Negli ultimi giorni la FIA ha ufficializzato una novità importante nel regolamento che dovranno seguire i piloti di F1. E fa discutere.
Il mondo della F1 continua nella sua opera di cambiamento. Negli ultimi anni, con l’avvento di Liberty Media, si è proceduti con diverse novità che hanno provato a svecchiare un ambiente che stava per diventare elitario, dedicato a una ristretta cerchia di appassionati. Con gare con poche emozioni e sorpassi, il Circus stava andando verso una morte annunciata, a cui nulla servivano i cambiamenti regolamentari. Invece nelle ultime annate si è arrivati a una svolta, non solo dal punto di vista tecnico ma soprattutto dello spettacolo. Il weekend di gara come lo conoscevamo è cambiato radicalmente, con l’introduzione delle gare sprint che sono andate a rendere ancor più appetibile il prodotto F1.
Ma non è il solo aspetto a cui la F1 sta guardando in questo momento. Infatti con la serie tv Drive To Survive, il Circus ha provato a raggiungere milioni di ragazzi raccontando cosa succede dietro le quinte del Mondiale, raccontando le storie dei team ma soprattutto dei piloti, che ogni weekend scendono in pista correndo grandi rischi per la loro passione e per un unico obiettivo, diventare campioni.
Terminata ora la stagione 2022, quella che ha portato a un grande cambiamento tecnico, il paddock ora pensa al 2023. Diramato qualche settimana fa il programma ufficiale della nuova stagione, ma in Federazione si è pensato anche ad altro che riguarda i piloti. Parliamo del codice sportivo internazionale che si applica a tutte le serie di sport motoristici esistenti e sotto l’egida FIA. E per Lewis Hamilton e compagno non arrivano notizie confortanti.
F1, ecco cosa non potranno più fare i piloti
Negli ultimi anni i piloti del Circus hanno sempre avuto il coraggio di commentare argomenti scomodi e farli propri. Sfruttando la propria posizione, hanno dato voce a tante battaglie per i diritti civili e umani, ma non solo. Ad esempio Lewis Hamilton ha indossato una maglietta al Mugello 2020 con su scritto “Arrestate i poliziotti che hanno ucciso Breonna Taylor“, facendosi portatore della causa del movimento Black Lives Matter, che prova a mantenere alta l’attenzione sulle discriminazioni di razza.
Sebastian Vettel nelle ultime stagioni si è fatto più volte portavoce delle cause ambientali in tutto il mondo, promuovendo delle azioni dimostrative con maglie e caschi speciali. Ma a quanto pare da ora in poi questo non sarà più possibile. Infatti la FIA ha cambiato il cosiddetto codice sportivo internazionale, inserendo una nuova norma. In pratica viene vietata la “presentazione di opinioni politiche, religiose e personali se violano i principi di neutralità della FIA”. In pratica può essere presa una posizione da parte dei piloti solo se questa è stata preventivamente presentata all’associazione per iscritto ed è stata approvata dalla FIA.
Recentemente in merito all’aumentare delle manifestazioni dei piloti di F1 in pista era intervenuto il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem, che aveva detto: “Piloti come Niki Lauda e Alain Prost si sono concentrati sulla guida. Oggi abbiamo Vettel su una moto color arcobaleno, Lewis che fa campagna per i diritti umani, Norris che affronta le difficoltà mentali. Ognuno ha il diritto di pensare ciò che vuole. Per me, si tratta di decidere se quel diritto prevalga sullo sport“. Una dichiarazione che sembrava polemica e quindi che volesse chiudere a ogni tipo di manifestazione nei weekend di gara. E la nuova norma sembra andare in parte in questa direzione.
Cosa si rischia?
Un’altra regola inserita è quella della cattiva condotta: “È generalmente vietato usare il linguaggio o i gesti per esprimersi in modo denigratorio, aggressivo, maleducato, sfacciato o offensivo o per mostrare comportamenti inappropriati che potrebbero portare a insulti o umiliazioni nei confronti di altre persone. La FIA tutela i diritti umani e la dignità umana, non tollera alcuna discriminazione in termini di razza, colore della pelle, genere, orientamento sessuale, origine, lingua, religione, opinioni filosofiche e politiche, situazione familiare o disabilità. Agirà con decisione in caso di infrazione“.
Ma non è tutto: ai piloti è stato inoltre comunicato che “il mancato rispetto delle istruzioni della FIA in merito alla nomina e alla partecipazione di persone durante le cerimonie ufficiali a qualsiasi competizione valida per un campionato FIA” costituirà una violazione del regolamento e potrebbe potenzialmente comportare una sanzione sportiva. Dunque aspettiamoci di vedere sempre meno azioni pro-diritti umani e civili d’ora in poi. Ma chissà che qualcuno non vada controcorrente.