Tanti piloti in orbita KTM spingono per salire in MotoGP. E magari rilanciando un marchio storico italiano, ora di famiglia, si potrebbe accontentare tutti.
È storia di poco più di un mese fa quella della KTM che ha ha acquistato il 25,1% delle azioni di MV Agusta. Così, il mitico marchio italiano è entrato a far parte della gamma di aziende a due ruote che Pierer Mobility AG gestisce da anni, tra cui appunto KTM, ma anche Husqvarna e GASGAS. Il marchio austriaco ormai è da anni sulla cresta dell’onda nel Motomondiale, con vittorie in Moto3 e Moto2, ma è dal 2017 che ha deciso di fare il grande salto in MotoGP e sta crescendo sempre di più. Sono arrivate infatti anche qui le prime vittorie e la struttura ora si è allargata, con ben 4 moto in pista, due gestite dal team Tech3 GASGAS. Per non parlare poi della rete di giovani piloti che sta crescendo nelle categorie inferiori: basti pensare a Dixon, Acosta, Arenas, Guevara e Binder.
Tanti quindi i talenti che spingono per salire di categoria e con “sole” quattro moto a disposizione è inevitabile che Red Bull e KTM rischino di perdersi per strada qualcuno di valore. C’è però anche da tenere a banda al tempo stesso questi piloti, perché come racconta la storia è facile che qualcuno risenta del salto di qualità e il rischio di bruciarsi è davvero altro.
E proprio questo ha ribadito a Speedweek il patron KTM, Stefan Pierer: “Non commetteremo più l’errore di promuovere troppo presto i talenti in MotoGP. I talenti devono abituarsi al maggior peso delle Moto2. E poi c’è il raddoppio della potenza del motore in MotoGP e a volte l’adattamento non è semplice“.
KTM pronta a rilanciare un marchio storico?
La situazione ora vede in standby Jake Dixon, Pedro Acosta, Albert Arenas, Izan Guevara, Ayumu Sasaki e Darryn Binder, con Brad Binder, Jack Miller, Pol Espargaró e Augusto Fernández che attualmente occupano i posti in MotoGP e KTM crede in ognuno di questi. Quindi cosa fare? “Questo è lo svantaggio di un ottimo lavoro di base. Ora abbiamo troppi giovani piloti che si offrono“, ha detto Pierer. “Acosta ora sta arrivando dalle classi piccole, anche Izan Guevara dovrebbe essere un talento super intelligente. Abbiamo anche appreso che a un debuttante della MotoGP come Augusto Fernández devono essere concessi due anni nella classe regina“.
Quindi la soluzione può essere un’altra, ossia rivendicare altri due posti in MotoGP. Ma non sembra un’opzione immediatamente realizzabile. Anche se lo stesso capo KTM apre a questa idea, magari rilanciando un marchio come MV Agusta. Nonostante le smentite iniziali, stavolta una piccola apertura c’è stata: “Nel primo anno in MV Agusta la prima cosa da fare è mettere ordine. Dobbiamo mettere sotto controllo la difficile situazione in casa MV Agusta. Abbiamo rilevato le vendite in tutto il mondo. Ora daremo un’occhiata più da vicino alla gamma di modelli“. E su un futuro in MotoGP “non si può escludere nulla, ma se così fosse sarebbe un lavoro sistematico, come quello che facciamo con GASGAS“.
Infatti, come ha ribadito, “il nostro successo si basa sul fatto che realizziamo sinergie con i nostri marchi motociclistici nella produzione in serie basata sul modello dell’industria automobilistica con piattaforme tecnologiche e motori“. E a dargli manforte è stato Hubert Trunkenpolz, membro del consiglio di amministrazione: “Abbiamo alcune piattaforme, sia nelle motociclette di serie che nel motorsport, sulle quali promuoviamo i vari marchi del gruppo. Il nostro sistema funziona magnificamente ed è efficiente. Dobbiamo anche risparmiare denaro in tempi come questi. Pertanto non vi è alcun ulteriore sviluppo per la Moto3 o per il Campionato del Mondo MotoGP per nessuno dei nostri marchi. In MotoGP un nuovo progetto di sviluppo separato avrebbe un budget di 45 milioni di euro all’anno“. Dunque per ora nessuna mossa azzardata. Ma a quanto pare MV Agusta comunque potrebbe tornare in un futuro non troppo lontano nella classe regina.