Nel 2024 le squadre al via del Mondiale di F1 saranno undici? Andretti sembra piuttosto ottimista. Ecco cosa ha svelato l’americano.
Per Michael Andretti i giochi sarebbero fatti. A dispetto delle sensazioni dei mesi scorsi e delle molteplici dichiarazioni contro, la FIA alla fine avrebbe accettato di cedere al corteggiamento dell’imprenditore a stelle e strisce. Nonostante i notevoli ostacoli che si sono presentati lungo il percorso, la sua determinazione starebbe per essere premiata.
Finora il maggior impedimento è stato rappresentato dall’opposizione da parte delle scuderie, poco entusiaste all’idea di dover rinunciate ad uno specchietto della loro fetta di compenso annuale. A fine stagione, infatti, ogni iscritto riceve una quota dei compensi della F1. Con un team in più in griglia, ovviamente, la cifra spettante a ciascuno andrebbe a scendere. Ma a quanto pare, ora si sarebbe trovata una soluzione legata al pagamento della tassa d’iscrizione.
L’ottimismo non è stato taciuto nemmeno da uno dei principali fondi dietro all’operazione, il Gruppo 1001. Il CEO Dan Towriss ha così dichiarato: “Sono in corso dei colloqui. E noi stiamo cercando di proseguire nel processo senza coinvolgere la stampa, nel pieno rispetto dell’approccio richiesto dalla serie quando si tratta di trattative in via di svolgimento“.
Dunque, qualcosa di grosso starebbe bollendo in pentola, ma a differenza dei primi momenti in cui il figlio di Piedone Mario si è esposto, anche troppo, tutto starebbe avvenendo in gran segretezza.
Ciò che è noto, è che la grande dinastia da corsa ha appena inaugurato una nuova fabbrica ad Indianapolis finanziata dal Fondo Guggenheim, già proprietario degli LA Dodgers nel baseball, e sarebbe pronta ad elargire 200 milioni di dollari alle casse del Circus come tassa d’iscrizione.
La struttura appena creata, dove probabilmente ha in mente di produrre le monoposto, è colossale. Con orgoglio viene descritta dagli Andretti come più grande e spaziosa della base Ferrari di Maranello. Si parla infatti di ben 575.000 metri quadrati, impreziositi da un museo, un cinema ad hoc per guardare i GP e un ristorante.
“Siamo vicini all’obiettivo“, ha affermato Michael. “Speriamo di concludere entro le prossime due settimane. Sarebbe un bel regalo di Natale“.
Che gli statunitensi abbiano una voglia incredibile di debuttare nella top class dell’automobilismo è scontata. Mesi fa, quando le equipe attualmente presenti si erano esposte pubblicamente contro questo ingresso, appoggiate dal patron della F1 Stefano Domenicali, più interessato ad avvallare l’avvicinamento dei costruttori come Audi e Porsche, era stata avanzata anche l’ipotesi di acquisto di una realtà esistente.
A questo proposito, emerge adesso che, nei giorni appena successivi alla scomparsa del fondatore del gruppo Red Bull Dietrich Mateschitz, avvenuta lo scorso 22 ottobre, il 60enne sarebbe stato raggiunto da una chiamata con annessa offerta: quella di acquisire l’Alpha Tauri, sorella minore dall’equipe di Milton Keynes. Una proposta prontamente bocciata.
“Stiamo lavorando sodo per compiere qualcosa che non è mai stato fatto da nessuno. Ovvero essere presenti su tutti i fronti delle competizioni a quattro ruote. Quindi a Le Mans, a Monaco, alla 500 Miglia di Indianapolis e a Daytona“, ha infine motivato il rifiuto, diffondendo l’ambizioso programma per il futuro.
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