Le auto elettriche non stanno vivendo un momento facile, ed in questi giorni è emerso un dato molto negativo. Ecco di cosa si tratta.
Quale sarà la mobilità del futuro? A questa domanda non c’è una risposta troppo chiara dopo gli eventi delle ultime settimane, che hanno riguardato, in modo negativo, le famose e temute auto elettriche. I dubbi riguardo questa tipologia di veicolo stanno aumentando, soprattutto a causa della crisi energetica e dei prezzi di acquisto, che non accennano a diminuire, non aiutando i cittadini a scegliere una nuova tipologia di mezzo di trasporto.
Le auto a combustione hanno vita breve, ma non tutto è come sembra. Nel 2035, secondo le direttive europee, verrà dato lo stop alla produzione dei motori termici, ma pare che qualcosa possa cambiare. Si fa un gran parlare della possibilità di allungare la vita ai propulsori che saranno alimentati dai carburanti sostenibili, ma anche dei plug-in ibridi, che negli ultimi tempi stanno spopolando.
Le auto elettriche, soprattutto in Italia, non sembrano decollare. Un esempio lampante, se vogliamo entrare in ambito di motorsport, è dato dalla Formula E, che non accenna ad entrare nel cuore dei fan. La gente ha bisogno del rumore del motore e di sentire l’odore della benzina, perché sono quelle le vere corse con le quali tutti siamo cresciuti.
Da questo esempio si può partire affermando che difficilmente questa nuova tecnologia verrà pienamente compresa ed accettata da tutti, ma è chiaro che prima o poi le cose cambieranno. I prezzi delle vetture “alla spina” sono comunque quasi impossibili da sostenere per una famiglia normale, che a meno di 20 mila euro, almeno in Italia, non può acquistare una EV.
L’obiettivo della Fiat è quello di migliorare questa situazione con l’ingresso della nuova Panda, attesa per il 2023, ma di cui ancora si sa poco e nulla, se non che l’obiettivo della casa di Torino è quello di rendere fruibile una vettura elettrica a tutte le tasche. Tra il dire ed il fare, come si dice in gergo, c’è di mezzo il mare, ma i problemi non si fermano soltanto alle spese, quanto anche alle infrastrutture come le colonnine di ricarica e tanto altro.
A tutto ciò si è aggiunto un caso clamoroso proveniente dalla Svizzera, dove sono stati fissati dei limiti di velocità per le EV. L’obiettivo è quello di ridurne le prestazioni ed i consumi, in un momento in cui la corrente costa molto, ed è necessario spostare le risorse verso altri settori.
Si tratta chiaramente di una mossa molto scomoda per chi ha deciso di investire in questo settore acquistando un veicolo full electric, che non potrà sfruttarlo nel migliore dei modi. I guai non sono finiti per le EV, visto che nelle prossime righe vi illustreremo una problematica senza precedenti, destinata ad avere un impatto molto forte sul mercato e sui costi di produzione.
Il 2022 è stato un anno drammatico per il mondo dell’automotive, ed il settore delle auto elettriche non ha fatto certo eccezione in tal senso. In Italia, le vendite delle EV sono crollate, molto più che nel resto d’Europa, dove non c’è comunque troppo entusiasmo verso le nuove tecnologie.
Il dato più inquietante riguarda il costo di produzione delle batterie, che secondo uno studio di “Bloomberg” è aumentato del 7%. I motivi? Sono legati ad una serie di fattori, come la guerra tra Russia ed Ucraina che sconvolge il mondo dalla fine dello scorso febbraio, l’aumento del prezzo delle materie prime ed i vari dislocamenti delle produzioni.
Stando a questo studio, è possibile fare un calcolo: per un’auto elettrica si spendono in media circa 138 dollari per kWh, e l’obiettivo è quello di arrivare a 100 dollari per kWh entro il 2030, un qualcosa che, ad oggi, appare quasi impossibile. Addirittura, alcune stime parlano del fatto che l’obiettivo potrebbe essere raggiunto entro il 2026, ma c’è bisogno di un netto miglioramento sul piano geopolitico, economico e finanziario.
Le batterie di oggi non sono che una bozza rispetto a quelle che potremo vedere in futuro, dal momento che c’è ancora tanto potenziale da tirare fuori. Prima di tutto, sarà necessario ridurre l’inquinamento per le fasi di produzione e smaltimento delle stesse batterie, per poi migliorarle in termini di autonomia.
Al giorno d’oggi, è impossibile pensare di fare viaggi troppi lunghi senza mai fermarsi a fare il “pieno” di corrente, ed è questo uno dei punti sul quale occorrere impegnarsi. Per ora si continuerà ad investire, e c’è da dire che i costruttori stanno rivedendo tutta la loro produzione con l’obiettivo di riconvertirla all’elettrico al più presto in futuro.
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