Aria di tempesta in casa Red Bull: tutta colpa della Honda?

Dopo le ben note liti con Renault, la Red Bull si prepara ai fuochi d’artificio con Honda. Le ragioni del malanimo le spiega Marko.

Se le scazzottate verbali con Renault, poi terminate con l’amara separazione, erano nate dall’improvviso crollo delle prestazioni dopo un periodo di dominio durato dal 2010 al 2013, quelle di recente esplosione con Honda hanno ben altra origine.

Nulla a che vedere, dunque, con la risposta della power unit visto che Red Bull è tornata a vincere proprio con i motori sviluppati a Sakura. Il motivo della discordia riguarderebbe essenzialmente il futuro del team, o meglio della collaborazione tra le due parti.

Red Bull (LaPresse Foto)
Sergio Perez su Red Bull (LaPresse Foto)

Il malessere ha una data d’inizio precisa, ovvero quando il fornitore nipponico comunicò nel bel mezzo della pandemia, la sua intenzione di abbandonare la F1 a fine 2021, per concentrarsi sulla produzione stradale e sul piano di diventare carbon neutral.

Dall’oggi al domani, la scuderia austriaca si è trovata senza più una PU ufficiale su cui fare affidamento. Ciò malgrado, sfoggiando il consueto spirito battagliero non si è persa d’animo avviando immediatamente a Milton Keynes i lavori di ampliamento del quartier generale per gestire in casa i propulsori passati in via ufficiosa dal costruttore del Giappone.

La domanda che da quel momento ha cominciato a circolare, però, è se effettivamente un produttore di bevande poteva alla lunga impegnarsi non solo nella costruzione del telaio di una macchina, ma altresì del motopropulsore. Ed ecco che di risposta è arrivata la trattativa con Porsche, per una partnership avrebbe dovuto partire nel 2026, anno dell’entrata in vigore del nuovo regolamento. Ma le chiacchiere non si sono concretizzate e i propositi si sono dissolti nel nulla, per via delle pretese del marchio tedesco di subentrare al 50% nella proprietà.

Scoppia la bagarre tra Red Bull e Honda

Tramontata l’opzione germanica, il punto interrogativo di cui sopra è tornato in auge più vivo che mai nelle ultima settimane. Tanto che in una recente intervista riportata da F1.autojournal.fr, il talent scout dell’equipe campione del mondo Helmut Marko ha ammesso scintille con il fornitore dei motori. Sia lui, sia il boss Christian Horner non hanno gradito l’addio frettoloso e privo di spiegazioni plausibili. Ma a rabbuiare di più lo spirito della squadra è ad oggi il pensiero dell’avvenire.

All’inizio addirittura non volevano neppure più fornirci le unità già pronte“, si è tolto un sassolino dalla scarpa il 79enne, svelando come a furia di insistere si è arrivati al tipo di cooperazione esistente.

Acquisito molto personale esperto della materia, nonché le attrezzature necessarie per la nuova avventura, Red Bull ha cercato di capire le volontà per il domani di Honda. Ed è qui che sono partite le scintille.

Non appena abbiamo cominciato a discutere di ciò che sarà, tutto è diventato più difficoltoso“, ha rivelato l’ex driver di Graz, dal 2005 consulente e cacciatore di talenti. “La nostra sensazione è che loro vogliano concentrarsi solamente sulla parte elettrica. Tuttavia non siamo ancora riusciti a metterci d’accordo. Credo che ne sapremo di più prossimamente“, ha concluso evitando qualsiasi commento sulle voci di corridoio che la darebbero vicina ad una trattativa con l’americana Ford.

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