In una intervista a La Gazzetta dello Sport, Bautista ha raccontato la sua esperienza in MotoGP e del suo mancato ritorno.
Dopo anni difficili, finalmente una grande gioia per Alvaro Bautista, che in questo 2022 ha portato a termine la sua corsa al Mondiale Superbike, raggiungendo il successo con la Ducati. Una stagione d’oro per la casa di Borgo Panigale, che ha completato così una doppietta storica con quella messa a segno in MotoGP con Pecco Bagnaia, cosa che la rende quindi al momento la più forte nel panorama mondiale, in tutte le maggiori classi. Per lo spagnolo comunque, nonostante tutto, ha subìto tante critiche in stagione, cosa che purtroppo capita ciclicamente a chi giunge a questa categoria dopo essere “scesi” dalla MotoGP. Una brutta abitudine che purtroppo ha colpito anche chi, come lui, si è meritato sul campo il titolo.
A dargli addosso anche alcuni “colleghi”, che hanno messo in dubbio le sue vere qualità, parlando di una vittoria merito soprattutto del suo peso, decisamente basso, che lo ha favorito rispetto alla concorrenza. Tanto che alla fine nelle scorse settimane da più parti si è parlato addirittura dell’introduzione di un limite di peso minimo nel WorldSBK.
Forse a questo clima di “odio” ha contribuito solo in parte le prime dichiarazioni di Bautista, che a più riprese non ha nascosto il fatto che avesse preso il suo avvento in Superbike come una retrocessione dalla MotoGP. Ma questo pensiero è stato, a detta dello spagnolo, spazzato via quasi subito, perché si è reso conto relativamente presto dell’alto livello dei piloti in questa categoria. Tanto che a più riprese ha affermato che diversi top-driver della SBK potrebbero, con una buona moto, ben figurare anche nel Motomondiale e soprattutto nella classe regina, senza alcun problema.
C’è da dire però che ora per lo spagnolo la MotoGP non sembra essere più un obiettivo di carriera. L’addio maturato 4 anni fa al Motomondiale sembra averlo segnato nel profondo. Nella sua esperienza durata nove stagioni in MotoGP ha portato a casa zero vittorie, tre terzi posti e una pole position, mentre la sua miglior stagione è stata quella del 2012, con un quinto posto finale quando gareggiava per il team Gresini.
Bautista e la rivelazione che riguarda la MotoGP
Oggi, a 38 anni e dopo essere stato campione del mondo in SBK, Bautista è tornato a riflettere sul suo periodo in MotoGP, tappa in cui, dal suo punto di vista, “mi è mancato qualcosa per mostrare il mio potenziale“, come ha raccontato a La Gazzetta dello Sport. “Non posso appellarmi alla sfortuna, anzi mi ritengo fortunato, perché sono un pilota e il semplice fatto di vivere questa vita per me è un sogno, ho realizzato grandi successi e ho anche passato momenti brutti, ma fa parte della vita“.
Tra le delusioni quella di non aver vinto anche il titolo della 250 nel 2008, quando finì secondo dietro a Marco Simoncelli, ma ha anche ammesso che gli è mancato avere un buon prototipo in MotoGP, in pratica una chance vera: “Non so se avrei vinto il titolo, sarebbe stato bello avere almeno quello opportunità“. In particolare Bautista ha avuto una chance di andare in Aprilia nel 2015 e 2016, ma alla fine la casa di Noale non ha avuto pazienza con lui e ha deciso di puntare su altri piloti. E vedendo cosa è riuscita a fare nelle ultime stagioni la moto italiana, c’è da rammaricarsi. “Sono sicuro che, se fossi rimasto nel 2017 avremmo fatto molto bene – ha dichiarato -. Nel 2015 la moto era ancora ibrida, nel 2016 siamo partiti a febbraio molto tardi, ma a fine stagione abbiamo lavorato bene e abbiamo iniziato a lottare per la top 5“.
Poi però la stoccata dell’iberico: “Pensavano di avere una moto meravigliosa e che il loro problema fossero i piloti. Qualche tempo dopo, il loro direttore tecnico, Romano Albesiano, mi ha detto che avevano commesso un errore, volevano riprendermi per il 2018, ma io avevo già dato la mia parola al team Aspar“. Il campione di Talavera però ora spera che la Ducati gli possa dare almeno una wildcard per tornare a divertirsi in sella ad una MotoGP, magari per replicare quanto fece Troy Bayliss al Gran Premio di Valencia del 2006, gara alla quale l’australiano partecipò proprio come wildcard e in cui ha ottenuto una vittoria sorprendente: “Prima vorrei provare la Desmosedici, penso che sia una moto molto divertente, e penso che sarebbe un bel regalo da parte di Dall’Igna“.