Dopo anni di sofferenza, a causa della pandemia e della crisi economica, il mercato dell’auto non stenta decollare. Ecco tutti i motivi del calo.
Il 2022 è stato un altro anno nero per l’industria dell’Automotive. Il calo di immatricolazioni in Italia si è attestato oltre il 10% e le immatricolazioni si sono fermate sulla soglia del 1,3 milioni. Crisi nera anche per le vetture full electric e le plug-in, ma i motivi sono svariati. Partiamo dal presupposto che il 2022 è figlio di due annate precedenti nerissime per il settore. Pensate che la flessione rispetto al 2019 è pari al 32,2%. Nell’ultimo anno prima della pandemia da Covid-19 la situazione era rosea in confronto ad oggi.
Il Covid-19, oltre ad inchiodarci in casa per mesi ad ascoltare un bollettino ospedaliero nefasto, ha determinato un impoverimento generale. Gli italiani hanno dovuto stringere la cinghia e attingere dai propri risparmi per far fronte ad una emergenza senza precedenti. L’inflazione ha determinato un potere d’acquisto ridotto, con la maggior parte dei prodotti saliti alle stelle. In questo scenario, con la mancanza di semiconduttori, cablaggi e materie prime, l’idea di acquistare un’auto nuova non è stata più una priorità. I problemi si sono accentuati con l’invasione russa in Ucraina. Tutta l’Europa e buona parte del mondo ha iniziato a soffrire, ancor più di prima. I poteri forti, in un momento di affanno, hanno spinto per la transizione elettrica.
Una scelta che, fin qui, almeno alle nostre latitudini si è dimostrata non positiva. In un periodo storico del genere le auto dovrebbero costare di meno, invece complici i problemi suddetti, sono schizzate alle stelle. Senza ecobonus il passaggio all’elettrico è pura utopia. Solo una ristretta cerchia di persone si può consentire di investire una cifra serissima per l’acquisto di una EV. In merito all’elettrico, inoltre, vi sono una serie di perplessità. Il mercato dell’usato rimane ancora una punto interrogativo, tra costi di sostituzioni di batterie usurate proibitivi e la mancanza di una rete di colonnine all’altezza del cambio rivoluzionario.
Vendite auto, anno da incubo
La mancanza di componenti affliggerà l’industria dell’Automotive per l’intero 2023, se tutto va bene. Le modernissime auto alla spina e le ibride plug-in nel nostro Paese stentano a decollare e, a livello di immatricolato, rappresentano rispettivamente il 3,7 e il 5,1% nel periodo compreso tra gennaio e novembre. In altri Paesi dell’Unione Europa le percentuali sono più alte, ma non tali da rappresentare la svolta epocale tanto osannata. In Germania ed Inghilterra le vetture elettriche si sono vendute, nel 2022, su una percentuale del 15,7%, come è emerso da una analisi riportata sulla Gazzetta dello Sport. La sensazione è che senza ecobonus clamorosi i potenziali acquirenti facciano una tremenda fatica a potersi consentire l’acquisto di una vettura a batteria.
Per l’acquisto di un’auto di ottimo livello con motore endotermico, in media, la spesa è di 25.000 euro. Se per una Smart EQ Fortwo il prezzo base è di oltre 25k, mi sa tanto che “Houston, abbiamo un problema!”. Le vetture alla spina continuano a costare troppo e non vie è un preciso piano, in ottica futura, per vedere il prezzo abbassarsi. Nonostante siano state lanciate sul mercato diverse city car full electric, quando ne vediamo passare una è sempre un evento. Idem vale per le plug-in: sono più presenti le ibride dei segmenti C e D (compatte e medie), sebbene la diffusione delle auto di segmento B sia destinata a crescere. Un altro problema connesso alla vendite delle auto nuove è quello dei tempi di consegna.
Non tutti i clienti sono interessati ad investire una grossa cifra per vetture che non arrivano prima di 6, a volte 9 mesi o anche un anno. I ripensamenti possono essere all’ordine del giorno. Altra curiosità è in merito alle emissioni. Nel 2019 le emissioni erano di 143,1 g/km di CO2, nel 2020 si è scesi a 133,2 e nel 2021 a 120,4. Nel 2022 la media certificata dal ciclo Wltp si è attestata a 118,8 nei primi 11 mesi dell’anno. Auto, ne volete una ibrida? Ecco le più economiche sul mercato.
“La Roadmap 2023 evidenzia chiaramente le grandi potenzialità dell’Osservatorio nel poter fornire elementi di analisi indipendente fondamentali per la corretta costruzione di strategie industriali e di mercato e per l’articolazione di efficaci azioni politiche e amministrative nel macro-settore dell’auto e della mobilità“, ha annunciato Orecchini sulla Gazzetta.
Auto elettriche, scatta l’allarme in Italia: il dato è spaventoso. Le previsioni dell’Unrae, l’unione delle case estere in Italia, sono positive in ottica futura. Nel 2023 una crescita delle immatricolazioni dovrebbe avvenire e dovrebbe attestarsi sul 7,7% per un totale di 1,4 milioni di pezzi. Un piccolo passo avanti, ma molto dipenderà dalle spese che dovranno affrontare gli italiani e dai componenti delle moderne vetture. Per ora i dati sono, per l’ennesimo anno di fila, molto negativi.