La forza mentale e la determinazione mostrate da Marquez in questi anni difficili hanno conquistato il cuore di molti, compreso un ex calciatore.
La sua Spagna è stata eliminata dal Marocco agli ottavi di finale dei Mondiali di Calcio che si stanno svolgendo in Qatar. Sarà forse per superare l’amarezza che, allenatore della squadra Luis Enrique ha preferito virare l’attenzione verso gli sport motoristici.
In particolare l’ex coach della Roma ha definito Marc Marquez un esempio di competitività, nonché meritevole di ammirazione per la forza psicologica dimostrata specialmente nelle fasi più delicate della sua carriera in MotoGP.
Dopo un periodo di successi a catena, di campionati vinti con facilità, di cadute archiviate senza troppe difficoltà, il 29enne si è infatti trovato a dover fare i conti con il lato oscuro della luna. I colpi rimediati nella scivolata di Jerez al principio dell’annata 2020, sono stati per lui la porta per l’inferno. Costretto ad operarsi all’omero destro più volte, è stato fermato anche dalla diplopia che causa delle criticità a livello di visione. La conseguenza sono state diverse assenze. O meglio, presenze discontinue che gli hanno impedito di aiutare la Honda a sviluppare a dovere la RC213 V.
Un bel guaio per la HRC abituata dal 2013 a fare affidamento sul #93 e all’improvviso orfana delle sue indicazioni. L’ultimo posto tra le marche rimediato quest’anno ne è la prova.
Enrique omaggia Marquez, dolci parole per lui
Alla luce di queste considerazioni, nel corso di una diretta Twitch, il 52enne ha riconosciuto i meriti del connazionale. “E’ la dimostrazione di cosa significhi essere uno sportivo di alto livello“, ha affermato.
Effettivamente un altro, magari con meno fame e voglia di mettersi in gioco, a luce di tante problematiche fisiche avrebbe detto basta. Ed invece lui ha proseguito con coraggio, pur sapendo che sarebbe stato protagonista, magari, di nuovi ko.
“Pur essendo stato sottoposto a ben quattro interventi chirurgici al braccio, ogni volta che scende in pista lo fa al massimo“, ha commentato ammirato per un carattere coriaceo. “Mai lo abbiamo sentito lamentarsi o piangere“, ha aggiunto evidentemente facendo un paragone mentale con i calciatori che, al contrario, anche con un solo stiramento spariscono dal campo do gioco per settimane, se non per mesi.
Molti corridori hanno corso sia nelle due, sia nelle quattro ruote, anche con lesioni importanti, piuttosto che con virus intestinali o febbre. Un simbolo di abnegazione, o forse soltanto senso del dovere a fronte di cachet da sogno.
Sempre parlando del Cabroncito, l’ex centrocampista ha proclamato il rider di Cervera un “modello da seguire, sia nella buona, sia nella cattiva sorte”. In soldoni a suo avviso il modo in cui ha affrontato le gioie e i dolori è degno di nota.
E sotto il profilo delle prestazioni il giudizio dell’asturiano è altrettanto positivo. “E’ ancora il migliore. E sicuramente lo è quando si tratta di gestire le criticità. Quando qualcuno dà il 100% come fa lui in ogni situazione, tanto di cappello”, ha infine aggiunto.
Questi attestati di stima, non sono comunque caduti nel vuoto. Marc ha replicato via social sostenendo che l’ammirazione è reciproca.