi imprese. Come detto, nella maggior parte dei casi, sono realtà di piccole dimensioni di Emilia-Romagna, con quasi il 27% delle aziende, seguita da Lombardia (21%), Piemonte (19,3%) e Veneto (16%), secondo lo studio realizzato da Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica). Il divario rispetto al sud è destinato ad aumentare in futuro. Vi sono aziende che presentano fatturati miliardari e, forse, avrete già intuito le più importanti.

Imprese che fanno girare l’economia italiana e che andrebbero preservate. In quest’ambito vi sono eccellenze che tutto il mondo ci invidia. Come riportato dall’approfondimento sulla Gazzetta dello Sport, a cura di Fabio Fagnani, il Motorsport in Italia cresce con obiettivi importanti e lo studio è nato proprio per “ricostruire le caratteristiche principali del settore, cercando di evidenziare i livelli di specializzazione tecnologica, le traiettorie di sviluppo, le dinamiche di competizione e le capacità di innovazione da parte delle imprese presenti sul territorio”.

Il lavoro svolto da ANFIA, insieme al Politecnico di Torino, è stato molto impegnativo. Uno studio così approfondito non era mai stato svolto prima. Si è partito dai brand di fama mondiale, come ad esempio la Ferrari e la Ducati, sino a rintracciare le dinamiche produttive, di posizionamento sul mercato, di sviluppo di piccole e medie realità. Massimiliano Marsiaj, Coordinatore della Sezione Motorsport di ANFIA ed Executive Vice President di Sabelt, ha analizzato le dimensioni e confini dell’industria del Motorsport. In Italia, un po’ come accade in altri settori, vi sono tantissime imprese familiari. Dalla passione per le due e quattro ruote nascono aziende che rendono vive le piste.

Il sogno di tanti è lavorare nel reparto corse di brand iconici come la Ferrari. Il marchio numero 1 al mondo, non solo nel settore dell’Automotive, non sta attraversando il miglior periodo della sua storia, ma il suo fascino rimane inimitabile. L’industria del Motorsport è molto variegata e comprende, tra gli altri, Abarth, Bieffe, Boeri, Borrani, Carello, Cast Helmets, Martini solo per citarne alcuni.

Solo dietro ai caschi e alle tute dei piloti vi è universo. Aziende che esportano in giro per il mondo i loro prodotti. Rimanendo in tema due ruote, pensate alla VR46 che produce materiale tecnico e prodotti che tengono alta la bandiera dell’Italia, non solo quella yellow di Valentino Rossi. Pensate che a livello nazionale ben 47 aziende sono presenti in Emilia-Romagna. Non a caso l’area è stata soprannominata la Motor Valley. Già Toscana, Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria e Molise fanno fatica, immaginatevi il sud. La passione non manca, ma purtroppo il gap rispetto a Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna appare incolmabile.

Motorsport, giro di affari impressionante

Alcune realtà aziendali hanno creato un sistema competitivo sul piano internazionale. Nel mondo globalizzato di oggi si viaggia su livelli molto elevati. Gli ecosistemi locali, in alcuni casi, hanno iniziato a faticare e occorre confrontarsi con mondi diversi e imprese di settore di ogni angolo della terra. Per far crescere nuove importanti realtà al centro e al sud Italia occorrerebbe una maggiore attenzione a livello statale. Gli imprenditori andrebbero incentivati, così come i giovani da specializzare su competenze coerenti con l’evoluzione del Motorsport. Per l’ingresso nel settore occorrerebbe anche un sistema delle risorse umane di alto livello. Ferrari cerca nuovi dipendenti: ecco come fare a proporsi. Date una occhiata anche: F1, arriva la bordata della Red Bull alla Ferrari: nulla da fare nel 2023?

Il giro d’affari italiano, al momento, è di due miliardi di euro. Ottomila addetti ai lavori che producono un fatturato da capogiro, ma che potrebbe aumentare in modo sensibile se a livello statale si riuscisse ad intuire la portata delle innovazioni tecnologiche del Motorsport. Si tratta di un mondo in costante evoluzione. I giovani potrebbero essere spinti, dai successi anche della Ducati in MotoGP e Superbike, a diventare futuri campioni delle due ruote. L’automobilismo, purtroppo, richiede anche dei costi più elevati delle moto e in alcuni campionati il giro d’affari è in mano a pochi eletti. La filiera del Motorsport in Italia, comunque, arriva ad una cifra miliardaria ed è già una piacevole scoperta.

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