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Formula 1

Chi è morto sul circuito di Imola di F1? Serie inquietante di drammi

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Giovanni Messi

La pista di Imola è tornata nel calendario di F1 dal 2020, ma in passato è stata teatro anche di grandi tragedie. Ecco quali.

Il tracciato di Imola è uno dei più belli presenti nel calendario di F1. Il circuito, voluto fortemente da Enzo Ferrari, fu soprannominato proprio dal Drake come il “Piccolo Nurburgring“, in riferimento al terribile Nordschleife che tanto spaventava piloti e squadre per via dei suoi saliscendi e curve cieche.

F1, incidente ad Imola di Senna (ANSA)

La prima edizione del GP di F1 venne disputata nel 1980 come Gran Premio d’Italia, per poi diventare GP di San Marino dal 1981 al 2006. Un’altra corsa fu effettuata nel 1979, la prima in assoluto sulla pista di Imola, denominata Gran Premio Dino Ferrari, ma che non fu valida per il campionato e che venne vinta da Niki Lauda su Brabham-Alfa Romeo.

Il GP di San Marino ha segnato la storia di questo sport sin dai primissimi anni di vita, come nel 1982, quando andò in scena il mitico duello tra le due Ferrari di Didier Pironi e Gilles Villeneuve, con il francese che tradì l’amico vincendo la corsa e scatenandone la grande rabbia, poi sfociata nel terribile incidente che costò la vita al canadese a Zolder, pochi giorni più tardi.

Imola è stata teatro di imprese leggendarie, di vittorie storiche per la Ferrari, ma anche di giornate nere, che hanno segnato questo sport. Il riferimento va ovviamente a quello che accadde nel fine settimana compreso tra il 29 di aprile ed il primo maggio del 1994, giornate in cui la massima serie automobilistica cambiò volto per sempre.

F1, le tragedie di Imola 1994 segnarono lo sport a vita

Il week-end del GP di San Marino del 1994 fu una catastrofe assoluta per il mondo della F1, che dovette dire addio a ben due piloti nell’arco di pochissime ore. I giorni della passione iniziarono al venerdì, quando si iniziò a capire che l’aria non era proprio delle migliori, a seguito del terribile incidente di Rubens Barrichello.

Il brasiliano, all’epoca in forze alla Jordan, perse il controllo della sua monoposto alla Variante Bassa, schiantandosi contro le barriere di protezione. Per alcuni istanti, tutti hanno temuto il peggio, ma Rubinho se la cavò soltanto con qualche ferita marginale. La fortuna, purtroppo, si dileguò al sabato, quando, durante le qualifiche, trovò la morte Roland Ratzenberger.

L’austriaco della Simtek perse l’ala anteriore prima della curva Villeneuve, che all’epoca non era una chicane ma una piega verso sinistra da percorrere in pieno. Roland si schiantò contro il muretto a 314 km/h, morendo praticamente sul colpo, un’immagine terribile ed impossibile da dimenticare per chi ama la F1.

Purtroppo, il dramma di Imola si rivelò senza fine, e la tragedia di domenica vide protagonista Ayrton Senna. Dopo alcuni incidenti alla partenza che ferirono anche alcuni spettatori in tribuna, entrò in pista la Safety Car. Rientrata al termine del quinto giro, la corsa riprese con il tre volte campione del mondo in testa sulla sua Williams, seguito dalla Benetton di Michael Schumacher.

Ayrton, iniziando il settimo passaggio, imboccò a tutta velocità la curva del Tamburello, ma a causa della rottura del piantone dello sterzo, perse del tutto la direzionalità e volò a schiantarsi contro il muro. Un braccetto della sospensione, staccatosi dalla parte anteriore della vettura, si infilo tra visiera e parte superiore del casco, sfondandogli il cranio e lasciandolo senza scampo. Si concluse così il peggior week-end della storia della massima serie automobilistica.

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Giovanni Messi

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