Randy Mamola spende parole di elogio per Ducati e Gigi Dall’Igna: quest’ultimo è ritenuto una sorta di Adrian Newey della MotoGP.
Ci sono voluti quindici anni, ma alla fine la Ducati è riuscita a riconquistare il titolo piloti in MotoGP. Francesco Bagnaia è il secondo campione del mondo ducatista. Dopo Casey Stoner, è stato il 25enne di Chivasso a riportare in vetta la casa di Borgo Panigale.
Pecco è riuscito dove anche una leggenda come il suo amico Valentino Rossi aveva fallito. Va detto che quella era tutta un’altra Desmosedici GP, una moto rivoluzionata nel corso degli anni e che solo di recente è diventata adatta a più stili di guida. In questa crescita ha svolto un ruolo decisivo Gigi Dall’Igna, che ha preso in mano il progetto dal 2014 e progressivamente lo ha portato ad essere vincente.
L’ingegnere veneto aveva vinto mondiali in 125, 250 e Superbike con l’Aprilia e gli mancava l’affermazione nella top class della Motomondiale. Nel 2020 e nel 2021 sono arrivati dei titoli costruttori per la Ducati, certamente grandi soddisfazioni ma non equiparabili alla corona conquistata con Bagnaia quest’anno.
MotoGP, Randy Mamola elogia Ducati e Dall’Igna
La casa di Borgo Panigale si è assolutamente meritata il successo che ha conseguito. Ha raccolto i frutti di un duro lavoro iniziato tanti anni fa e che ha attraversato momenti di up & down. Chiaramente l’obiettivo per il 2023 sarà quello di ripetersi, cosa mai semplice. La concorrenza proverà a impedire un altro trionfo di Bagnaia e quello del suo nuovo compagno di squadra Enea Bastianini. Il team di Borgo Panigale sarà il probabilmente il riferimento anche nel prossimo campionato MotoGP. Tutti vorranno batterlo.
Randy Mamola a Crash.net ha speso parole di elogio per Ducati e Dall’Igna: “Un costruttore che in questo momento ha piuttosto margine e può vincere con più piloti è la Ducati. Dall’Igna è come un Adrian Newey delle due ruote. Quando è arrivato nel 2014, il team era nel punto più basso in MotoGP. Dopo aver perso Stoner aver fallito con Valentino Rossi, la Ducati ha puntato su Dall’Igna per riportarli all’apice, che hanno finalmente raggiunto quest’anno”.
Dall’Igna e Ducati sono stati i primi a capire l’importanza di investire di più sull’aerodinamica, ispirandosi un po’ alla F1. Hanno introdotto le ali sulle moto e ciò ha rappresentato una grossa rivoluzione. Anche la concorrenza ha dovuto adeguarsi e di fatto copiare le soluzioni ducatiste. Hanno portato anche i dispositivi holeshot, altra idea copiata dai rivali.
Mamola non vedrebbe di cattivo un’occhio se venisse messo un freno alla casa di Borgo Panigale nello spingere sull’aerodinamica: “Si potrebbe congelare lo sviluppo in quella specifica area, così che gli altri produttori possano recuperare e Ducati non possa compiere un altro step. Non so come si possa fare, non sono un tipo da regolamenti, ma penso che qualcosa debba succedere: concessioni per gli altri produttori”.
L’ex pilota non è un fan di questa MotoGP con così tanta tecnologia, ha corso in tempi nei quali c’era meno elettronica e non gli dispiacerebbe un cambio di rotta: “Alcune delle migliori gare che ho visto nel Mondiale Superbike e nel BSB. In MotoGP non riusciamo a vedere quello che vorremmo. Oggi le moto accelerano e si fermano molto velocemente”.
Vedremo se in futuro verrà apportato qualche cambiamento alla classe regina del Motomondiale, che comunque resta un campionato per prototipi nel quale l’innovazione tecnologica deve comunque restare un elemento importante.