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MV Agusta, la F43 Tributo in onore di Tamburini: dedica da brividi

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Davide Russo

Una delle moto italiane più belle di tutti i tempi è stata lanciata in una versione special. La MV Agusta F4 è un’opera d’arte, nata dalla matita del “Michelangelo of motorcycling”.

Vi sono leggende che prendono forma grazie all’estro di uomini speciali. Massimo Tamburrini è stato più di un designer di moto. Il romagnolo ha cambiato la storia delle due ruote, lanciando uno stile inimitabile. Nato a Rimini da una famiglia di contadini, il geniale tecnico decise di lasciare presto la professione nei campi per dedicarsi alla sua passione per la meccanica.

MV Agusta (AdobeStock)

Massimo studiò all’Istituto Tecnico Industriale di Rimini, ma non portò a termine i suoi studi a causa di gravi problemi di salute. Per fortuna Tamburrini superò le complicazioni, trovando il modo di specializzarsi nella meccanica, seguendo diversi corsi di formazione professionale che ne accentuarono la naturale predisposizione per la materia tecnica. Dalla passione nascono sempre i profili professionali migliori. Una volta compiuta la maggiore età, Tamburini iniziò a lavorare nel settore termoidraulico con specializzazione nel settore dei riscaldamento. L’interesse più forte, però, il tecnico lo manifestò per le moto.

Iniziò a frequentare i circuiti e farsi apprezzare nel giro. Il riminese costruì la sua prima moto special, partendo dalle basi proprio di una MV Agusta. Lo sviluppo avvenne sulla leggendaria 600 Turismo 4C 6, acquistata di seconda mano, quando ancora la Bimota era una azienda specializzata nei riscaldamenti. Le gesta in pista di Giacomo Agostini ispirarono il professionista nella sua rivisitazione della moto stradale. Il Conte Domenico Agusta non apprezzò il lavoro di Tamburrini. Nessun costruttore ha mai adorato una distorsione dei propri prodotti, ma c’è chi rimase stupito del lavoro del tecnico romagnolo.

Angelo Bergamonti testò la moto in una visita a Cascina Costa di Tamburini. Quest’ultimo ci prese gusto e dopo aver venduto la prima special ad un appassionato di Modena, si mise a costruire una serie di moto repliche sulla base della Honda CB 750 Four. Nacque un ramo d’azienda nella Bimota, proprio grazie all’impulso di Massimo. Quest’ultimo divenne anche cofondatore del brand. Il successo lo spinse a diventare un uomo essenziale per i progetti dei fratelli Castiglioni. Il primo progetto per la Cagiva fu la Paso, ribattezzata in onore del pilota Renzo Pasolini, detto “Paso”, scomparso il 20 maggio 1973 in un incidente di gara nell’Autodromo di Monza durante il Gran Premio delle Nazioni. La Ducati era alla ricerca di una svolta e sotto la nuova gestione del gruppo Cagiva la casa di Borgo Panigale attraversò un momento di crescita.

I marchi giapponesi dominavano la scena, ma Tamburrini fu l’uomo giusto per il rilancio del marchio italiano. Disegnò le parti meccaniche di moto leggendarie che vinsero diversi titoli del mondiale Superbike come ad esempio la Ducati 851, la Ducati 888 e le Ducati 916/996. Non solo la Rossa divenne un punto di riferimento, ma anche la Cagiva, nelle cilindrate minori, fu tra le moto più sognate per i ragazzi. Indimenticabile la Mito che nella seconda serie prese le forme di una Ducati 996 in miniatura. MV Agusta, arriva una versione “bomba” della Superveloce 1000.

MV Agusta, una storia di successi

Dopo aver fatto i miracoli con Cagiva e Ducati, il geniale tecnico romagnolo riuscì a superarsi in MV Agusta. A fine degli anni ’90 Tamburrini tirò fuori una moto a dir poco spaziale. La Cagiva, proprietaria del marchio di Varese, doveva essere concepita come una eccellenza 100% made in Italy. Il motore, con le valvole radiali, il cambio estraibile, la distribuzione non laterale ma centrale con comando a catena, era costruito in Italia. La produzione avvenne nello stabilimento di Schiranna. La moto era elaborata sulla base della Cagiva F4, ma esteticamente era un netto passo in avanti.

Sulla base del modello stradale nacque la variante naked, la Brutale. Il passaggio del gruppo nelle mani di Harley Davidson comportò le dimissioni dal ruolo di amministratore delegato del Centro Ricerche Cagiva di Massimo Tamburini. Quest’ultimo ha sempre puntato a produrre moto straordinarie, curate nei più piccoli dettagli, e non per la massa. Tamburrini è deceduto nel 2014 all’età di 70 anni a seguito di un tumore al polmone. Per il 25esimo anniversario della MV F4, nel giorno del suo 79° compleanno, è stata svelata una versione special da paura. Date una occhiata al video in basso del canale YouTube Massimo Tamburini Official Brand. Un estratto della lettera da brividi del figlio di Massimo Tamburini recita “Se fossi qui ti direi: ‘Babbo oggi facciamo festa!’. Sono sicuro che mi risponderesti: ‘Noi facciamo moto, siamo in festa da sempre!’. Questo è il mio regalo per te, la F43 Tributo. Fatta esclusivamente per te! Auguri Babbo”.

La F43 Tributo, infatti, è il regalo che Andrea Tamburini, figlio del compianto Massimo, ha voluto confezionare agli appassionati MV in memoria di suo padre. Le 25 moto saranno aerografate a mano, ma l’aspetto particolare è che potreste modificare anche la vostra vecchia F4, m.y. 2010 in avanti, con il kit che comprende: cupolino in carbonio aerografato, carena dx e sx in carbonio aerografate, sotto carena in carbonio aerografato, codone in carbonio aerografato, paratia para-calore in carbonio, alettoni in carbonio aerografati, copri condotti dx e sx in carbonio aerografati, sella pilota con riv. pelle/alcantara cucita a mano, aerografia serbatoio benzina, aerografia airbox, aerografia parafango anteriore e vetrino GP, cofanetto con targa certificato di autenticità e tiratura e pergamena certificato di autenticità e tiratura.

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Davide Russo

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