Jorge Lorenzo ha raccontato alcuni retroscena molto interessanti riguardanti la sua carriera in MotoGP: cita Ducati, Honda e Yamaha.
Certamente Jorge Lorenzo immaginava un epilogo diverso della sua esperienza in MotoGP, ma può comunque dirsi soddisfatto di quanto ha ottenuto. Due titoli nella classe 250 e tre nella categoria regina. È un cinque volte campione del mondo.
Il maiorchino si è ritirato a fine 2019 dopo una stagione molto difficile con la Honda. Tra difficoltà tecniche e problemi fisici non ha trovato gli stimoli per andare avanti. Ha preferito fermarsi, nonostante un ricco contratto per l’anno successivo.
Qualche pensiero su un ritorno lo aveva fatto quando ha firmato con Yamaha per svolgere il ruolo di collaudatore. Erano previste anche delle wild card e avrebbe potuto testare nuovamente il suo livello in gara. Ma l’emergenza Covid-19 ha fatto saltare i suoi piani e reso definitivo il ritiro.
Non ha avuto il finale che desiderava, però può essere felice dei suoi successi e godersi la vita. Visto che è uno che ama la competizione, quest’anno si è impegnato sulle quattroruote nell’ambito della Porsche Carrera Cup Italia. Forse in futuro avrà l’occasione di sfidare nuovamente Valentino Rossi, che a sua volta si è dedicato alle gare in macchina partecipando al Fanatec GT World Challenge Europe.
Jorge Lorenzo: aneddoti su Ducati, Honda e Yamaha
Un possibile rimpianto di Lorenzo nella sua carriera MotoGP può essere legato all’esperienza in Ducati nel biennio 2017-2018. Iniziò a fare risultati troppo tardi, quando ormai il team di Borgo Panigale aveva deciso di scaricarlo per promuovere Danilo Petrucci dalla squadra satellite Pramac.
Interpellato da DAZN sull’argomento, Jorge si è così esposto: “Sicuramente sarei riuscito a vincere un titolo con la Ducati e sarei ancora in gara“. Riconosce che c’è stato un problema di tempistica e magari anche poca pazienza da parte del team bolognese, che si aspettava risultati prima dal cinque volte iridato.
A proposito di Ducati, ha ricordato anche che in precedenza aveva rifiutato una loro offerta: “Nel 2009 potevo firmare sia per Honda sia per Ducati. Sono stato più vicino alla Ducati, perché Stoner aveva iniziato ad avere qualche problema di salute. Ho incontrato Livio Suppo e la sua offerta era più alta di quella Yamaha“.
Lorenzo veniva dai suoi primi due anni in MotoGP con Yamaha e con Valentino Rossi come compagno di box. Avrebbe potuto cambiare aria, invece scelse di restare: “Ho fatto bene – ammette – perché la Desmosedici era una moto difficile. Poi nel 2010 ho vinto il mio primo titolo con Yamaha e tutto è filato liscio“.
L’ex rider MotoGP ha avuto l’occasione di risalire su una M1 anche nel 2019, quando c’era il team Petronas a offrigli una sella. Ma lui aveva preferito accettare la proposta della Honda: “Se fossi passato alla Yamaha satellite le cose sarebbero cambiate. Ma dire no alla Honda, che è il sogno di ogni pilota, è difficile“.
Lorenzo ha voluto provare l’esperienza nel team Repsol con Marc Marquez e purtroppo per lui non è andata bene. Certamente con qualche guaio fisico in meno sarebbe stato più semplice provare ad adattarsi alla RC213V. Ma quando ti fai male e non hai il giusto feeling con la moto, si complica tutto perché non hai fiducia e temi di cadere rovinosamente ancora. Perdi decimi di velocità che sono determinanti, soprattutto in una MotoGP che ha tanti piloti vicini in termini cronometrici.