Dopo l’arrivo di Vasseur, in Inghilterra è stata rivelata la motivazione per cui Horner, ora in Red Bull, ha rifiutato la proposta della Ferrari.
Dopo Mattia Binotto, spetterà a Frederic Vasseur cercare di portare la Ferrari a quel titolo piloti che manca dal 2007 e a quello Costruttori che invece è stato conquistato nel 2008. E’ l’ex uomo Sauber il prescelto di John Elkann per il futuro della Rossa, lui francese come un altro che ha fatto la storia della scuderia del Cavallino rampante, Jean Todt, del quale molti sperano possa ripercorrere la sua carriera e i successi a Maranello. C’è da dire però che il nome di Vasseur non era l’unico della lista del maggior azionista Ferrari, visto che nelle scorse settimane erano spuntanti nomi importanti, compreso quello dei rivali Red Bull Christian Horner.
Al Gran Premio d’Ungheria di luglio, voci di corridoio parlano di un dialogo già in stato avanzato tra Ferrari e Vasseur, ma molti altri raccontano anche un’altra storia. Da una parte c’è stato c’è stato un “ultimo disperato tentativo” di Elkann per attirare un nome di più alto profilo come suo nuovo team principal. E si parla di un grande ex come Ross Brawn. Dall’altra però sono arrivate conferme di un no in precedenza anche di Horner.
Con quello del team principal Red Bull si tratta per la Rossa del secondo no di un personaggio di spicco del team rivale. Sanno tutti ormai che in passato anche Adrian Newey è stato avvicinato dai vertici di Maranello, ma senza successo. Era il 2012 e il progettista, in piena rivoluzione ibrida in F1, fu avvicinato dalla Ferrari. Ma lui declinò perché si sentiva felice in Red Bull e decisivo fu il progetto di un’auto da strada (Aston Martin Valkyrie, ndr) che lo ha “tenuto motivato e occupato per un po’”.
Horner e il no alla Ferrari
Che la Rossa cercasse un nome forte lo si è capito fin da subito. Ed era normale che si guardasse in casa d’altri. E chi meglio di Horner? Nella sua esperienza in Red Bull ha conquistato record su record, prima con Sebastian Vettel e poi ora con Max Verstappen. La Ferrari è per tutti una grande tentazione, ma non per lui, a quanto pare.
E che non veda di buon occhio l’ambiente di Maranello lo si è capito anche recentemente, quando è stato chiamato in ballo dopo l’addio di Binotto. Nell’occasione infatti confessò che era dispiaciuto per l’addio del suo rivale, che era cresciuto in casa Ferrari, ma si lasciò sfuggire anche una frase: “Nel 2023 mi siederò di fronte probabilmente al sesto boss Ferrari. Chi ricopre quel ruolo deve sopportare un peso enorme“, facendo capire che quella poltrona scotta eccome e non è facile per nessuno riuscire a sopportare il peso di quel nome. E, secondo il Daily Mail, è stato proprio questo fattore che ha inciso nella scelta di Horner di dire no alla Rossa. “C’è troppa politica sotto la superficie della Ferrari. Troppi ego. Se qualcuno inizia ad avere successo, arriva un altro che lo abbatte“.
Una posizione chiara e dura dunque sull’ambiente di Maranello, che sembra però aver fatto proseliti, visto che nel tempo a dire di no alla Rossa sono stati altri nomi di spicco, come Seidl, team principal McLaren che piuttosto ha deciso di lasciare il team inglese per accasarsi in Sauber proprio al posto di Vasseur, visto che nel 2026 arriverà un pezzo grosso come Audi. Meglio addirittura un futuro lì che in Ferrari? C’è da chiedersi perché ma forse Horner ci ha visto giusto.