La stagione appena passata è stata quasi perfetta per la Ducati. Ma cosa succederà nel 2023? E se fosse un anno disastroso?
La stagione 2022 per Ducati è stata perfetta: vittoria in MotoGP e vittoria in WSBK. Un bottino pieno, anzi pienissimo. Infatti, la casa di Borgo Panigale ha conquistato in entrambi i campionati il titolo piloti, il titolo costruttori e quello dedicato al team. Una stagione irripetibile.
Qualcuno sostiene che sia solo l’inizio, ma davvero è così scontato? E se questa vittoria fosse il massimo a cui Ducati potesse ambire? Vincere è possibile, confermarsi è sempre complicato e soprattutto in MotoGP, gli avversari sono affamati, agguerriti e aumentano stagione dopo stagione. E se il 2023 sarà un disastro?
Fermiamoci un secondo a riflettere: da una parte Pecco Bagnaia con la sua Desmosedici ha messo in pratica e riscritto la storia della MotoGP conquistando il titolo dopo la più grande rimonta mai effettuata nella classe più importante del Motomondiale.
Inoltre, Pecco e la Ducati hanno riportato il titolo in Italia dopo Valentino Rossi nel 2009, permettendo a Ducati di tornare alla vittoria (2007, Casey Stoner) e agganciando Giacomo Agostini e MV Agusta nel 1972 (pilota italiano su moto italiano).
Dall’altra, Alvaro Bautista. Lo spagnolo in sella alla Panigale ha messo insieme la sua velocità, la sua esperienza e il motore della rossa di Borgo Panigale, affossando due cannibali come Toprak Razgatioglu e il sei volte campione del mondo Jonathan Rea, riportando il titolo in Emilia-Romagna dopo undici stagioni (Carlos Checa, 2011).
Una serie di record, di storie, di incroci esistenziali che difficilmente potranno ripetersi. In MotoGP, il prossimo anno, Bagnaia e la Ducati sono sicuramente i favoriti, ma torna dall’inizio Marc Marquez, Fabio Quartararo vorrà provare a vendicarsi, sportivamente parlando, e il compagno di squadra di Pecco sarà il secondo pilota con più vittorie nella stagione appena conclusa, Enea Bastianini.
Uno spauracchio, un vicino di casa che non lascerà le bocce ferme, anzi, farà di tutto per primeggiare e battere il suo compagno di marca.
Inoltre, l’avvento della Sprint Race potrebbe sovvertire qualsiasi tipologia di previsione o pronostico, il che renderà complicata la vita di Ducati e di Bagnaia.
Lato Superbike, invece, Bautista compirà 39 anni il prossimo anno (è vero, a stagione conclusa), ed è il pilota meno giovane a lottare per il titolo. Rea e Razgatioglu faranno di tutto per riprendersi lo scettro e, da non sottovalutare, Danilo Petrucci sarà un degno avversario, almeno sulla carta, per tutti.
Nessuno escluso. La possibilità di vedere una serie di vincitori variegati ed eterogenei è molto plausibile. Ciò che accadrà, sicuramente, è l’irripetibilità di quanto accaduto in questa stagione. Miracolosa per Ducati e i suoi tifosi.
Nelle due categorie più importanti del Motorsport su due ruote hanno conquistato sei titoli, tre per categoria. Il prossimo anno ripetersi a questi livelli sarà impossibile. Ducati dovrà scegliere se puntare ancora alla vittoria del titolo piloti o di accontentarsi di quello costruttori.
Certo è che con l’avvento della MotoE monomarca Ducati, sarà possibile vedere un’altra moto di Borgo Panigale sul tetto del mondo: e se fosse l’unica?
Scenario plausibile oppure la differenza tra la moto preparata da Dall’Igna è talmente ampio da non permettere a nessun’altra marca di primeggiare?
Dirlo oggi è una scommessa, ma è abbastanza evidente come per qualcuno il 2023 potrebbe rivelarsi un anno disastroso.
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