Lo scetticismo diffuso sulle chance della Ferrari nel prossimo campionato non sono condivise da tutti. Per l’ex pilota si festeggerà.
Il Mondiale 2022 la Ferrari lo ha concluso al secondo posto, sia tra le marche, sia tra i piloti con Charles Leclerc, eppure più di qualcuno è rimasto deluso. Le attese create dall’ormai ex team principal Mattia Binotto avevano solleticato il palato dei tifosi del Cavallino convinti di essere finalmente arrivati all’anno fatidico. Quello che avrebbe aggiornato il tabellone delle vittorie, fermo dal 2007 con il finlandese Kimi Raikkonen, e dal 2008 per quanto concerne i costruttori.
Ed invece, malgrado i test invernali e le prime corse avessero confermato le premesse, le prestazioni sono andate via via scemando. Pian piano la F1-75 ha perso il passo, venendo mangiata dalla Red Bull che prima l’ha affiancata e poi superata.
A far propendere il giudizio complessivo dell’annata della Rossa verso il negativo non è però l’essere stata sverniciata dai rivali energetici, quanto la mancanza di reattività mostrata. Nel post Abu Dhabi il responsabile del muretto ha provato a spiegarne il motivo adducendola alle scarsa risorse a disposizione.
Per recuperare terreno sulla Mercedes, la Scuderia ha finito per terminare i soldi del budget cap anzitempo, non potendo più aggiornare la monoposto come avrebbe dovuto in corso di stagione. Morale della favola, non solo l’avversaria austriaca è scappata, ma pure le Frecce d’Argento, incredibilmente fuori forma quest’anno dopo un dominio partito nel 2014, si sono avvicinate pericolosamente.
La Ferrari può vincere nel 2023?
Salva dall’assalto tedesco soltanto grazie al classico colpo di reni, l’equipe modenese è stata a dir poco asfaltata da Milton Keynes. Basti pensare al punteggio definitivo, 759 a 554. E tra i driver la situazione non è stata migliore. Qui i freddi numeri ci dicono 454 per Max Verstappen e 308 per il monegasco.
Con in mente tale divario e l’ennesimo scossone ai vertici, con un responsabile del muretto ancora non eletto, in tanto hanno già dato la squadra di Maranello per spacciata.
Qualche voce comunque si è distinta dal coro pessimista, optando per la fiducia. Stiamo parlando di Marc Gené. L’ex Minardi, nonché collaudatore per il marchio di Modena, e commentato Sky Italia, ha ammesso che sono stati compiuti sì degli sbagli, ma nulla di irreparabile per l’immediato futuro.
“All’inizio abbiamo peccato in termini di affidabilità e lo sapevamo, avendo voluto investire sulla performance. Allo stesso modo eravamo consci che ci saremmo rafforzati sotto questo profilo con il passare delle corse. Ed infatti il motore è diventato via via più solido“, ha analizzato nel podcast F1 Nation.
“A livello di strategia non siamo stati perfetti, così come non lo sono stati i piloti. Ciò nonostante a Yas Marina, nel GP conclusivo, ci siamo mostrati al top su tutta la linea“, ha proseguito con orgoglio, rimarcando la bella prova fatta dal “Predestinato”, così come dal team in generale.
“Nei pit stop siamo stati più competitivi di entrambi i nostri rivali. Ciò significa che sappiamo fare il nostro lavoro”, ha chiosato con piglio aziendalista, ricordando come con una piccola correzione degli svarioni la Ferrari potrà tranquillamente tornare davanti a tutti, anche in maniera piuttosto rapida.