La Ferrari è una squadra leggendaria, ma che ormai non sa più vincere e che non è più ambita dai team principal. Ecco tutti i motivi.
Toto Wolff ha recentemente dichiarato che la Ferrari è il grande sogno di coloro che lavorano in F1, ovvero dei team principal e di coloro che occupano i vari ruoli presenti nelle squadre. Tuttavia, la Scuderia modenese sembra essere diventata una seconda scelta, per una vasta serie di motivi che oggi proveremo ad analizzare.
In primis, c’è una pressione mediatica ed aziendale che non è presente da altre parti, ma soprattutto un modo di lavorare che in passato non era presente. Pensiamo all’era di Jean Todt e di Luca Cordero di Montezemolo. Il francese, arrivato a vestirsi di rosso alla metà del 1993, impiegò sei anni per mettere le mani sul primo titolo costruttori, e ben sette per riportare in italia quello dedicato ai piloti grazie a Michael Schumacher nel lontano 2000.
Ad oggi, tutto questo tempo non è più concesso, come insegna quanto accaduto dal 2008 in avanti. In questi ultimi 14 anni si sono succeduti nel ruolo di team principal i vari Stefano Domenicali, Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto, i quali non sono riusciti a portare a casa i risultati sperati, perdendo il loro posto dopo pochi anni.
In questo caso, occorre comunque fare una precisazione, relativa soprattutto alla gestione dell’ingegnere di Losanna. Nel suo caso specifico, riteniamo che il cambiamento al vertice fosse più che necessario, visti i risultati deludenti ed il mancato obiettivo di vincere il campionato nel 2022.
Tuttavia, il discorso seconda scelta nasce anche da altri fattori, come stipendi che sono sicuramente più bassi rispetto agli altri team, ed una prova deriva dal confronto tra Binotto, Christian Horner e Toto Wolff. Il primo guadagnava, in base alle stime, circa un milione di euro l’anno, almeno un quinto rispetto ai due pariruolo di Red Bull e Mercedes.
A Maranello c’è anche un problema politico, con troppi interessi in ballo che possono inficiare il lavoro dei team principal. Frederic Vasseur avrà un ruolo molto difficile, soprattutto nel 2023 nel quale avrà il compito di puntare su una monoposto costruita sotto la supervisione del suo predecessore, e con tecnici che potrebbero essere diversi da quelli che si occuperanno del futuro.
Negli ultimi giorni si fa un gran parlare del ritorno di Simone Resta, che chiaramente andrebbe ad occuparsi della vettura del 2024, essendo la prossima già stata portata a termine. Nel frattempo, è bene continuare ad analizzare la questione team principal, visto che negli ultimi giorni è emerso un dettaglio non di poco conto che può far riflettere i tifosi.
Ferrari, il rifiuto di Andreas Seidl un messaggio chiaro
La notizia degli ultimi giorni non è stata solo quella relativa al passaggio di Frederic Vasseur alla Ferrari, ma anche l’approdo di Andreas Seidl all’Alfa Romeo Racing, lasciando, di conseguenza, la McLaren. Ovviamente, a tutto ciò c’è una spiegazione, altrimenti la mossa dell’ex team principal della Porsche nel FIA WEC assomiglierebbe ad un clamoroso passo indietro.
La Sauber verrà infatti inglobata dall’Audi nel 2026, anno in cui esordiranno le nuove power unit con l’ingresso della casa di Ingolstadt, di cui Seidl diventerà CEO per quanto riguarda il team di F1. La Ferrari, secondo le tante indiscrezioni circolate in questo periodo, avrebbe provato a portare a Maranello proprio lo stesso Seidl, il quale avrebbe rifiutato senza troppi complimenti.
Ciò ci fa capire che il manager ha preferito impegnarsi in un progetto del tutto nuovo, che probabilmente impiegherà molti anni per vincere visto ciò che è capitato alla Honda qualche anno fa al ritorno in F1, piuttosto che diventare il nuovo boss della Scuderia modenese.
Questo è un messaggio eloquente per chi crede che la Rossa sia il solo ed unico sogno di chi lavora in F1, dal momento che gli ultimi mesi ci hanno dimostrato che non è così. Maranello ha provato anche ad assicurarsi le prestazioni di Christian Horner, il quale ha dichiarato che la Red Bull è la sua vita e difficilmente si muoverà mai dal team di Milton Keynes. Per il Cavallino non ci sono notizie confortanti, ed occorre augurarsi che Vasseur sia davvero la persona giusta.
Attorno a lui c’è un grande pessimismo, con i tifosi italiani che non hanno una grande simpatia verso il francese vista la gestione di Antonio Giovinazzi ed il successivo licenziamento dall’Alfa Romeo Racing alla fine del 2021. Tra pochi mesi inizieremo a capire il valore di questa nuova gestione, con l’obiettivo di azzittire gli scettici e tornare a far battere il cuore dei ferraristi.